La sera del 29 dicembre 2009 uscì dall’abitazione in cui viveva insieme ai genitori a Pescate; poi di lui si persero le tracce. Gianluca Infortuna aveva 35 anni, un lavoro ed era un appassionato tifoso del Lecco. 15 anni dopo, nonostante le ricerche e i disperati appelli dei familiari, non si sa ancora cosa gli sia accaduto. Abbiamo ripercorso la sua storia con la madre, Elma Bartoletti.
Gianluca Infortuna scomparso da 15 anni: la storia
“Passò la giornata del 29 dicembre a dormire. Alle 20 lo chiamai per farlo mangiare. Lui si alzò, si vestì in fretta e, nonostante il freddo, uscì a piedi senza nemmeno indossare una giacca, lasciando a casa i documenti. Il cellulare lo aveva perso giorni prima”, racconta la signora Elma.
“Quando ci accorgemmo che non era tornato, il giorno dopo, io e mio marito iniziammo a cercarlo. Il 31 dicembre ne denunciammo ufficialmente la scomparsa. Solo più tardi scoprimmo che il 30 era ancora a Lecco, che era stato prima in una trattoria gestita da un suo amico vicino a Pescate, poi in un bar che frequentava solitamente con altri tifosi del Lecco e la fidanzata”, prosegue.
Gianluca stava attraversando un momento difficile, poiché, dopo due anni di relazione, la ragazza aveva deciso di allontanarlo, senza tuttavia dargli risposte definitive. “Aveva sofferto molto il distacco e, secondo alcuni testimoni, continuava a cercarla”, spiega la madre. Sperava, in sostanza, che tornassero insieme.
“Due giorni prima della scomparsa, il 27 dicembre, la incontrò al centro commerciale con quello che allora era il suo più caro amico, una persona che frequentava spesso la nostra casa, e fece loro una scenata di gelosia. Si era sentito doppiamente tradito”, prosegue la madre, che da 15 anni, insieme al marito Giacinto, si chiede cosa possa essergli accaduto.
La pista (senza riscontri) del suicidio
“Perché il giorno dopo l’incontro l’amico gli fece quattro telefonate? L’idea che noi familiari ci siamo fatti è che quando uscì di casa, il 29, Gianluca stesse cercando lui o la ragazza, o entrambi, per chiarire la situazione: non avrebbe mai lasciato correre. Era un tipo molto orgoglioso, che non si arrendeva”, dichiara la madre.
“Ci chiediamo se non possa aver discusso con qualcuno e se, anche accidentalmente, non possa essergli accaduto qualcosa. Due testimoni riferirono, del resto, di sapere per certo che era stato minacciato dai parenti dell’ex di starle lontano”.
Alla pista avanzata dagli inquirenti all’epoca dei fatti, quella del suicidio, i familiari di Gianluca non hanno mai creduto. “Era un’ipotesi di comodo. Mio figlio è stato cercato ovunque sul territorio, anche in montagna, con l’aiuto del Cai: se si fosse tolto la vita, il suo corpo sarebbe stato ritrovato. Cosa che invece non è avvenuta”.
L’archiviazione come allontanamento volontario
Dopo nove anni dall’inizio delle ricerche, nel 2018, il caso di Gianluca è stato archiviato come allontanamento volontario. “Escludiamo anche questa pista – dice la madre –, se avesse voluto allontanarsi, non si sarebbe quantomeno organizzato? Non avrebbe ritirato il suo stipendio? Non avrebbe portato con sé i documenti e vestiti adatti al freddo che c’era?”.
“La cosa che mi fa rabbia – prosegue – è che lo abbiamo cercato da soli. Siamo stati noi a ricostruire i suoi ultimi movimenti – andando in giro a mostrare la sua foto –, noi a chiedere che venissero acquisiti i tabulati telefonici e i video di una telecamera di sorveglianza installata nei pressi del bar che frequentava, in seguito a una segnalazione di avvistamento ricevuta da alcuni conoscenti (rivelatasi priva di fondamento). Se non ci fossimo rivolti a un avvocato, non ci avrebbero nemmeno dato ascolto”.
L’appello per la verità della madre di Gianluca
La sensazione di Elma e del marito è di essere stati abbandonati. “Se qualcuno sa cosa è successo, e io sono sicura che qualcuno sa, si faccia coraggio e parli”, è il suo disperato appello. Mentre lo lancia, la sua voce è provata. Il Natale, come spesso accade, acuisce, infatti, il dolore.
“Il 25 dicembre dell’anno scorso ho rimesso degli orecchini che mi aveva regalato: glielo avevo promesso. Gianluca era un ragazzo sensibile, allegro, di un’apertura mentale disarmante. Andava d’accordo con tutti. Da 15 anni ci manca ogni giorno. Vorremmo solo sapere la verità”.
Una sintesi per punti del caso
- La scomparsa di Gianluca Infortuna: Gianluca Infortuna, 35 anni, scomparve da Pescate il 29 dicembre 2009. Nonostante le ricerche e gli appelli disperati della famiglia, la sua sorte rimane sconosciuta.
- Difficoltà e possibili cause della scomparsa: Gianluca stava uscendo da una relazione sentimentale di due anni. La madre ritiene che quando uscì di casa fosse alla ricerca di chiarimenti ed esclude la pista del suicidio.
- Appello per la verità: dopo nove anni di ricerche infruttuose, nel 2018 il caso è stato archiviato come allontanamento volontario. La madre, intervistata da Tag24, ha lanciato un appello, chiedendo a chiunque abbia informazioni di farsi avanti, nella speranza di scoprire finalmente la verità.
“Non dimenticatelo”, è invece l’appello rivolto dai familiari di Giuseppe Ruggiero, scomparso dal Frusinate nel 2011.