Sulla questione Ruffini Romano Prodi è tornato al centro dei giochi politici del centrosinistra. Ha capito le difficoltà di federare il campo largo e quindi si è messo in gioco in prima persona. Il pensiero del due ex volte presidente del Consiglio è che aspettare troppo non sia una buona idea perché poi la gente non capirebbe un’alleanza fatta all’ultimo momento. Insomma, no all’idea di Giuseppe Conte, quella di essere “indipendente” per poi scegliere il campo largo giusto in tempo per le elezioni. Uno schieramento così sarebbe raccogliticcio e gli elettori non capirebbero, fanno sapere ambienti vicini al Professore. In poche parole bisogna cominciare il prima possibile a costruire un’alternativa a Giorgia Meloni. Ma come?
Due scuole di pensiero su Ernesto Maria Ruffini
La candidatura di Ernesto Maria Ruffini non è partita al meglio ma rimane l’unica in campo. A riguardo ci sono però due scuole di pensiero: Dario Franceschini, sempre uno degli uomini più influenti in casa Dem, lo vorrebbe solamente alla guida di un futuro rassemblemant centrista mentre Romano Prodi lo preferirebbe come suo “erede”, ovvero come federatore di tutta la coalizione. Insomma, un vero e proprio “papa straniero”. Un modo anche, molto elegante, per evitare che Giuseppe Conte ed Elly Schlein litighino per la leadership.