Massimo Giannini è uscito dal gruppo (“Bella chat”): se Stefano Brizzi si dimostrerà non permaloso sull’utilizzo in chiave ironica di uno dei suoi titoli più celebri, allora c’è la possibilità che la decisione dell’ex direttore de “La Stampa” potrà esser presentato in questi termini.
Quel gruppo di WhatsApp, presentato lo scorso 25 aprile con toni enfatici e come dimostrazione di una nuova opposizione al governo di Giorgia Meloni, è finito con l’uscita di uno dei suoi membri più importanti. Giannini ha lamentato la perdita dell’idea iniziale alla base di “Bella chat”, lasciando la patata bollente agli altri amministratori del gruppo.
Giannini chiude “Bella chat”: “Idea iniziale persa”
Periodo denso di avvenimenti, quello dicembrino. Le festività si impongono ormai a sempre più grande velocità e manca poco anche alla fine di un 2024 che ha riservato, ad italiani e non, piccole e grandi decisioni sia in negativo che in positivo.
Una di queste, che potrebbe benissimo rientrare in una delle due categorie, è quella di creare le chat di gruppo su WhatsApp orientate ad uno scopo ben preciso: partite di calcetto, organizzazione della didattica di classe, gite fuori porta, opposizione politica ad un governo di centrodestra.
Era con questo spirito che Massimo Giannini, giornalista ex direttore de “La Stampa”, aveva annunciato con toni magniloquenti ed aulici lo scorso 25 aprile la nascita di “Bella chat”, un gruppo WhatsApp dedicato a chi voleva opporre la propria cultura progressista e di sinistra al governo guidato da Giorgia Meloni.
Nulla da fare, però: questo gruppo con 800 e più partecipanti sembra ormai essere imploso sotto l’effetto degli stessi e dei loro messaggi. Se il suo frontman, Giannini per l’appunto, ha riferito di voler abbandonare “Bella chat”, le cose non sembrano andare bene per chi aveva in mente di fare opposizione culturale.
Il giornalista romano ha motivato così la sua decisione:
Amiche e amici, con grande dispiacere e rammarico vi informo che dopo quest’ultimo messaggio lascio questa chat. L’idea che l’aveva fatta nascere era un’altra, ma constato che nel tempo si è irrimediabilmente perduta, sicuramente anche per responsabilità di chi l’aveva lanciata. Ma per quanto mi riguarda, mi fermo qui. Auguro a tutti il meglio, per oggi e per l’anno nuovo e per sempre.
I motivi della chiusura di “Bella chat”
La data scelta da Giannini e colleghi non era stata casuale, così come la composizione della chat di gruppo. Nel primo caso si era nel pieno della querelle fra lo scrittore Antonio Scurati e la Rai, colpevole di aver posto il proprio veto (non si sa quanto esplicito o implicito) ad un monologo dell’autore sulla Liberazione.
L’intervento dell’azienda televisiva di stato era stato in qualche modo suggerito dalle parole della conduttrice Serena Bortone, che doveva ospitare Scurati nella sua trasmissione “Chesarà…”. Da destra come da sinistra vennero lanciate accuse su censura e clima d’intimidazione nei confronti degli intellettuali di sinistra, così come di manie di protagonismo o di “fissazione” sulla presenza di idee neofasciste nell’attuale governo.
Giannini, quando presentò la prima volta “Bella chat”, ne parlò in termini tanto entusiasti che più di qualcuno storse il naso. Non tanto per lo scopo (certo, un po’ pomposo fare opposizione politica su WhatsApp, ma in molti casi le app di messaggistica hanno permesso a tanti di organizzare momenti di protesta), quanto per le persone presenti nella chat di gruppo: da ex premier come Romano Prodi, Massimo D’Alema, Paolo Gentiloni, Enrico Letta, a importanti figure del Pd e dei partiti d’opposizione (da Stefano Bonaccini fino a Pier Luigi Bersani), a editori come Carlo De Benedetti o Urbano Cairo), a magistrati, giuristi, artisti come Venditti e Baglioni.
L’eterogeneità delle persone è stata forse la causa della sua stessa caduta, o perlomeno dell’uscita di Giannini: ognuno di loro avrà avuto sicuramente opinioni diverse su tanti argomenti e alcuni di questi hanno in sé una carica di divisività molto forte per non esser ignorata.
L’attacco di Hamas contro Israele e le successive azioni dell’esercito israeliano a Gaza e dintorni ne sono una dimostrazione: fra chi ricorda le accuse di genocidio mosse alle autorità israeliane e la difesa del diritto israeliano a difendersi, la situazione deve essersi fatta ripetitiva e pesante per la tranquillità dei partecipanti.
Se il conduttore e giornalista Davide Parenzo rientra nella seconda categoria, la scrittrice e docente Rula Jebral invece ricordava quotidianamente le sofferenze e le tante morti causate dai soldati israeliani alla popolazione palestinese. Anche alcuni meme simpatetici verso l’Armata rossa o Stalin avrebbero contribuito ad esarcebare un po’ troppo gli animi.
L’ironia da parte di FdI e Atreju
Questioni come questa sono buone per quegli articoli di quotidiani che servono a riempire lo spazio su una pagina di quotidiano o per provare ad intercettare un po’ di traffico in rete e, allo stesso tempo, per dell’ironia facile da chi non gradiva quest’opposizione un po’ naif e con la puzza sotto il naso.
Un gol a porta vuota segnato agevolmente da Fratelli d’Italia e da Atreju, che ha organizzato con successo l’edizione 2024 al Circo Massimo. Giannini ha lasciato “Bella chat”? Per evitare risposte un po’ volgari come era solito fare Martellone nella serie televisiva “Boris”, dal partito di Meloni non si nasconde la soddisfazione di veder sconfitto ancora una volta chi critica la premier non con argomenti politici ma soltanto con prese di posizione ingenue.
Giannini avrà più fortuna con il gruppo di Capodanno? Chissà, anche se qualche indiscrezione sembrava voler vedere nel giornalista il possibile presidente (o capo) di un “Movimento 25 aprile” le cui basi erano proprio nella chat dalla quale è uscito.
I tre punti salienti dell’articolo
- Massimo Giannini lascia “Bella chat”: il giornalista ex direttore de “La Stampa” ha abbandonato il gruppo WhatsApp “Bella chat”, creato per opporsi al governo Meloni, lamentando che l’idea originale alla base della chat si fosse persa nel tempo.
- Le cause della crisi del gruppo: “Bella chat”, che includeva figure di spicco della politica, cultura e società italiana, è stata segnata da divergenze interne su temi divisivi, come il conflitto israelo-palestinese, che hanno creato tensioni tra i partecipanti.
- Reazioni politiche e satira: l’uscita di Giannini ha suscitato ironia da parte di Fratelli d’Italia, che ha criticato l’opposizione politica poco incisiva e spesso incentrata su prese di posizione più simboliche che politiche.