Alla fine dell’anno si è soliti lasciarsi alle spalle alcune cose e, tra queste, ci sono anche le cartelle esattoriali. Molte di queste scadranno definitivamente il 31 dicembre 2024.
È quanto stabilito dal decreto sulla riforma della riscossione, da una parte. Inoltre, si deve considerare anche la prescrizione.
Nonostante con la Legge di Bilancio si debba dire addio alla possibilità di una rottamazione quinquies, ci sono comunque buone notizie per i contribuenti in debito
Quali cartelle esattoriali scadono il 31 dicembre 2024
Se, almeno con la Manovra 2025, a quanto pare si è dovuto dire addio alla rottamazione quinquies, c’è comunque una buona notizia: la cancellazione di alcune cartelle esattoriali.
Le cartelle esattoriali più vecchie di cinque anni vengono cancellate d’ufficio dall’Agenzia delle Entrate. Si tratta di una novità introdotta con la riforma della riscossione.
Per annullare il debito e, quindi, non pagare, non è necessario nemmeno presentare la domanda, poiché le cartelle verranno cancellate automaticamente d’ufficio.
Questi debiti non potranno essere più riscossi e, quindi, torna nuovamente all’Ente originario, il quale dovrà verificare se l’Agenzia delle Entrate ha ragione a considerarle inesigibili o meno. Di conseguenza, l’ente originario deve decidere se annullare il debito o cercare di incassarlo in altro modo.
Le cartelle esattoriali hanno una data di scadenza. La stessa notifica, infatti, segue termini prestabiliti dalla Legge e da quanto previsto dal Decreto del Presidente della Repubblica n. 602/73.
L’Agente della riscossione deve quindi rispettare i termini perentori per la notifica. Per capire meglio, ti faccio un esempio. Prendiamo il caso della notifica derivante dai controlli automatici sulle dichiarazioni dei redditi. La notifica deve essere effettuata entro il terzo anno successivo rispetto a quello in cui è stata presentata la dichiarazione dei redditi.
In questo caso, si parla di cartelle mai notificate prima; in caso contrario, i termini di prescrizione ripartono da zero.
Le stesse regole si applicano a quelle che derivano da somme che sono state rimborsate dal Fisco, ma solo per errore. O, ancora, alle somme derivanti da precedenti dilazioni che sono decadute.
Quali sono le regole della prescrizione delle cartelle esattoriali
Parliamo, adesso, proprio di quelle cartelle esattoriali che scadono il 31 dicembre 2024. Come già detto, ci sono date prefissate e la stessa notifica ha i suoi termini di prescrizione. Ovviamente, non sempre ciò accade soprattutto quando, anche se prescritta, la cartella continua a essere pretesa.
In questi casi, il contribuente deve chiederne lo sgravio, con la motivazione della prescrizione. Allora tocca imparare quali sono i termini di prescrizione di imposte e contributi. I termini sono stabiliti dalla legge e si va da 3 anni, per alcuni, a 10 anni, per molti altri.
In ogni caso, la prescrizione deve essere riconosciuta da un tribunale, altrimenti non può considerarsi effettiva. È importante l’intervento di un legale.
Ti faccio una piccola tabella che mostra da un lato le imposte, le multe e i tributi e, dall’altro, i termini di prescrizione.
3 anni | Bollo auto |
5 anni | IMU, TASI, TARI, Contributi INPS, Contributi INAIL, multe stradali, sanzioni amministrative |
10 anni | IRPEF, IVA, IRES, IRAP, Imposta di bollo, Imposta di registro, Contributi Camere di Commercio, TOSAP, Canone Unico Patrimoniale, Imposta catastale, Canone RAI |
Come si interrompono i termini di prescrizione
Accanto a questo, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione può sempre agire, anche all’ultimo minuto, per interrompere la prescrizione e prolungare l’efficacia del pagamento. Ovviamente, va nei suoi interessi e dell’eventuale concessionario.
I termini di prescrizione possono essere interrotti con un atto esecutivo e con il calcolo della prescrizione che ricomincia da capo.
Solo in linea teorica il debito non scade mai: ciò significa che non va in prescrizione ogni qualvolta il creditore agisce nei confronti del debitore tramite un atto esecutivo:
- Intimazione al pagamento;
- Preavviso di ipoteca;
- Pignoramento;
- Diffida;
- Messa in mora;
- Preavviso di fermo.
Per riassumere
A partire dal 31 dicembre 2024, le cartelle più vecchie di cinque anni saranno annullate automaticamente dall’Agenzia delle Entrate senza necessità di richiesta da parte del contribuente.
I debiti prescritti non possono più essere riscossi, ma la prescrizione deve essere confermata da un tribunale. Inoltre, i termini di prescrizione possono essere interrotti da atti esecutivi, come pignoramenti o intimazioni al pagamento. La legge stabilisce periodi di prescrizione che variano da 3 a 10 anni a seconda del tipo di imposta.