Ha bussato tre volte ai battenti in metallo e poi ha spalancato la Porta Santa del carcere romano di Rebibbia, simbolo della ‘speranza che non delude’.

Papa Francesco ha aperto la Porta Santa straordinaria per il Giubileo 2025, la prima in un carcere, per lanciare un messaggio dalla forte carica simbolica, un monito alla politica per fare di più per migliorare le condizioni di vita dei detenuti italiani e stranieri.

Il 2024 è stato – in base all’ultimo rapporto sulle carceri dell’Associazione Antigone – l’annus horribilis per il sistema penitenziario italiano, l’anno in cui la percentuale di sovraffollamento ha raggiunto i livelli più alti e il tasso di suicidi ha assunto proporzioni allarmanti.

La risposta della politica e del governo è stata insufficiente. Ad agosto 2024 il Parlamento ha approvato il Dl Carceri con misure che avrebbero dovuto intervenire per migliorare le condizioni dei detenuti e delle detenute, ma che in molti tra gli operatori del settore hanno immediatamente bocciato come inadeguato e incapace di affrontare l’emergenza carceraria. I dati degli ultimi mesi sembrano dare ragione alle critiche.

La scelta di Papa Francesco di aprire una Porta Santa presso il carcere romano ha riacceso i riflettori della politica sull’emergenza carceraria evidenziando la necessità per il Governo e il Parlamento di intervenire con misure volte a garantire il rispetto dell’art. 27 della Costituzione che recita: “Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato.”

Il Papa a Rebibbia accende i riflettori sull’emergenza carceri

La Porta Santa presso la Chiesa del Padre Nostro, attigua al carcere di Rebibbia a Roma, resterà aperta per tutto il 2025. Presenti alla cerimonia di apertura anche il Ministro della Giustizia Carlo Nordio e il capo del Dap Giovanni Russo. Alla messa celebrata dal Santo Padre anche tanti detenuti a cui Bergoglio ha rivolto parole di speranza:

“Ho voluto spalancare la porta oggi qui: la prima a San Pietro e oggi la vostra. Nei momenti brutti uno pensa che tutto sia finito, ma la speranza non delude mai. Mi piace pensare alla speranza come l’ancora che è sulla riva, e noi siamo al sicuro perché abbiamo in mano una corda che ci tiene ad essa”.

Ha detto il Papa nella sua omelia.

Parole che suonano come un monito per la politica ad agire.

Il 2024 è stato un anno nero per l’emergenza carceri

I dati ufficiali contenuti nel rapporto annuale dell’Associazione Antigone sulle condizioni degli istituti penitenziari italiani fotografano una situazione sull’orlo del collasso.

A marzo del 2024 erano 61.049 le persone detenute, a fronte di una capienza ufficiale di 51.178 posti. Le donne erano 2.619, il 4,3% dei presenti, e gli stranieri 19.108, il 31,3%.

All’appello mancano circa 10 mila posti, con i detenuti stipati e costretti in celle spesso fatiscenti.

Nel 2023 l’aumento delle presenze è stata di 331 unità al mese, una tendenza che se confermata anche per il 2024 porterebbe la popolazione carceraria a 65mila presenza entro la fine dell’anno.

Il tasso di affollamento ufficiale è del 119,3%, ma in alcuni istituti penitenziari si raggiungono picchi del 200% come nell’istituto Canton Monbello a Brescia o il carcere di Lodi.

Un’emergenza testimoniata anche dall’aumento preoccupante dei suicidi tra i detenuti. Da gennaio ad oggi sono state 89 le persone che si sono tolte la vita dietro le sbarre, con una media di uno ogni 3 giorni. Un numero altissimo, diretta conseguenza del peggioramento delle condizioni detentive e che è anche alla base dell’aumento delle rivolte in carcere.

Fonte www.rapportoantigone.it

Cosa fa la politica per risolvere l’emergenza carceri?

Cosa fanno il Governo e il Parlamento per risolvere l’emergenza carceri? Ad agosto, prima della chiusura del Parlamento per la pausa estiva, la maggioranza ha approvato tra le critiche il Dl Carceri giudicato una scatola vuota da addetti ai lavori, associazioni e magistrati.

Il provvedimento prevede tra le varie misure, tra cui: l’assunzione di 1.000 agenti di polizia penitenziaria, la semplificazione dei procedimenti per la libertà anticipata, l’aumento dei colloqui telefonici consentiti ai detenuti e l’istituzione di un commissario straordinario per l’edilizia penitenziaria.

L’approvazione fu accompagnata dalle vibranti proteste dell’opposizione. Il deputato di Italia Viva Roberto Giacchetti, nelle ore immediatamente successive al via libera di Montecitorio al decreto, presentò un esposto denuncia contro il Ministro della Giustizia Carlo Nordio e dei sottosegretari Andrea del Mastro Delle Vedove e Andrea Ostellari. Nell’esposto si chiedeva alla Procura della Repubblica di Roma di verificare la sussistenza di “responsabilità penali” dei membri del Governo per la situazione delle carceri italiane.

Porta Santa a Rebibbia, Tajani: “Affrontare il tema carceri”

Il Dl Carceri ha creato tensioni anche in maggioranza con Forza Italia fortemente critica nei confronti delle misure adottate. Nel mese di agosto i parlamentari azzurri furono impegnati in un tour che li portò a visitare tutti i principali istituti di pena italiani per verificarne le condizioni.

Oggi Il leader degli azzurri Antonio Tajani è ritornato sulla questione commentando l’apertura della Porta Santa a Rebibbia.

“La decisione del Papa di aprire la porta Santa a Rebibbia impegna tutti noi ad affrontare il tema carceri. Che fare? Intervenire sulla carcerazione preventiva, pena in comunità per i tossicodipendenti, più giudici di sorveglianza e agenti Penitenziaria. La pena è privazione della libertà non della dignità.”

Un messaggio agli alleati di Governo ad affrontare il problema senza preclusioni ideologiche, intervenendo anche su temi controversi come la carcerazione preventiva.

Anche la senatrice del Movimento 5 Stelle, Mariolina Castellone, ha commentato sui social l’iniziativa del Santo Padre a favore dei detenuti.

“Papa Francesco apre una Porta Santa nel carcere di Rebibbia un messaggio di speranza dopo un anno nero per le carceri italiane”.

Emergenza Carceri, il Papa apre la Porta Santa a Rebibbia

Oggi Papa Francesco ha aperto la Porta Santa nel carcere di Rebibbia riaccendendo i riflettori sull’emergenza carceri. Ecco una sintesi in 5 punti:

  1. Apertura della Porta Santa a Rebibbia: Papa Francesco ha aperto la Porta Santa straordinaria al carcere di Rebibbia a Roma per il Giubileo 2025, lanciando un messaggio simbolico di speranza e sollecitando la politica a migliorare le condizioni di vita dei detenuti italiani e stranieri, un tema urgente dato l’alto livello di sovraffollamento e i gravi problemi del sistema carcerario.
  2. Situazione critica delle carceri italiane nel 2024: L’Associazione Antigone ha denunciato nel suo rapporto annuale il sovraffollamento delle carceri italiane, con 61.049 detenuti a fronte di una capienza di 51.178 posti. Le condizioni precarie e l’aumento dei suicidi (89 dall’inizio dell’anno) segnano un’emergenza crescente.
  3. Critiche al Dl Carceri del governo: Nonostante le promesse di miglioramento, il Decreto Legge (Dl) Carceri approvato dal governo a luglio 2024 è stato ampiamente criticato come insufficiente. Tra le misure proposte c’è l’assunzione di 1.000 agenti di polizia penitenziaria e altre riforme, ma gli esperti del settore lo hanno definito un “piano vuoto”.
  4. Le parole del Papa e il messaggio di speranza: Durante la cerimonia di apertura, Papa Francesco ha parlato direttamente ai detenuti, esortandoli a non perdere mai la speranza, definendola come “l’ancora che ci tiene al sicuro”, un messaggio che ha voluto estendere anche alla politica.
  5. Le reazioni politiche: L’iniziativa di Papa Francesco ha riacceso il dibattito tra i politici italiani. Il Ministro della Giustizia Carlo Nordio e altri membri del governo sono stati criticati per le misure insufficienti, mentre esponenti dell’opposizione e di Forza Italia hanno sollevato preoccupazioni sulle reali capacità del Dl Carceri di affrontare l’emergenza.