Affitti sempre più elevati, stanze e case diventate introvabili se non su Airb&b. Gli effetti del Giubileo 2025 si stanno facendo sentire sul mercato immobiliare della Capitale già complesso, colpendo in particolar modo chi a Roma studia o lavora.

La crisi abitativa è diventata ormai insostenibile: la domanda supera l’offerta e molti appartamenti sono ormai usati per gli affitti brevi, che garantiscono ai proprietari guadagni immediati e più alti rispetto a un affitto tradizionale.

Come raccontano le immagini e le interviste degli inviati di TAG24, Lorenzo Brancati e Michele Lilla, vivere nella Città Eterna sta diventando ormai un lusso riservato a pochi.

Giubileo a Roma 2025, crisi abitativa tra affitti brevi e costi elevati

Secondo i numeri, negli ultimi anni a Roma c’è stato un continuo incremento dei costi, a svantaggio proprio di chi cerca una soluzione temporanea. Negli ultimi 12 mesi gli affitti sono aumentati del 7%, con un’incidenza maggiore nelle zone centrali, oppure ben collegate con i mezzi pubblici.

Nel quartiere Trionfale, ad esempio, si registra un 20% in più; mentre nell’Appio Latino gli affitti sono del 15% più alti. Una stanza può costare anche settecento euro al mese, mentre i monolocali toccano anche quota mille: spese escluse, ovviamente.

Un fenomeno aggravato dalla presenza crescente degli affitti brevi su piattaforme come Airbnb. Secondo diverse stime, in città ci sarebbero oltre 30mila annunci, di cui 21mila per interi appartamenti: gli immobili a disposizione per i residenti, così, non fanno che diminuire.

L’obiettivo, per i proprietari, è quello di guadagnare il più possibile. Infatti, incrociando i dati di Inside Airbnb e dell’Agenzia delle Entrate, in centro a Roma sei o sette notti valgono un intero canone mensile.

Le testimonianze degli studenti

Una situazione diventata allarmante e più che mai evidente, come denunciato da studenti, lavoratori fuorisede ma anche dalle famiglie. L”effetto Giubileo’ si è fatto sentire già dallo scorso settembre, come denuncia Mattia Santarelli dell’associazione universitaria ‘Primavera degli studenti’.

“A Piazza Bologna, lungo via le Ippocrate, nei quartieri tipicamente universitari, sono sorti questi lucchetti tipici di Airbnb, quindi abbiamo visto fisicamente l’avvento degli affitti brevi” racconta. “Da settembre per studenti e studentesse è stato molto più difficoltoso riuscire a trovare una casa, tanto che tuttora tantissime persone la cercano disperatamente affidandosi a gruppi Whatsapp”.

Una studentessa, che vive a Roma da tre anni, conferma quanto già emerso dalla precedente testimonianza. “Ho dovuto cambiare tre case: in particolare l’ultima proprio a causa del Giubileo. Un giorno, a inizio maggio, la mia affittuaria ha deciso di sfrattarci perché doveva rendere casa nostra un alloggio per Airbnb”.

“Mi hanno offerto di dormire in un letto matrimoniale con altre due ragazze sconosciute per 400 euro al mese. I prezzi sono assurdi: 700 euro per un letto in una camera doppia. È terribile cercare casa qui” spiega un’altra studentessa.

Quali sono le risposte della politica?

Le risposte a questa crisi abitativa di Roma, da parte da chi ha potere decisionale, sono sembrate insoddisfacenti.

Abbiamo fatto questa regolamentazione, passando dal CIR al CIN, il Codice Identificativo Nazionale. Siamo arrivati a 600mila codici rilasciati

spiega il ministro del Turismo Daniela Santanchè, che aggiunge:

Su una ricerca che mi è stata presentata, su tutte le case del centro storico di Roma gli affitti brevi impattano per l’1,7%.

Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, attacca il Governo Meloni:

Il Governo, appena insediato, ha cancellato con un tratto di penna i 330 milioni di fondo affitto e per la morosità incolpevole, che noi chiediamo invece di rifinanziare. Chiediamo anche un piano straordinario per le case popolari, perché anche lì le liste d’attesa sono troppo lunghe.

Gli affitti brevi, spiega, non devono essere criminalizzati ma “regolamentati”: quindi è necessaria una legge.

Roma, una città ormai riservata a pochi

“Era stato convocato questo tavolo dalla Regione, a cui erano presenti l’Università la Sapienza, il Comune di Roma, e noi studenti. Non ha dato nessun tipo di effetto: era stato dichiarato permanente, ma nella realtà dei fatti non è stato così” denuncia il rappresentante di ‘Primavera degli Studenti’.

L’impressione è che Roma stia diventando una città “usa e getta”, con sempre meno spazio per chi ci vive per studio o lavoro. Una Capitale d’Italia, oggi anche cantiere a cielo aperto, riservata solo a chi può permettersela in termini economici, con una crisi di alloggi che riguarda ormai migliaia di persone.