Il responsabile dell’attacco avvenuto al mercatino di Natale di Magdeburgo, in Germania, è un medico specialista in psichiatria e psicoterapia che lavora presso la Clinica Salus di Bernburg.

L’uomo, Taleb Al Abdulmohsen, saudita di circa 50 anni, ha guidato un’auto a tutta velocità tra la folla, causando la morte di almeno 5 persone e ferendo circa 200 individui, 41 dei quali in modo grave. Secondo il presidente della Regione Sassonia-Anhalt, Al Abdulmohsen è risultato positivo al test antidroga eseguito dopo il suo arresto.

Seppur la dinamica dell’attentato ricalchi lo schema spesso adottato dai lupi solitari filo Isis, il suo identikit sembra essere totalmente in contrasto con quello del classico terrorista islamico.

Identikit di Al Abdulmohsen: saudita, anti-Islam, pro Afd

Al Abdulmohsen è arrivato in Germania nel 2006. Secondo il ministro dell’Interno della Sassonia-Anhalt, Tamara Zieschang, l’attentatore vive a Bernburg, nel distretto di Salzland, ed è in possesso di un permesso di soggiorno permanente.

Fonti saudite hanno rivelato all’agenzia Reuters che l’Arabia Saudita aveva segnalato più volte alle autorità tedesche la pericolosità dell’uomo, il quale aveva pubblicato online contenuti estremisti, accusando la Germania di voler islamizzare l’Europa.

Dal 2020, Al Abdulmohsen è impiegato in un programma di correzione per persone affette da dipendenze, ma pare che recentemente sia stato spesso assente per malattia e si presentasse impreparato agli incontri di lavoro, secondo il Mitteldeutsche Zeitung.

Secondo quanto riportato da Der Spiegel, il sospetto attentatore sembra nutrire ammirazione per personalità come Elon Musk, il teorico della cospirazione statunitense Alex Jones e l’attivista britannico di destra Tommy Robinson. In un post pubblicato sul social X, l’uomo avrebbe scritto: “Se ascolti qualcuno come Tommy Robinson o Elon Musk… e senti parlare di islamizzazione, potresti pensare che siano teorici della cospirazione. Ma per esperienza, posso dire che tutto ciò che affermano Robinson, Musk, Alex Jones o chiunque sia etichettato come radicale dai media tradizionali è la verità”.

Inoltre, secondo il settimanale, il medico saudita sarebbe un simpatizzante del partito tedesco di estrema destra AfD. Nel luglio 2016, ha ottenuto lo status di rifugiato poiché aveva ricevuto minacce di morte per aver rinunciato all’Islam.

Le minacce di morte per aver criticato l’Islam

Secondo il quotidiano Der Spiegel, Al Abdulmohsen è stato per anni attivista per i diritti delle donne, offrendo consulenze alle sue connazionali che cercavano di fuggire dal loro Paese. Gestiva un sito dedicato a informazioni sul sistema di asilo tedesco e, in un’intervista rilasciata al Frankfurter Rundschau nel 2019, aveva spiegato di essere stato contattato da donne saudite che chiedevano aiuto per sfuggire a situazioni di abuso. In quella sede, aveva definito il sistema di asilo tedesco “un’opportunità per le donne di conquistare la libertà”. Tuttavia, negli ultimi anni, sembra essersi distanziato da questo tipo di attivismo.

A novembre, Al Abdulmohsen aveva pubblicato su X una serie di “richieste dell’opposizione liberale saudita”, tra cui la protezione dei confini tedeschi dall’immigrazione illegale. Aveva anche accusato l’ex cancelliera Angela Merkel di aver pianificato l’islamizzazione dell’Europa attraverso la politica delle frontiere aperte. In altri post, aveva espresso sostegno all’AfD e auspicato una collaborazione con il partito per creare un’accademia destinata agli ex musulmani.In un’intervista del giugno 2019 al quotidiano FAZ, l’uomo si era definito “il critico più aggressivo dell’Islam nella storia”.

Aveva raccontato di aver scritto contro l’Islam sul forum dell’attivista saudita Raif Badawi, un’azione che gli era costata minacce di morte e lo aveva spinto a chiedere asilo in Germania per evitare il ritorno in patria. Dopo aver ottenuto lo status di rifugiato, aveva iniziato a esprimere pubblicamente il suo abbandono dell’Islam, pur ammettendo che fino ad allora aveva evitato di parlarne apertamente, temendo ostracismo.

Nell’intervista, Al Abdulmohsen aveva inoltre denunciato il trattamento discriminatorio subito da chi, come lui, aveva abbandonato la fede islamica. Aveva spiegato come la sua esperienza di lavoro ad Amburgo dal 2006 al 2017 lo avesse portato in contatto con colleghi musulmani di diverse nazionalità, che però lo isolavano quando scoprivano la sua non credenza. Aveva anche evidenziato come molti richiedenti asilo musulmani, che aveva aiutato volontariamente, lo considerassero una cattiva persona per la sua decisione di abbandonare l’Islam.

Infine, l’uomo aveva ribadito l’importanza dell’autonomia di pensiero: “Non voglio che le persone lascino l’Islam per causa mia. Devono farlo perché lo ritengono giusto”, aveva affermato.

Il movente dell’attentato

La polizia tedesca non è ancora in grado di chiarire il movente dell’attacco avvenuto al mercatino di Natale. Un portavoce delle forze dell’ordine, citato dai media, ha dichiarato che l’episodio “non può ancora essere classificato in modo definitivo” e che “i retroscena sono ancora sconosciuti; stiamo valutando tutte le ipotesi”.

Il procuratore Horst Walter Nopens ha dichiarato che il sospetto era insoddisfatto del trattamento riservato ai rifugiati sauditi in Germania e ha suggerito che il crimine potrebbe essere stato motivato da un senso di frustrazione per le politiche di accoglienza.

L’identità e il passato dell’uomo arrestato suscitano grande sconcerto nel Paese. Ci si domanda come sia possibile che un medico, residente in Germania da oltre 18 anni, con un impiego stabile e attivo nella sua professione, possa essersi radicalizzato.

La dinamica ricorda gli attentati dell’Isis

Attacchi simili hanno colpito in passato altri mercatini di Natale in Europa, come quello di Strasburgo, in Francia, nel 2018, dove cinque persone persero la vita e molte altre rimasero ferite. Episodi analoghi si sono verificati anche a Nantes e in altre città della Germania, alimentando preoccupazioni sulla sicurezza di questi eventi.

La questione della protezione dei mercatini di Natale è diventata sempre più urgente dal 2016, quando un estremista islamico utilizzò un camion per travolgere la folla al mercatino di Berlino, provocando 13 vittime e decine di feriti. L’autore dell’attacco, Anis Amri, era un simpatizzante dell’Isis e proprio lo Stato Islamico, in quel periodo al culmine della sua espansione, rivendicò l’attentato.

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