Sono trascorsi oltre tre quarti di secolo da quando, nel 1946, Winston Churchill, con il discorso di Fulton nel Missouri, e George Kennan, con il celebre “lungo telegramma” da Mosca, segnarono l’inizio ufficiale della prima guerra fredda. Una fase di confronto politico, economico, ideologico e militare che contrappose Stati Uniti e Unione Sovietica dalla fine della Seconda Guerra Mondiale fino all’inizio degli anni ’90.
Negli ultimi tempi, la terminologia della “guerra fredda” è tornata in auge per descrivere, in maniera sommaria, le relazioni tra l’Occidente e l’Oriente. Questo concetto è stato accolto da numerosi analisti, ma al contempo respinto o reinterpretato da altri. In particolare, nelle settimane recenti, si è riacceso il dibattito sullo spionaggio e sulla storica contrapposizione tra Oriente e Occidente.
Prof. Roberto Donà: “La Cina punta al monopolio dei dati”
Il professor Roberto Donà, docente universitario che vive e lavora in Cina, è intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus durante la trasmissione Greenwich per sfatare alcuni miti e confermare teorie riguardanti l’interesse cinese nel creare un monopolio sulle informazioni private.
“La realtà -ha affermato Donà- è che ogni grande potenza dotata di avanzata tecnologia mira al possesso dei dati. Da quando i computer sono entrati a far parte della nostra quotidianità, offriamo dati personali senza porci troppe domande sul loro destino. Cina e Stati Uniti, direi, sono entrambi interessati a costruire un monopolio in questo ambito. Chi controlla la tecnologia, controlla i dati e, di conseguenza, le informazioni”.
Una guerra al monopolio delle informazioni private dei singoli cittadini che si muove anche in Europa, con particolare attenzione alla piattaforma TikTok.
Lo scontro tra Oriente e Occidente
Parlando poi della paura verso ciò che non si conosce, del momento di transizione che stiamo attraversando e dell’ascesa di nuove potenze lontane dalla nostra mentalità, il prof. Donà ha osservato:
“Finché questo potere era esercitato da nazioni che non percepivamo come straniere, il monopolio non ci spaventava. Oggi, invece, perché è nelle mani di attori lontani, che non condividono il nostro modo di pensare, lo consideriamo pericoloso. Ma dobbiamo imparare a conviverci.”
In merito alla guerra economica tra Washington e Pechino e alla possibilità che la Cina sostituisca gli Stati Uniti come superpotenza globale, Donà ha dichiarato: “La guerra economica c’è, senza dubbio. Tuttavia, non credo che Pechino possa soppiantare Washington. Se osserviamo lo sviluppo delle grandi aziende hi-tech, soprattutto nel periodo post-Covid, vediamo che le aziende americane hanno incrementato in modo significativo il loro flusso commerciale e il loro valore. L’economia statunitense è ancora molto più forte di quella cinese”.
“Bisogna distinguere chiaramente tra ricerca e sviluppo: il mondo occidentale eccelle nella ricerca, mentre la Cina si distingue per la sua capacità di penetrare nell’economia quotidiana e sviluppare infrastrutture. Tuttavia, il divario è ancora significativo. Non dimentichiamo che gli Stati Uniti vantano il vantaggio strategico dei mercati finanziari, ha concluso Donà”.