F-16, missili a lungo raggio, ATACMS. Sin dall’inizio del conflitto in Ucraina, queste espressioni sono ricorse spesso, indicando strumenti che potrebbero radicalmente cambiare le regole del gioco. Nel gergo militare, “game changer” si riferisce a dispositivi o strategie che potrebbero ribaltare le sorti di uno scontro, introducendo innovazioni significative o un nuovo standard.

Durante una puntata della trasmissione Greenwich su Radio Cusano Campus, è intervenuto Luca Anedda, ex pilota militare addestrato presso la scuola NATO, per approfondire il tema.

L’Aeronautica e la guerra moderna

Siamo sempre più abituati a sentire parlare di droni e guerra ibrida. Ma qual è oggi il ruolo dell’aeronautica?

Secondo Anedda “il combattimento aereo si sta evolvendo. In passato, gli aerei trasportavano missili e bombe; oggi, sempre più spesso, si utilizzano sistemi senza pilota. I caccia di sesta generazione saranno piattaforme in cui il pilota non sarà più al centro dell’azione, ma coordinerà attacchi di droni e mezzi autonomi. Questo è il futuro della guerra: sempre più sofisticata, complessa e dominata dall’elettronica.

Anedda ricorda l’importanza dei droni, evidenziata già durante il conflitto in Nagorno-Karabakh, dove furono massicciamente impiegati contro le forze armene.

“Da allora, l’uso dei droni è esploso -ha spiegato Anedda-. Ad esempio, durante un attacco iraniano contro Israele, oltre 500 droni sono riusciti a mettere in difficoltà il sistema di difesa Iron Dome, uno dei più avanzati al mondo. Questo ha mostrato i limiti anche delle difese più sofisticate, evidenziando i rischi legati alla saturazione dei sistemi.

La guerra in Ucraina

Anedda, con una carriera di rilievo sia in ambito militare che civile e autore di numerose pubblicazioni su difesa e geopolitica, ha fornito una visione approfondita della situazione in Ucraina.

Durante il conflitto ci sono stati numerosi annunci -ha spiegato Anedda-. Ogni nuova arma fornita all’Ucraina sembrava poter cambiare le sorti della guerra. In realtà, il problema più grande per Kiev è la mancanza di soldati. L’Ucraina ha perso moltissimi uomini in questi tre anni e continua a perderne. Inoltre, proprio in queste ore si parla di un imminente attacco russo di grandi proporzioni che potrebbe sfondare le linee ucraine. Da settimane, se non mesi, gli attacchi russi si sono intensificati, ma questo potrebbe essere diverso, contando su mezzi corazzati e un numero maggiore di truppe. La situazione sul campo sarà decisiva nei prossimi mesi, soprattutto in vista dell’insediamento di Donald Trump: Putin potrebbe tentare di consolidare le sue posizioni.”

Gli obiettivi di Putin

Quali sono, dunque, le reali ambizioni di Vladimir Putin? Anedda non ritiene che il presidente russo abbia l’intenzione di conquistare tutta l’Ucraina. “Al momento non dispone delle forze necessarie: servirebbero almeno due milioni di soldati. Nemmeno l’idea di distruggere Kiev sembra plausibile; se lo avesse voluto, avrebbe già agito in tal senso. Il suo obiettivo è sedersi al tavolo delle trattative con il controllo non solo della Crimea, ma anche di tutto il Donbass e dei quattro oblast che attualmente non ha ancora completamente occupato.

Anedda sottolinea che, sebbene l’avanzata russa sia lenta, nelle ultime settimane ha registrato progressi, anche nell’area di Kursk. L’idea di una minaccia russa che incombe sull’Europa, spesso evocata soprattutto nei Paesi baltici, è esagerata. La Russia non mira a conquistare il Portogallo o la Germania, ma cerca una posizione dominante nel Donbass, secondo una logica di ‘stati cuscinetto’ tipica del Novecento.