Da anni l’INPS invia cartelle esattoriali per il recupero dei contributi previdenziali non versati, richiedendo il saldo delle somme dovute.

Spesso, poco importa la provenienza dei debiti esattoriali: che si tratti di irregolarità nei pagamenti IMU, IRPEF o contributi previdenziali, ciò che conta è proteggere pensioni, stipendi, casa e veicoli.

Recentemente, l’Agenzia delle Entrate – Riscossione ha fatto un passo indietro, cancellando le cartelle esattoriali relative a debiti INPS per il periodo 2002-2019.

Per approfondire come decade una cartella esattoriale, ti invito a guardare il video “Quando DECADE una CARTELLA esattoriale?”, pubblicato da Angelo Greco. Nel video vengono spiegate le tempistiche della prescrizione e come si verificano le condizioni per la decadenza di una cartella esattoriale, inclusi gli aspetti legali che intervengono nel processo.

Vediamo più da vicino come funziona.

INPS cancella le cartelle esattoriali 2002-2019: cosa cambia

Le procedure di riscossione delle cartelle esattoriali sono da tempo legate alla definizione agevolata e alla prescrizione.

Molti contribuenti hanno aderito alle diverse misure di pagamento delle cartelle esattoriali in forma agevolata.

Altri, invece, sono decaduti dalla misura agevolativa, mentre alcuni sono stati più fortunati non aderendo a nessuno strumento di pagamento agevolato, aspettando, nell’ombra e con il fiato sospeso, la prescrizione delle cartelle esattoriali.

Questo metodo tranquillo permette di non pagare più nulla. Spesso si cercano diverse strade per evitare i debiti esattoriali, ma già domani, con l’applicazione delle nuove regole sulla riscossione, che oltre a prevedere nuove modalità per facilitare la riscossione dei crediti, stabiliscono anche il discarico dal ruolo dei debiti di oltre cinque anni.

Nuove regole riscossione 2025: pignoramenti e fermi amministrativi

Un primo passaggio normativo per arrivare alle nuove regole sulla riscossione è contenuto nel Dlgs n. 110/2024.

Esso prevede il discarico dei ruoli, cioè una procedura speciale attivata direttamente dall’Agenzia delle Entrate – Riscossione in presenza di una cartella esattoriale inesigibile o per la quale ogni azione esecutiva sia ormai infruttuosa.

Pertanto, in base alle disposizioni normative contenute nell’articolo 3 del succitato decreto legislativo, i crediti affidati all’ente impositore dal 1° gennaio 2025, se l’azione dell’agente della riscossione risulta infruttuosa dopo cinque anni di presa in carico, saranno azzerati entro il 31 dicembre del quinto anno.

Le norme delineate sulla riforma della riscossione arrivano in un momento delicato per molti contribuenti decaduti dai benefici della Rottamazione quater o fuori da piani agevolativi.

L’obiettivo promosso dalla Lega era quello di permettere di sanare i debiti in forma agevolata tramite la Rottamazione quinques.

Tuttavia, tale mozione non ha trovato il parere favorevole della maggioranza politica, pertanto è stata cestinata e (per ora) non è presente nel testo della Manovra 2025.

A questo punto non dobbiamo dimenticarci che la prescrizione rappresenta un valido strumento per chiudere il cerchio con i debiti esattoriali.

Infatti, chi non ha aderito a piani di rateizzo può far valere il proprio diritto, poiché non ha interrotto i termini della prescrizione.

Dunque, immaginiamo chi ha rottamato delle cartelle esattoriali prossime alla prescrizione o chi, avendo ricevuto un avviso di pignoramento, ha richiesto un piano di rateizzo: non potrà far valere questo diritto.

Venuta meno la strategia della prescrizione, dal 1° gennaio le condizioni cambiano drasticamente. Tuttavia, vanno fatte delle precisazioni.

L’articolo 5 prevede nuove regole riguardanti la prescrizione del diritto di credito e le modalità di riscossione dei crediti da parte degli enti pubblici.

La normativa stabilisce che, per il recupero dei crediti, l’ente dovrà agire con maggiore celerità, utilizzando metodi come la riscossione coattiva (pignoramento, fermi amministrativi) o affidando il compito a società private specializzate nel recupero crediti.

In alcuni casi, dopo il discarico, il recupero può essere riaffidato per due anni all’Agenzia delle Entrate.

Prescrizione cartelle esattoriali INPS: cosa sapere

Per generare risorse e riscuotere i crediti, l’Agenzia eviterà la prescrizione delle cartelle esattoriali. Tuttavia, recentemente è stata ripercorsa la storia di un contribuente con la pretesa tributaria per omessi versamenti dei contributi INPS, trascorsi cinque anni.

Pertanto, scaduti i termini della prescrizione, l’importo non può più essere richiesto dall’Agenzia. Attualmente, l’Agenzia delle Entrate – Riscossione non annulla un debito automaticamente per sopraggiunta prescrizione.

Il sistema della riscossione, fino a oggi più lento, richiede comunque il pagamento delle somme dovute, anche se la cartella è prescritta.

In questo caso, ma anche in altre circostanze, il contribuente ha il diritto di contestare la cartella di pagamento, richiedendo l’annullamento dell’atto.

Nel caso specifico, come riportato da pensioniefisco.it, un imprenditore di 57 anni ha ricevuto delle cartelle esattoriali per omessi versamenti dei contributi INPS, relativi al periodo compreso tra il 2002 e il 2019, per un importo complessivo di 110.000 euro, incluse sanzioni e interessi.

La verità è che il contribuente aveva effettivamente omesso i pagamenti, ma contesta la validità delle cartelle esattoriali. Per questo motivo, l’Agenzia delle Entrate Riscossione ha sospeso la riscossione e ha proceduto all’annullamento del debito.

Tornando al concetto della prescrizione, ben venga il termine di scadenza che consente la decadenza di una pretesa fiscale, ma la cancellazione non è automatica.

Pertanto, è il contribuente che deve attivarsi per far valere questo diritto, come nel caso dell’imprenditore che ha contestato le cartelle esattoriali presentando la richiesta di sospensione del pagamento e l’annullamento del debito.

Riepilogo delle domande frequenti (FAQ)

  1. Come posso verificare se la mia cartella esattoriale è stata annullata dall’INPS?
    • Puoi verificare lo stato della tua cartella esattoriale accedendo al portale dell’INPS o contattando direttamente l’Agenzia delle Entrate – Riscossione.
  2. Quali sono i vantaggi delle nuove regole sulla riscossione dei crediti INPS?
    • Con il Decreto Legislativo n. 110/2024, l’INPS avvierà il discarico dei debiti esattoriali dopo cinque anni di inoperatività, bloccando i pignoramenti e fermi amministrativi per i crediti non riscossi. Queste nuove regole mirano a rendere più efficace il recupero dei crediti pubblici.
  3. Come può un contribuente richiedere l’annullamento di una cartella esattoriale per prescrizione?
    • I contribuenti che non hanno aderito a piani di pagamento agevolati possono far valere la prescrizione per cancellare i debiti esattoriali. Tuttavia, la cancellazione non avviene automaticamente, e il contribuente deve richiedere l’annullamento della cartella per far valere il proprio diritto.