Diffamazione ed estorsione: sarebbero queste le motivazioni che hanno spinto il cantante Jay-Z a sporgere denuncia contro l’avvocato Tony Buzbee, impegnato nella difesa della donna vittima di uno stupro da parte del rapper e di Puff Daddy.
Comincia così l’ennesimo capitolo sul presunto coinvolgimento del marito di Beyoncé nella spirale di violenza del fondatore della Bad Boy Records. Dall’inizio delle indagini sui “Freak Off” di Sean “Daddy” Combs, sempre più celebrità sono finite nel mirino della stampa e degli inquirenti, come vittime o dalla parte dei carnefici.
È ciò che è successo a Jay-Z, appunto, denunciato da Jane Doe, donna all’epoca dei fatti minorenne, per averla violentata contemporaneamente al produttore discografico e oggi rappresentata dall’avvocato Tony Buzbee. Accuse pesanti che il rapper ha prontamente smentito, ma il caso sembra abbia intrapreso una strada piuttosto contorta. Intanto, Jay-Z ha ufficialmente sporto denuncia contro il legale presso il tribunale di Los Angeles.
Jay-Z denuncia Tony Buzbee di estorsione per le accuse di stupro
Il Tribunale di Los Angeles si è ritrovato fra le mani un caso veramente complicato, quello che riguarda il presunto stupro ai danni di una donna, minorenne all’epoca del fatto, da parte del rapper Jay-Z e del mogul Sean “Diddy” Combs, ora in carcere.
Mentre il processo contro il produttore discografico e fondatore della Bad Boy Records è atteso per maggio 2025, la questione ch vede il cantante di “Empire State of Mind” al banco degli imputati sembra sta prendendo una piega difficile.
Imperterrito e spietato l’avvocato Tony Buzbee, salito alle luci della ribalta proprio per essersi assunto la difesa delle vittime dei “Freak Off” di Diddy. Il legale, nei mesi scorsi, ha dichiarato più volte di essere entrato in possesso di centinaia di testimonianze contro Diddy, che rivelerebbero il fiume di violenza, abusi e soprusi dietro il potere del mogul.
È una di queste deposizioni che inchioderebbe anche un altro gigante del mondo dello showbiz hollywoodiano, il rapper Jay-Z, appunto. Il marito di Beyoncé, infatti, pare sia coinvolto in una violenza sessuale ai danni di una donna 38enne, identificata come Jane Doe, che al momento dello stupro sarebbe stata minorenne.
Per il cantante, tuttavia, le accuse mosse contro di lui non sarebbero altro che un “felice tentativo di nuda estorsione“, una diffamazione bella e buona in quello che sta diventando sempre di più il caso mediatico dell’anno. Per questo motivo Jay-Z ha deciso di sporgere denuncia proprio contro Tony Buzbee, dichiarando che ogni accusa contro di lui è falsa.
Le richieste di Buzbee
Fino a oggi, 25 dicembre 2024, il Tribunale di Los Angeles non si è pronunciato sul caso, né ha fissato alcuna data per l’inizio del processo. Ma gli inquirenti sono al lavoro per appurare la verità. Intanto, però, le due parti in causa si fanno la guerra a suon di dichiarazioni.
Secondo Jay-Z, infatti, quello di Tony Buzbee sarebbe solo la ripicca per non aver accettato di sottostare alle minacce delle richieste avanzate dal legale. Il cantante di “Run This Town” ha ricordato le precedenti dichiarazioni dell’avvocato, in cui ha affermato che avrebbe divulgato la sconvolgente “lunga lista” di celebrità coinvolte nel “Caso Diddy”.
Per Jay-Z la minaccia è chiara: pagare o affrontare la gogna mediatica e il mastodontico processo penale, dal banco degli imputati, che, inevitabilmente, porterebbe a un danno alla reputazione incalcolabile. Per il legale, invece, si tratta di fare chiarezza e giustizia su un crimine rimasto impunito per troppi anni.
Secondo quanto dichiarato dalla sua assistita, infatti, lo stupro sarebbe avvenuto dopo un afterparty degli MTV Video Music Awards del 2000: Diddy e Jay-Z avrebbero avvicinato la minore, all’epoca 13enne, e ne avrebbero, poi, abusato sessualmente insieme.
Jay-Z, con una lunga dichiarazione sul suo account X, ha confutato le accuse e si è rivoltato contro Buzbee, esordendo con la frase:
Mi ha fatto venire voglia di smascherarti per la frode che sei in modo MOLTO pubblico. Non ti darò UN SOLO PENNY!!!
La ritrattazione dell’accusatrice
I 25 anni trascorsi dal terribile episodio e la vaghezza di alcuni particolari nel racconto di Jane Doe, tuttavia, hanno favorito Jay-Z, provocando incertezza riguardo la credibilità della testimonianza stessa.
Incongruenze, purtroppo, venute alla luce dopo alcune smentite da parte di terzi direttamente richiamati dall’accusa. Come, ad esempio, il padre della ragazza, che ha dichiarato di non ricordare di essere andato a riprendere la figlia dopo lo stupro, contrariamente a quanto affermato da quest’ultima.
Tali contraddizioni hanno portato l’accusatrice a ritrattare, in parte, la sua testimonianza, rivedendo i punti critici e “incolpando” delle incoerenze proprio i ricordi del fatto. Nonostante ciò, l’accusa rimane ferma sulla sua posizione: lo stupro è avvenuto, sono “solo” stati commessi degli errori nel richiamare alla mente l’episodio durante la testimonianza.
Dal canto suo, invece, la difesa di Jay-Z si è concentrata sul punto, convergendovi tutti gli sforzi per far archiviare il caso e, ora, ribaltare la situazione. I legali del cantante, quindi, sostengono che gli imputati – Buzbee e il suo omonimo studio legale – hanno “dato a Jay-Z una finestra di due settimane per impegnarsi in una “mediazione riservata”“.
Sarebbe la “mediazione riservata” il nocciolo dell’accusa di Jay-Z e ciò che ha permesso al cantante di denunciare Buzbee per diffamazione ed estorsione:
A partire dall’ottobre 2024, Buzbee ha parlato su qualsiasi piattaforma di notizie che lo volesse, minacciando che il suo studio ha “una lunga lista di nomi” di persone dell’industria dello spettacolo che ha accusato di “condotta terribile” e che “dovrebbero essere perseguite e messe sotto [sic] la prigione”. Buzbee ha poi annunciato con gioia al mondo che uno dei nomi della sua “lunga lista” era il signor Carter, sostenendo che aveva commesso una violenza sessuale criminale