Una giocata Fofana-Reijnders regala al Milan una vittoria pesante contro l’Hellas Verona. Solo i tre punti e il secondo clean sheet di fila in Serie A sono da salvare e portare a casa per i rossoneri. La prestazione è stata davvero scadente contro la peggiore difesa del campionato, che con la rete di Reijnders ha subito il gol numero 40 in Serie A dalla squadra di Zanetti.

Solo un goal e pochissime occasioni per i rossoneri, create tra l’altro dagli underdog Terracciano nel primo tempo e Jimenez nella ripresa (qualche minuto dopo la rete decisiva) e poco altro per il Diavolo, in piena emergenza infortuni e che ha perso anche Leao dopo trenta minuti. Fonseca ha rassicurato, nelle parole post-partita ai microfoni di Dazn, che il portoghese potrebbe essersi fermato in tempo, il che sarebbe una grandissima notizia per il Milan, considerando già la lista di 9 assenti. Solo gli infortuni, però, non possono giustificare la prova deludente del Bentegodi.

Milan, sotto l’albero i tre punti e poco altro

I rossoneri riescono, quindi, a passare un Natale col sorriso grazie a una vittoria, cosa che non accadde lo scorso anno, quando il Diavolo, con una prestazione molto simile, pareggiò solo nel finale contro la Salernitana (2-2). Stavolta, tra l’altro contro ancora Kastanos (l’anno scorso in granata), il finale è diverso: il ritornello della “Fatal Verona” – come già spiegato qui – non regge più visto che negli ultimi 6 precedenti il Milan ha vinto a Verona. Complessivamente, inoltre, il Diavolo ha trovato il successo coi gialloblù nelle ultime 8 uscite ma questa vittoria non convince.

I tanti infortuni, certo, possono aiutare a comprendere le difficoltà degli uomini di Fonseca ma non spiegarle a pieno. Se Leao si è davvero fermato in tempo e dovesse recuperare contro la Roma (gara a San Siro il 29 dicembre) sarebbe un’ottima notizia ma non sarebbe la panacea di tutti i mali. Gli stessi, eventuali, di recuperi di Pulisic (molto probabile), Bennacer e Jovic contro i giallorossi aiuterebbero a livello numerico ma i problemi sono molto più ampi. La Curva Sud a Verona, infatti, ha protestato durante il primo tempo con dei cori rivolti ai giocatori (con l’esortazione a tirare fuori gli attributi) e alla proprietà (l’invito era rivolto a Cardinale ad andarsene) e i tre punti sono stati importanti ma non risolutori.

Il Milan vince come a Monza: soffrendo e di misura

Le problematiche del Diavolo quest’anno, come anticipato, sono profonde e sono da ricercare soprattutto sotto il profilo psicologico e mentale. Il concetto, spesso, ribadito da Paulo Fonseca nelle ultime conferenze stampa lo si può notare anche in un’altra statistica. Quella di Verona è la seconda vittoria in Serie A, lontana da San Siro e l’esito a Monza fu identico (0-1 con rete di Reijnders).

L’olandese, come Pulisic, è tra i migliori del Milan e questa non è una novità. Il centrocampista fu decisivo all’U-Power Stadium in maniera analoga e anche allora il Milan soffrì e vinse nonostante un primo tempo al di sotto delle potenzialità, dove il Monza si vide anche annullare una rete. Tanta fatica contro due delle squadre maggiormente in difficoltà in questa stagione ma almeno in quella circostanza la seconda frazione fu più coraggiosa.

Al Bentegodi, invece, meno qualità ma almeno sostanza in fase difensiva: due parate soltanto di Maignan su Suslov e pochi altri brividi. Il Milan in campionato, in trasferta, aveva vinto anche il derby ma, evidentemente, lontano da San Siro soffre dal punto di vista psicologico e anche alcuni singoli ne sono la testimonianza.

Chukwueze e Theo male, Jimenez tra i migliori

Le difficoltà del Diavolo, come anticipato, sono da ricercare anche in alcuni singoli. Le tante defezioni, infatti, non possono giustificare una prestazione molto negativa contro questo Verona che nelle ultime due casalinghe aveva subito 5 reti dall’Inter e 4 dall’Empoli. Chukwueze, dopo l’uscita di Leao per infortunio, era il giocatore con maggior talento in campo ma è stato sempre timido e, spesso, ha sbagliato la scelta. Cross sbagliati e il retropassaggio per Suslov che ha creato il principale pericolo nel primo tempo sono segnali di un giocatore non in fiducia.

Abraham, invece, ha giocato per l’infortunio di Morata e per maggiore esperienza rispetto a Camarda ma è sembrato quasi invisibile. Theo Hernandez, al contempo, subentrato d’emergenza a Leao, dopo la seconda panchina consecutiva non ha subito tanto Tchatchoua ma ha, spesso, fatto letture difensive sbagliate e non ha inciso in fase offensiva, essendo uno dei giocatori dal maggior tasso tecnico.

L’opposto, invece, ha fatto Jimenez, con personalità e spunti tanto da vederlo vicino alla rete. Il giovane, alla seconda prova di fila e piena di buoni voti, può essere la speranza del Milan che nei ragazzi può trovare un modo per sorridere e passare un Natale (quantomeno) sereno in vista di tante cose da migliorare per il futuro, sul campo e non solo.