Si pensava fossero state abolite già da tempo, ma le gabbie salariali esistono ancora perché lo stipendio degli italiani è disuguale: al Nord si continua a guadagnare di più.
Ci sono profonde differenze retributive tra i lavoratori del Nord e del Sud Italia. Un’analisi del Centro Studi Cgia di Mestre dimostra che al Nord Italia si guadagna mediamente quasi il 50% in più di quanto guadagnato al Sud, che, in termini monetari, corrisponde a poco meno di 8500 euro lordi all’anno.
Cosa sono le gabbie salariali
Il sistema delle gabbie salariali prevede un calcolo dello stipendio che relaziona le retribuzioni con determinati parametri, come il costo della vita in una determinata zona del Paese.
Questo sistema di calcolo, che determinava profonde differenze tra i lavoratori del Nord e del Sud Italia, è stato in vigore fino al 1969. Tuttavia, l’abolizione ufficiale avvenne solo nel 1972.
Per fare un breve ripasso storico, il sistema delle gabbie salariali nacque nel 1945, con un accordo firmato tra gli industriali e le organizzazioni dei lavoratori. L’accordo prevedeva una parametrazione dei salari sulla base del costo della vita nei diversi luoghi.
Le gabbie salariali entrarono in vigore nel 1946, inizialmente solo al Nord Italia, per poi estendersi in tutta la Penisola. Originariamente, la divisione era in quattro zone con un diverso calcolo dei salari.
Qualche anno più tardi, nel 1954, l’intera Italia fu divisa in 14 zone, con l’applicazione si salari differenti. Nel 1961, il numero delle zone fu ridotto della metà.
Sindacati e lavoratori, con il passare del tempo e con l’aumentare delle disuguaglianze, si opposero sempre con maggiore forza al sistema. Le gabbie salariali erano considerate discriminatorie. Solo grazie a forti mobilitazioni operaie nell’Autunno caldo, le gabbie salariali furono abolite nel 1969.
Quali sono le differenze tra Nord e Sud del Paese
Uno studio della Cgia di Mestre ha messo in evidenza le profonde differenze tra gli stipendi dei lavoratori del Nord e del Sud Italia, mostrando come il sistema delle gabbie salariali, seppur abolito già da molti anni, continua a persistere sotto altre forme.
Da quanto emerge dallo studio, ci sono profonde differenze salariali tra i lavoratori privati del Nord e del Sud Italia.
I lavoratori del Nord percepiscono una busta paga di circa 2000 euro lordi al mese. Di contro, i lavoratori del Sud Italia guadagnano meno di 1350 euro.
Al Nord si guadagna decisamente di più rispetto al Meridione, per una cifra che si traduce in 8450 euro lordi in più all’anno.
Le disuguaglianze sono causate dal caro vita e dalla produttività, nettamente superiori al Nord. Tuttavia, si riscontra anche sul fatto che le retribuzioni sono condizionate negativamente dalla presenza dei contratti a termine, utilizzati principalmente nel Sud Italia.
Un altro fattore da considerare è la presenza massiccia di multinazionali al Nord che offrono stipendi elevati. Questi gruppi non sono ben distribuiti in Italia, ma si trovano soprattutto nelle aree urbane del Nord.
Dove i lavoratori percepiscono uno stipendio più alto
Il Nord Italia si posiziona al primo posto, detenendo più del 60% dell’importo complessivo delle retribuzioni erogate.
In particolar modo, Milano è l’area geografica con gli stipendi medi più alti: la retribuzione mensile media è stata di 2.642 euro nel 2023.
In seguito, troviamo le seguenti cifre:
- Monza-Brianza con 2.218 euro;
- Parma con 2.144 euro;
- Modena con 2.129 euro;
- Bologna con 2.123 euro;
- Reggio Emilia con 2.072 euro.
Dove gli stipendi sono più bassi
Al cinquantacinquesimo posto, tra le aree con le retribuzioni più basse, troviamo Chieti, con una retribuzione mensile media di 1598 euro. Tre le province con retribuzioni più basse ci sono:
- Trapani con 1.143 euro;
- Cosenza con 1.140 euro;
- Nuoro con 1.129 euro.
Vibo Valentia occupa la posizione peggiore a livello nazionale, con uno stipendio mensile medio di 1030 euro.
Per riassumere
Le gabbie salariali, un sistema che determinava differenze retributive tra il Nord e il Sud Italia, sono state abolite nel 1969, ma le disuguaglianze salariali persistono ancora oggi.
Un’analisi della Cgia di Mestre evidenzia che al Nord si guadagna mediamente il 50% in più rispetto al Sud, con una differenza annuale di circa 8500 euro. Lo stipendio dei lavoratori privati del Nord è decisamente superiore rispetto ai lavoratori del Sud Italia.
Le disparità sono dovute a fattori come il costo della vita, la produttività e la prevalenza di contratti a termine al Sud. Milano ha gli stipendi medi più alti, mentre Vibo Valentia registra i più bassi. Le multinazionali, concentrate al Nord, contribuiscono ad accentuare il divario salariale.