Sono passati cinque anni dalla scomparsa di Lara Argento, transgender di origini brasiliane residente a Pavia, città a sud di Milano, dal fascino antico e rinascimentale.
Conosciuta in passato come Leonardo Dos Santos Bercelos, suo vero nome all’anagrafe, da tre anni viveva in un appartamento del capoluogo omonimo di provincia, insieme al compagno e al padre dell’uomo.
Un’esistenza apparentemente normale e priva di preoccupazioni, fino alla notte tra il 20 e il 21 dicembre 2019, quando qualcosa cambiò per sempre.
La 39enne uscì intorno all’1:10 per comprare un pacchetto di sigarette, a volte una necessità impellente per un fumatore. Ma in quel lasso di tempo, la donna non fece più ritorno a casa.
Il tempo passò, le ore scivolarono via e il suo fidanzato, si preoccupò. Provò a chiamarla. Erano le 4 del mattino quando Lara rispose, ma fu solo un attimo: la linea si interruppe bruscamente, e lo smartphone non venne più riacceso.
Quell’ultimo evento segnò l’inizio di un giallo ancora senza risposta, intricato, ricco di dubbi, interrogatori, sospetti e nuove piste.
La denuncia di scomparsa
Passarono nove giorni, e di Lara ancora nessuna traccia. Il fidanzato prese coraggio e denunciò la scomparsa alle forze dell’ordine.
Agli agenti, l’uomo raccontò di aver tentennato a segnalare in precedenza la vicenda, nella speranza che la donna ritornasse a casa.
Sparire per un breve lasso di tempo per poi ritornare era una consuetudine per Argento. Il comportamento, dunque, non aveva destato particolare apprensione nel compagno e nelle persone a lei affezionate.
Quella misteriosa notte, salvo il cellulare, non aveva portato con sé alcun effetto personale, compresi i documenti d’identità.
Perché non portare con sé oggetti così importanti? L’ipotesi di allontanamento volontario diventava sempre più distante dalla realtà, un miraggio: forse la 39enne era stata rapita o era caduta vittima di un malintenzionato.
L’inizio delle ricerche
Non fu un Natale semplice per gli amici, parenti e conoscenti di Lara, addolorati per la sua assenza. Un silenzio assordante, freddo e tagliente, come il clima invernale di Pavia.
Nonostante l’intenso lavoro d’indagine da parte delle forze dell’ordine, l’esito delle ricerche si rivelò negativo.
Le speranze che Argento potesse essere ancora viva divennero sempre meno. Una segnalazione, ricevuta dai familiari nel febbraio 2020 portò al ritrovamento di alcuni indumenti indossati dalla donna, ma di lei, nessuna traccia.
I due giubbotti, rinvenuti nel Parco del Ticino da parte di Vigili del Fuoco, Carabinieri e Croce Rossa, mediante l’utilizzo di droni e un elicottero, furono successivamente raccolti e analizzati dai R.I.S (Reparto Investigazioni Scientifiche) sezione di Parma, ma sono ancora ignoti i risultati.
Trovate macchie di sangue a casa del compagno
Dalle indagini emerse una novità: Lara di professione escort, si sarebbe intrattenuta nella notte della scomparsa con un cliente.
L’acquirente avrebbe raccontato al fidanzato che Lara se n’era andata lasciando sul sedile portafogli e telefono.
“Che possa esserci una rete dietro di persone dietro la sparizione? Qualcuno con un’ossessione per la donna? Un’infatuazione fatale?“. È quello che si chiedono gli inquirenti, che non possono più tralasciare alcuna pista.
Nell’abitazione del fidanzato della 39enne, incensurato, vennero trovate macchie di sangue su una parete e su una valigia. Dichiarò che si trattavano di gocce appartenenti a lui, potenzialmente riconducibili a un litigio di coppia.
Si ipotizzò un litigio tra i due, ma l’avvocato dell’uomo, Alessio Corna, confermò che in passato la coppia avesse avuto dei litigi, ma nulla di preoccupante o di estremamente grave.
In vicende come la suddetta, il beneficio del dubbio è necessario fino al completamento dei relativi accertamenti.
Scagionato il fidanzato della 39enne
Negli anni successivi l’ex compagno di Argento venne scagionato definitivamente da ogni accusa: non sarebbe lui l’uomo dietro la scomparsa della donna, né colui che le avrebbe fatto presumibilmente del male.
Alcuni ipotizzano che Lara possa essersi allontanata volontariamente, ma chi la conosce ritiene improbabile questa possibilità.
Chi la conosce non crede facilmente a queste congetture. Era considerata da tutti una persona apprensiva, conscia dei rischi legati al suo lavoro, e attenta a fornire informazioni sui suoi spostamenti, qualora un cliente potesse rivelarsi violento o poco affidabile.
I numeri da contattare in caso di avvistamento
Nonostante le numerose persone controllate, intercettate e indagate, questa vicenda continua a essere un mistero che, a distanza di cinque, anni si presenta come una matassa difficile da sbrogliare.
Chiunque avesse informazioni relative ad Argento è tenuto a contattare tempestivamente il servizio d’emergenza al 112, anche in forma anonima.
La speranza è che, a differenza della dolorosa e straziante vicenda legata a Imane Laloua, scomparsa da Prato nel 2003 e ritrovata senza vita nel 2019, Lara possa essere ancora viva e, se tenuta in ostaggio, prima o poi rilasciata.
L’invito dei familiari resta immutato: continuare a parlare della oggi 44enne, e chiedere un maggiore impegno da parte dell’istituzioni sul caso affinché si possa arrivare finalmente alla verità.
Qualunque essa sia, seppur dolorosa o lontana da un lieto epilogo.