C’è maretta tra i dipendenti di Feltrinelli e Finlibri. Dopo sei mesi di trattative per il rinnovo del contratto integrativo l’azienda e i sindacati non hanno raggiunto alcun accordo. Il dialogo al momento è a un punto morto e per questo Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno deciso di proclamare lo stato di agitazione. Il nodo principale da sciogliere riguarda quello che le organizzazioni sindacali chiamano il “salario di ingresso” e che Feltrinelli non avrebbe intenzione di eliminare. Si tratta di una misura che le sigle considerano discriminatoria perché riconosce ai neo assunti meno diritti e un salario inferiore agli altri lavoratori. Oltre 1.200 dipendenti sparsi nei vari punti vendita d’Italia sono sul piede di guerra, e per far sentire la propria voce scelgono di protestare a dicembre, nel mese più caro al settore del commercio. In questo periodo la catena di librerie, come gli altri negozi, sono prese d’assolto per i regali di Natale e per l’Epifania.

Feltrinelli, dipendenti in stato di agitazione. Meniconi (Fisascat Cisl): “Basta discriminare i lavoratori”

Il tempo dei sacrifici è finito, dicono i sindacati, è necessario rivedere alcune voci del contratto integrativo. Daniele Meniconi, funzionario sindacale di Fisascat Cisl, che si occupa della vicenda, in esclusiva a Tag24, spiega le motivazioni dello stato di agitazione e quale tipo di contratto sia riservato ai neo assunti: “Per andare incontro all’azienda e al periodo negativo dal punto di vista finanziario siamo andati incontro alle esigenze della società dal punto di vista sindacale per salvaguardare l’occupazione. Ora, con una situazione economica diversa, quegli accorgimenti non sono più giustificabili.”. Il “salario di ingresso” appunto: “Sono previste delle condizioni peggiorative se così possiamo definirle – spiega Meniconi – per i nuovi assunti, ossia chi viene assunto per i primi 24 mesi non percepisce delle maggiorazioni sulla domenica e subisce delle decurtazioni sul premio di risultato. Ora visto che i conti vanno molto meglio riteniamo che queste condizioni discriminatorie debbano essere eliminate. Durante tutta la trattativa abbiamo fatto questa richiesta”. La risposta della Feltrinelli? “Al momento negativa, non vuole fare a meno del salario d’ingresso, magari non per 24 mesi ma per meno mesi ma noi intendiamo eliminarlo del tutto”.

Fisascat Cisl: “Premio di risultato chiaro, di facile comprensione per i dipendenti”

Lo stato d’agitazione è iniziato e i dipendenti Feltrinelli e FinLibri non intendono fermarsi. “Significa che il lavoratore non darà più alcuna disponibilità in più, al di fuori, cioè, di quelle previste dal contratto – continua il sindacalista – però rappresenta anche un cappello per i territori, più agitati di altri, che intendono intraprendere qualche azione di sciopero magari durante le feste di Natale”.

Non solo “salario d’ingresso”, l’oggetto del contendere riguarda anche il premio di risultato considerato troppo enigmatico e di difficile comprensione da parte del dipendente. “L’azienda lo vuole cambiarlo in un modo che non ci convince – continua il funzionario sindacale – sono sempre cinque indicatori ma molto macchinosi. Io sono un fautore dei premi semplici che il lavoratore può monitorare. Sa quando lo prendono. La Feltrinelli vuole inserire dei dati che il dipendente non riuscirà a capire bene”.

Alla domanda se sono stati fissati altri incontri con Feltrinelli, Menicono risponde: “Per adesso no, anche se l’azienda ha contatto le sigle sindacali in modo informale dicendo che han capito il nostro punto di vista che vorrebbe venirci incontro. Forse ci sarà un nuovo confronto nei primi 15 giorni di gennaio”.

Le condizioni di lavoro sono poco favorevoli anche per i dipendenti Coi, lo storico Grupppo veneto nel 2025 chiuderà altri 7 negozi, 8 se si considera quello di Grusgliasco, nel torinese. 92 persone rischiano di essere licenziate.