Una porta aperta laddove, in genere, le porte si chiudono. L’apertura della Porta Santa nel carcere di Rebibbia voluta da Papa Francesco riporta, per merito del pontefice, al centro dell’attenzione pubblica il tema delle carceri.
La scelta di Francesco di aprire, per la prima volta nella storia dei Giubilei, una Porta Santa in una prigione segna un prima e dopo eccezionale non solo nella storia della Chiesa ma anche, ci si augura, nell’attenzione che la politica e la comunità civile saranno in grado di rivolgere a un mondo che richiede, ora più che mai, un impegno senza precedenti.
Il 2024 è stato un anno orribile per le carceri italiane, dove le condizioni di vita sono diventate giorno dopo giorno sempre più inaccettabili e disumane. Con oltre 62mila persone recluse a fronte di una capienza effettiva di soli 47mila posti, la realtà del sovraffollamento è diventata insostenibile per detenuti, agenti e operatori. Un dato su tutti racconta questa emergenza: in un anno, 88 detenuti e 6 agenti si sono levati la vita, superando il tragico picco registrato nel 2022.
Russo (FI): “A Rebibbia Francesco ha acceso i riflettori sulle carceri”
Per questo motivo, la decisione di Francesco di aprire per la prima volta una Porta Santa in un carcere assume un valore straordinario, come evidenziato da Paolo Emilio Russo, deputato di Forza Italia e capogruppo in commissione Affari costituzionali, in questa intervista a Tag24:
«L’apertura della Porta Santa a Rebibbia ha un significato simbolico potentissimo, un gesto di attenzione verso un problema irrisolto della nostra società: le carceri, purtroppo, sono diventati negli anni non luoghi, posti dove chi entra – da colpevole, ma in maniera non infrequente anche da innocente – rischia di non uscire più e, certamente, peggiore.
E’ un dramma ben descritto dai numeri: 88 suicidi di detenuti in carcere quest’anno, ma anche 6 agenti che si sono tolti la vita, a dimostrazione che il carcere oggi è un luogo drammatico, per tutti. Sono 243 le persone morte in carcere: non dovrebbe mai accadere».
Russo (FI): “Carceri al centro dell’agenda di Forza Italia”
Se la scelta epocale di aprire a Rebibbia la seconda Porta Santa dell’anno giubilare conferisce al pontefice il merito di aver acceso i riflettori su un luogo lontano, spesso dimenticato dall’opinione pubblica, spetta tuttavia alla politica il compito di agire concretamente per affrontare l’emergenza carceraria. Un impegno, rassicura Paolo Emilio Russo, che Forza Italia ha posto al centro della sua agenda politica:
«Su sollecitazione del segretario nazionale Antonio Tajani, che è anche vicepresidente del consiglio, la scorsa estate Forza Italia ha messo in campo una mobilitazione senza precedenti: tutti gli eletti sono andati a verificare le condizioni delle carceri italiane, maschili e femminili, scrivendo una relazione sulla base della quale abbiamo elaborato una serie di proposte per risolvere il problema in maniera strutturale».
Russo (FI): “Limitare carcerazione preventiva”
Per impedire il sovraffollamento, in particolare, Forza Italia propone di intervenire sul fronte della costruzione di nuove strutture penitenziarie, lavorando al contempo perché venga limitato il ricorso alla carcerazione preventiva e perché si permetta ai tossicodipendenti di scontare la pena in strutture più adeguate alle necessità dei loro percorsi di recupero. Come spiega l’onorevole Russo, infatti:
«Bisogna investire sulle strutture, creare le condizioni perché tutti i detenuti vedano rispettati i loro diritti minimi, cosa che oggi purtroppo non accade dappertutto. Occorre impedire il sovraffollamento e costruire nuove carceri.
Contemporaneamente, è già possibile intervenire modificando le leggi sulla carcerazione preventiva, riconoscendo per esempio ai tossicodipendenti la possibilità di scontare la pena in comunità, come abbiamo già iniziato a fare da quest’estate con due diversi provvedimenti per incrementare i giudici di sorveglianza e gli agenti di polizia penitenziaria. Sono due categorie che sono state per molto tempo gravemente sotto organico.
Dal punto di vista giuridico, bisogna lavorare sulla giustizia riparativa, che deve avere un ruolo fondamentale, specie nei delitti colposi».
Russo (FI): “In due anni assunti 7mila agenti penitenziari”
Le difficoltà delle carceri non impattano però solo sulla vita dei detenuti. Anche gli operatori del mondo penitenziario – innanzitutto gli agenti di Polizia – scontano sulla loro pelle gli effetti delle cattive condizioni di detenzione e della cronica carenza di organico. Un aspetto, questo, per il quale l’onorevole Russo rivendica il lavoro svolto dalla maggioranza:
«Chiunque abbia visitato un carcere, conosce le condizioni in cui tutti sono costretti a convivere, sia i detenuti che gli agenti che sono lì per lavorare, dando il loro contributo alla sicurezza di chi sta fuori. Fortunatamente non siamo all’anno zero: per migliorare la situazione delle carceri da inizio legislatura sono state assunte – tra immissioni ordinarie e straordinarie – ben 7000 persone: mille sin dalla prima legge di Bilancio, mille ancora lo scorso luglio, con il Dl Carceri.
Queste assunzioni consentiranno tra l’altro di avere un direttore e un comandante in pianta stabile per ciascun istituto. Più giudici di sorveglianza significa che chi è in carcere, ma non dovrebbe esserci perché innocente, resterà fuori. Continueremo a lavorare contro il sovraffollamento investendo e migliorando la giustizia riparativa, rendendo più fruibili questo tipo di misure, creando nuove occasioni di lavoro per i detenuti».
Porta Santa a Rebibbia, perché Francesco ha scelto le carceri
Il gesto simbolico di Papa Francesco: L’apertura della Porta Santa a Rebibbia per il Giubileo ha messo in luce l’urgenza di affrontare le gravi problematiche del sistema carcerario.
La responsabilità della politica: La politica deve tradurre questo richiamo simbolico in azioni concrete per garantire il rispetto dei diritti umani e migliorare le condizioni di vita nelle carceri.
Le proposte di Forza Italia: Tra le priorità segnalate da Paolo Emilio Russo vi sono la costruzione di nuove strutture, la limitazione della carcerazione preventiva e il sostegno alla giustizia riparativa.
Il ruolo degli operatori penitenziari: Rafforzare il personale e migliorare le condizioni lavorative degli agenti di Polizia penitenziaria sono passi fondamentali per un sistema più giusto e sostenibile.