Non si può dire che la carriera di Mario Balotelli sia noiosa. Una carriera ricca di picchi altissimi, come la vittoria della Champions League a soli 19 anni con l’Inter, gol ma anche balotellate dentro e fuori il campo (un termine che nel 2010 la Treccani ha inserito nell’enciclopedia).

L’attaccante da fine ottobre è tornato in Serie A firmando per il Genoa ma dopo un mese e mezzo ha giocato solo pochi spezzoni di gara senza mai partire titolare.

Balotelli, all’interno del documentario Le capitali del calcio, visibile sulla piattaforma Cusano Media Play, ha parlato della sua precedente esperienza in Turchia nell’Adana Demirspor, del rapporto con i tifosi e del livello del calcio turco in paragone con il campionato italiano.

Mario Balotelli: “Il calcio in Turchia si vive con passione”

Balotelli ha giocato in Turchia con l’Adana Demirspor per tre anni, dal 2021 al 2023, con in mezzo una parentesi, nella stagione 2022-23, in Svizzera al Sion.

Spesso il calcio turco viene erroneamente considerato inferiore rispetto a campionati come quello italiano, inglese e spagnolo. Tuttavia, secondo Mario Balotelli, su una cosa la Turchia non ha nulla da invidiare a queste nazioni: la passione.

“Il calcio per la Turchia è quasi tutto. Sono molto caldi, la gente parla solo di calcio.
Prima di partite importanti è abbastanza complicato arrivare col pullman allo stadio, però è una cosa bella questa.”

Balotelli e la Turchia, un’occasione sfumata per tornare in Nazionale?

Balotelli all’Adana è sceso in campo in 49 occasioni, segnando 25 reti. Un’esperienza sicuramente positiva, con una media di circa un gol ogni due partite. Numeri che hanno fatto spesso pensare, soprattutto sotto la gestione dell’ex Commissario Tecnico Roberto Mancini, suo padre calcistico e grande estimatore, a un possibile ritorno in Nazionale.

Non si dica però che il calcio turco sia di un livello inferiore rispetto a quello di altri campionati, lo dimostrano i tanti calciatori che negli ultimi anni, anche dalla Serie A, hanno deciso di trasferirsi in questo Paese a cavallo tra oriente e occidente.

Gli ex Napoli Mertens e Osimhen al Galatasary, José Mourinho, che dopo l’esperienza alla Roma, dalla scorsa estate è l’allenatore del Fenerbahçe, ma anche tanti italiani come Andrea Pirlo che tra il 2022 e 2023 ha guidato il Faith Karagumruk.

Della stessa idea è Mario Balotelli, che nel corso del documentario Le capitali del calcio – visibile sulla piattaforma Cusano Media Play – ha elogiato il livello del calcio turco:

“Il livello del calcio turco secondo me è molto più alto di quello che la gente pensa.
È un campionato difficile, fisico e tecnico. Non è così tanto distante dalla Serie A.”

Italia e Turchia: due Paesi calcisticamente vicini

Negli ultimi anni il calcio turco è cresciuto tantissimo. Stadi nuovi, le squadre di club che partecipano sempre a competizioni europee e la nazionale, guidata da un allenatore italiano, Vincenzo Montella, che sta facendo molto bene.

Una crescita che ha portato il Paese alla possibilità di ospitare gli Europei 2032 insieme a un’altra nazione: proprio l’Italia. Se per il Bel Paese sarà la quarta volta, per la Turchia sarà la prima in assoluto.
Saranno dieci le città italiane e otto quelle turche che ospiteranno le partite dell’Europeo 2032 con Istanbul grande protagonista con tre stadi.

La Turchia però non è la prima volta che accoglie grandi competizioni calcistiche. Istanbul spesso, anche nel recente passato, è stata la sede di finali di Champions League. Nel 2023 è stata il teatro della sfida tra Manchester City e Inter con la vittoria degli inglesi, quattro anni prima la Supercoppa europea, nel 2009 l’atto conclusivo della Coppa UEFA e nel 2005 l’amara finale per il Milan, con la sconfitta in rimonta contro il Liverpool.