L’Ucraina non dispone della forza necessaria per riconquistare i territori occupati dalla Russia, come la Crimea e il Donbass. Lo ha dichiarato il presidente Volodymyr Zelensky in un’intervista al quotidiano francese Le Parisien. Tuttavia, ciò non significa che Kiev sia disposta a cedere i propri territori. Zelensky, infatti, continua a fare affidamento sul sostegno degli alleati occidentali. Secondo il leader ucraino, le aree occupate potrebbero essere liberate solo attraverso la “pressione diplomatica della comunità internazionale”.
La posizione del presidente ucraino sembra evolversi mentre manca un mese all’insediamento di Donald Trump. La nuova amministrazione statunitense ha dichiarato l’intenzione di ridurre gli aiuti a Kiev e di cercare una soluzione rapida per porre fine alla guerra. Zelensky ora punta ad intensificare gli sforzi diplomatici facendo affidamento sulla pressione internazionale per raggiungere un accordo che possa ripristinare la sovranità dell’Ucraina.
Zelensky: “L’Ucraina non ha la forza per riconquistare le aree occupate”
Il presidente ucraino, in un’intervista a Le Parisien, ha dichiarato che Kiev al momento non ha la forza militare necessaria per riconquistare i territori occupati dalla Russia dal 2014, ovvero la Crimea e il Donbass. Zelensky ha precisato di non avere l’intenzione di cedere queste regioni alla Russia:
Legalmente, non possiamo rinunciare ai nostri territori. Ciò è proibito dalla costituzione. Ma non usiamo parole così grandi. La Russia controlla effettivamente parte del nostro territorio oggi.
Zelensky punta a rafforzare il sostegno diplomatico degli alleati. La guerra in Ucraina, iniziata nel febbraio 2022, prosegue da quasi tre anni, durante i quali il presidente ha costantemente fatto affidamento sull’Occidente per preservare l’integrità e la sovranità del paese. Ha ribadito, tuttavia, di non essere disposto a scendere a compromessi.
Possiamo contare solo sulla pressione diplomatica della comunità internazionale per costringere Putin a sedersi al tavolo delle trattative… Non si tratta di compromessi. Ciò significa che lui [Putin] la farà franca di nuovo con tutto. È impossibile.
L’approccio di Zelensky appare meno aggressivo, una strategia che non sorprende alla luce dell’imminente insediamento di Trump per un secondo mandato. Il cambiamento delle politiche del principale alleato di Kiev potrebbe tradursi in una riduzione degli aiuti e aprire la strada ad un possibile accordo di tregua negoziato tra le parti. Resta da vedere come evolverà una possibile trattativa dopo l’uccisione del generale russo Igor Kirillov a Mosca attribuita all’intelligence ucraina.
L’offensiva russa sull’Ucraina orientale
Secondo i dati aggiornati al 18 dicembre 2024 dalla mappa interattiva DeepState, il 18,5 per cento del territorio ucraino, pari a 111.705 chilometri quadrati, è attualmente occupato. Questa area comprende la Crimea e gran parte del Donbass. Inoltre, il sito indica che l’11,22 per cento del territorio ucraino è stato occupato a partire dal 24 febbraio 2022.
Nel corso del 2024, l’esercito di Mosca ha continuato a conquistare i territori nell’Ucraina orientale. L’avanzata russa non si è fermata nemmeno dopo l’apertura del fronte di Kursk sul suolo russo. Il capo delle forze armate ucraine, Oleksandr Syrskyi, ha affermato che la lotta per mantenere il controllo dell’oblast di Donetsk è diventata “estremamente dura”. Le forze russe sono alle porte di Pokrovsk, la cittadina nota come snodo logistico importante e una porta verso l’ovest.
L’inviato di pace nominato da Trump visiterà l’Ucraina
Keith Kellogg, inviato di pace per l’Ucraina nominato da Donald Trump, visiterà l’Ucraina prima dell’insediamento del presidente eletto, previsto per il 20 gennaio. La visita fa parte di un tour europeo di Kellogg per discutere della guerra tra Ucraina e Russia.
Durante la sua campagna elettorale, Trump aveva promesso di porre fine rapidamente al conflitto. Sebbene non sia ancora chiara la tabella di marcia, Trump ha ricevuto anche il consenso di Zelensky, che a novembre ha dichiarato di fare tutto il possibile per porre fine alla guerra nel 2025 puntando su soluzioni diplomatiche. Secondo Kellogg, è giunto il momento di avviare i colloqui di pace e sia Mosca che Kiev sarebbero pronti per i negoziati.
La guerra in Ucraina si avvicina ad un punto di svolta con il cambiamento imminente della leadership americana. Se l’Ucraina continua a fare affidamento sugli aiuti dell’Occidente per contrastare le forze russe, la gestione dei territori persi e la pressione internazionale degli alleati saranno cruciali nel determinare il futuro del paese. Con l’insediamento di Trump, Kiev dovrà navigare con cautela tra le sfide militari e quelle diplomatiche sperando di raggiungere una pace giusta che garantisca l’integrità del paese.