Continua l’odissea della manovra. Oggi, 19 dicembre 2024, il ddl Bilancio è stato esaminato dalla Camera dei deputati, la seduta è stata inizialmente convocata per le otto del mattino ma l’assenza di un rappresentante del governo ha generato il caos portando a un ritardo di 35 minuti nell’inizio delle valutazioni. In rappresentanza del governo è giunta alla Camera la sottosegretaria dell’Economia Lucia Albano.

Le opposizioni sono furiose per l’atteggiamento da parte del governo definito inaccettabile. Sono tanti gli esponenti del centrosinistra che hanno puntato il dito contro l’esecutivo nazionale. L’assenza del governo in Aula è vista come “inaccettabile e gravissima” da molti deputati dell’opposizione.

Sono tanti i punti critici della legge di bilancio. Preoccupano in particolare i tagli disposti all’interno del testo del ddl Bilancio per quanto riguarda la sanità, l’istruzione e le pensioni. Il governo ha cercato di spiegare negli scorsi giorni, scanditi dalle fortissime proteste contro la manovra, che sono stati investiti più soldi per la sanità rispetto al passato e di aver disposto maggiori fondi per le famiglie in difficoltà. Domani 20 dicembre ci sarà il voto finale alla Camera.

Governo assente dal Parlamento, opposizioni dure sulla manovra

Mezz’ora di ritardo è comprensibile in qualunque occasione, eccetto in questi giorni di lavoro per le Camere sulla manovra. Se poi a far ritardo è lo stesso governo, il cui destino è legato alla manovra, è anche peggio. Le forze di opposizione hanno mal tollerato l’assenza del governo dalla Camera dei deputati e nella sola mattinata di oggi sono arrivate tantissime note di biasimo, in particolare da quei parlamentari che fanno parte della Commissione bilancio.

A nulla è servito l’arrivo in Aula del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e di quello dei Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani. I deputati del centrosinistra hanno contestato il ritardo e le misure contenute all’interno del ddl Bilancio. Inutile il tentativo da parte del vicepremier Antonio Tajani di calmare i bollenti spiriti nel pre-margine del vertice europeo del Ppe. Il segretario di Forza Italia ha detto che i ministri erano presenti e che la manovra non è da Stati, probabilmente in riferimento a quanto ribadito dal segretario di Italia Viva Matteo Renzi nella giornata di ieri.

La rabbia del centrosinistra: “Non c’è nulla nella manovra…”

Una manovra vuota, ancora una volta. Questo è il commento da parte dei diversi esponenti del centrosinistra che hanno contestato la Finanziaria. Il Partito Democratico, assieme al Movimento Cinque Stelle e Alleanza Verdi Sinistra, ha portato avanti la rivendicazione per il salario minimo. La capogruppo dei 5s Barzotto ha ribadito oggi, fuori da Montecitorio, che sono state raccolte le firme per una proposta di iniziativa popolare che introduca il salario minimo:

Noi lavoriamo a questo mentre nel governo vogliono alzare i salari dei ministri

Sul tema si è espressa anche l’esponente del Partito Democratico Cecilia Guerra che ha spiegato come i giovani abbiano aderito all’introduzione del salario minimo: “Il problema salariale è soprattutto dei giovani” spiega Guerra. Anche il deputato di Avs Nicola Fratoianni ha confermato che quella sul salario minimo, tra partiti diversi tra di loro, è un’alleanza fondamentale per potersi opporre al governo Meloni e per lavorare all’introduzione di una misura di dignità.

Il presidente di Azione Matteo Richetti lancia l’allarme in vista del 2025: sarà, secondo l’esponente del partito di Calenda, un anno nero dato che ci saranno tagli nel settore dell’automotive e poche risorse stanziate per il 2026:

Più che una visione, manca una consapevolezza di come sta l’Italia

Un iter molto lento e travagliato

La manovra è nata sotto una cattiva stella. Appena il testo del ddl Bilancio è stato pubblicato ci sono state non poche polemiche. A inizio novembre, il governo si è confrontato con i rappresentanti delle parti sociali a pochi giorni dalla proclamazione – da parte di Cgil e Uil – di uno sciopero generale contro la legge di bilancio.

Da ottobre a oggi ci sono state tante manifestazioni contro il ddl. Si è partiti da piccole dimostrazioni dei sindacati di categoria fino allo sciopero generale del 29 novembre e successivamente quello del 13 dicembre. Cosa denunciano parti sociali e opposizioni? La legge di bilancio taglia su settori fondamentali e prevede una riduzione anche della spesa per il sociale. Sanità, scuola e pensioni saranno ridotte – denuncia il centrosinistra.

Ora è una corsa contro il tempo. La legge di bilancio dovrebbe essere approvata nei prossimi giorni e, come lo scorso anno, arriva a pochi giorni dall’inizio del nuovo anno. Un segnale per nulla positivo sulla tenuta dell’esecutivo nazionale. Il voto finale sarà alla Camera nella serata di domani.

Le contestazioni contro la legge di bilancio in tre punti

  • Ritardo e assenza del governo: Il 19 dicembre 2024, la discussione sulla legge di bilancio alla Camera dei deputati è iniziata con un ritardo di 35 minuti a causa dell’assenza di un rappresentante del governo, scatenando forti reazioni da parte delle opposizioni, che hanno definito inaccettabile la mancanza di un governo presente in Aula.
  • Critiche alla legge di bilancio: Le opposizioni contestano i tagli previsti dalla legge, in particolare nei settori della sanità, istruzione e pensioni. I deputati di centrosinistra e le forze sindacali criticano anche l’assenza di misure per i giovani, come il salario minimo, e denunciano il rischio di un “anno nero” nel 2025 per via dei tagli.
  • Iter travagliato e proteste: La legge di bilancio è stata oggetto di numerose polemiche e manifestazioni, con scioperi generali e proteste contro i tagli ai servizi essenziali. Nonostante i tentativi di difesa da parte del governo, il testo della manovra continua a suscitare forte dissenso, con un’adozione che rischia di essere un segnale negativo per l’esecutivo.