Sono passati ben 15 anni dalla morte della giovanissima Brittany Murphy, l’attrice misteriosamente scomparsa il 20 dicembre del 2009. Il suo sguardo da cerbiatta e l’aria malinconica hanno reso la 32enne un’icona indimenticabile per i fan di tutto il mondo.
C’è chi la ricorda per aver recitato al fianco di Eminem in “8 Mile” oppure con la bellissima Angelina Jolie in “Ragazze Interrotte“, nel 1999. Tuttavia, Brittany Murphy è rimasta impressa per il suo strabiliante debutto in “Clueless“, approdato in Italia con il titolo di “Ragazze a Beverly Hills“.
Successo dopo successo, l’attrice protagonista di “Tutte le ex del mio ragazzo” ha visto la sua fama crescere a dismisura fra la fine degli anni Novanta e gli inizi del 2000. Poi, il tragico ritrovamento del suo corpo nella sua casa di Los Angeles.
In occasione del 15esimo anniversario dalla sua scomparsa, la collega Katie O’Grady ha deciso di dedicarle un commosso tributo, richiamando alla memoria il periodo passato sul set di “Something Wicked“, uscito postumo nel 2014.
Brittany Murphy, l'”uccellino” di “Something Wicked”
Ha scelto di parlare attraverso le pagine di People, Katie O’Grady, attrice di “Cellar Door”, il film del 2024 del regista Vaughn Stein. Una scelta, stavolta, dettata dall’affetto e dalla stima che l’ha legata alla collega Brittany Murphy, scomparsa il 20 dicembre del 2009.
O’Grady, infatti, ha voluto ricordare l’attrice 32enne proprio in occasione dell’anniversario della sua morte, raccontando qualche aneddoto accaduto durante le riprese dell’horror “Something Wicked“:
Era solo un uccellino a cui volevi stare vicino e che volevi aiutare. Ricordo che era fragile e che stava attraversando un periodo difficile. Era minuta e così piccola che poteva essere semplicemente presa in braccio con poco sforzo
E, amaramente, ha aggiunto:
Meritava davvero una storia diversa. Il suo cuore è così buono. Il suo spirito è così buono. Non era una persona che era in giro per il mondo per ferire o far sentire le persone piccole. Non era una donna che meritava quella storia. Ma questa era la sua storia e questo era il motivo per cui era qui, e questo era tutto ciò che doveva essere
In effetti, durante le riprese della pellicola di Darin Scott, la giovane Murphy mostrava già i segni della sofferenza fisica e della malattia che, poi, l’avrebbe condotta alla morte poco dopo. Anche allora, voci sul suo repentino calo di peso e su un presunto abuso di cocaina dilagavano fra dorate pareti di Hollywood. Pettegolezzi che era stata la stessa Brittany Murphy a smentire categoricamente.
“I suoi occhi erano così infossati e sembrava così triste. Non era in sé. Stava soffrendo tantissimo. Aveva le gambe da Bambi e non riusciva a stare in piedi“, ha ricordato, inoltre, la truccatrice di “Something Wicked” Trista Jordan, apparsa nel documentario di Max del 2021 “What Happened, Brittany Murphy?“.
Eppure, il suo sorriso, la sua gentilezza e la sua vitalità sono riusciti a conquistare non solo il pubblico, ma anche i suoi colleghi. Comincia con un episodio dolcissimo, infatti, l’articolo di People a lei dedicato:
In un caldo giorno del giugno 2009, Brittany Murphy era impegnata sul set. La cella del carcere dove stava girando era bollente, la troupe sudava e la star voleva assicurarsi che tutti avessero acqua a sufficienza. Sei mesi dopo, la Murphy è stata trovata morta nella sua casa
Che fine ha fatto Brittany Murphy?
Ora, di quell’allegria e di quella vitalità rimangono solo ricordi e frammenti di una vita spezzata troppo presto. Una fine che tutt’oggi pone più domande che dare risposte. “Che fine ha fatto Brittany Murphy?” chiede il documentario e, con lui, anche tutti i fan della giovane attrice.
Una carriera in ascesa e un matrimonio felice con Simon Monjack, lo sceneggiatore inglese morto nelle stesse circostanze misteriose di Brittany Murphy l’anno successivo, il 23 maggio del 2010. Cosa è accaduto davvero in quella casa di Los Angeles? Possibile che ciò che ha ucciso l’attrice, abbia tolto la vita anche al marito?
Sebbene in un primo momento la morte dell’attrice è stata attribuita a un arresto cardiaco, l’autopsia svolta il giorno seguente al ritrovamento del corpo ha stabilito che la causa del decesso è da ricondurre a una grave polmonite. Malattia acuita da anemia da carenza di ferro e da un’intossicazione da farmaci.
Secondo quanto riportato dal The Hollywood Reporter, la madre della stella di “Ragazze Interrotte“ si sarebbe ammalata sempre più spesso, finché un giorno le è svenuta fra le braccia, dopo averle detto: “Mamma, non riesco a respirare. Aiutami”.
Solo cinque mesi più tardi, nel maggio del 2010, anche il marito Simon Monjack muore nella loro casa di Los Angeles. La causa della morte? Polmonite aggravata da anemia. La strana coincidenza, all’epoca, ha messo in allarme la polizia, che ha cominciato a indagare sui due decessi. Ipotesi degli inquirenti è che a uccidere la coppia sia stata una particolare muffa che infestava l’abitazione. Tuttavia, verifiche successive smentirono tale idea, lasciando la vera causa nel buio più totale.
Non solo. A creare l’alone di mistero attorno alla morte della giovane attrice, il fatto che nelle settimane precedenti al 20 dicembre, Brittany Murphy si sia ammalata tantissime volte di influenza. La sostituto medico legale, dott.ssa Lisa Scheinin, ha dichiarato, infatti, che:
Se fosse arrivata in ospedale abbastanza presto, si può rilevare la polmonite con una radiografia del torace. È molto facile da fare. Avrebbero potuto iniziare il trattamento. Ma lei avrebbe avuto una possibilità
La dottoressa, intervistata nel documentario “What Happened, Brittany Murphy” ha rivelato che l’emocromo della 32enne segnalava la grave anemia, con un’emoglobina di 3,0 rispetto al tasso normale, che si aggira intorno a 12-15,5:
Se si fosse sottoposta a questo esame, avrebbe potuto avere una buona risposta. Se avesse fatto questo esame, diciamo, una o due settimane prima di morire, e avesse avuto un risultato del genere, qualsiasi medico decente l’avrebbe portata al pronto soccorso, attaccata a una trasfusione il più velocemente possibile, perché questa è una situazione di pericolo di vita
Da qui, il proliferare di dubbi e domande: “perché nessuno l’ha capito?“
Il dolore di una madre
Los Angeles sarebbe dovuta essere il trampolino di lancio per la carriera dell’attrice 32enne. Per questo mamma Sharon Murphy e figlia si sono trasferite lì, dopo aver lasciato Atlanta. Un amore e supporto incondizionati per la sua bambina, dopo il divorzio dal padre, Anthony Bertolotti.
I primi tre anni di vita, Brittany Murphy, li ha trascorsi a Edison, nello Stato del New Jersey, con la sua mamma. Poi, però, la sua vena artistica e il suo talento per la musica e la recitazione sono esplose a soli 9 anni, permettendole di debuttare nel musical “Les Misérables“.
Mamma Sharon, quindi, non ha potuto che assecondare la passione della figlia. Queste le sue parole in ricordo dell’attrice di “Ragazze di Beverly Hills“, in una lettera del 2013 pubblicata dal The Hollywood Reporter:
Io e mia figlia eravamo la nostra unica famiglia, eravamo inseparabili e sempre presenti l’una per l’altra nei momenti belli e in quelli brutti”, ha scritto Sharon in una lettera pubblicata da The Hollywood Reporter nel 2013.
Anzi, proprio la donna ha vissuto sulla pelle la morte della figlia, tenendola stretta a sé, dopo averla trovata priva di sensi nel bagno della grande casa californiana che condividevano. Quel terribile 20 dicembre 2009, Sharon Murphy Sharon ha chiamato il 911, mentre Monjack cercava di rianimare Brittany. Di quella telefonata, gli operatori hanno ricordato che la donna piangeva disperata, mentre diceva: “Brittany, ti prego, torna indietro”.
A People, la donna ha dichiarato: “Dormirei sui suoi vestiti se potessi. Era l’altra metà di me“. Tuttavia, neppure il lutto di una madre, che si è ritrovata a piangere la morte della sua unica figlia e di un genero che amava come un figlio, ha potuto tenere lontane le accuse.
È stato l’ex marito Anthony Bertolotti a puntare il dito contro la donna, accusandola di aver “fatto il lavoro su entrambi“, pur di incassare la cospicua eredità dell’attrice. Una colpa gravissima, che Sharon Murphy ha prontamente smentito in un’altra lettera, citando persino il referto degli esperti sulle cause della morte della coppia:
Era la mia bambina e siamo state insieme per tutta la vita di Brittany. Ora devo difendere di nuovo lei. È tempo che chi l’ha conosciuta e amata davvero metta in guardia coloro che vogliono sfruttarla: Le vostre bugie non saranno più tollerate e finché vivrò continueranno a essere smascherate
Dopo la lettera, pubblicata nel 2014, la donna è sparita agli occhi del grande pubblico, ritirandosi a vita privata. La villa a Hollywood, intanto, era già stata venduta per 2.7 milioni di dollari: incassati i soldi, di Sharon Murphy si sono perse completamente le tracce.
Il padre di Brittany Murphy, Anthony, invece, è morto a 92 anni nel gennaio del 2019.