Il più grande spettacolo dopo il weekend, per dirla con un Jovanotti d’annata, si sta consumando in Parlamento. Ieri, Giorgia Meloni, durante il suo intervento propedeutico agli impegni europei dei prossimi giorni, ha dato in pasto dei dati economici del tutto sballati. Oggi, invece, parlando di Caivano, ha rivendicato l’azione anti camorra del suo governo nel comune del napoletano tristemente famoso per lo spaccio e gli episodi di pedofilia. Anche a costo di sembrare un Babbo Natale arrivato con un pò di anticipo. Perché quando l’opposizione ha mugugnato facendole il verso “Caivano?! Oh-oh!” Lei si è interrotta rispondendo: “È inutile che fate oh-oh…” Insomma: the show must go on. Sempre e comunque.
Meloni, lo show in Parlamento
In ordine cronologico: ieri, martedì 17 dicembre, quando nella mente di tutti era ancora vivissimo il ricordo di Milei ad Atreju, Giorgia Meloni è incappata in un errore macroeconomico clamoroso.
È successo quando, rispondendo a Luigi Marattin che la pressava invitandola a farsi crescere le basette al grido di Afuera!, ha detto che l’Italia è in avanzo primario già da tempo
La replica della presidente Meloni al mio intervento.
— Luigi Marattin (@marattin) December 17, 2024
Gli spunti forniti sono tanti: ne parliamo in un video stasera o domattina. pic.twitter.com/fTKymemXeZ
Per la precisione, la frase incriminata è questa:
“La ricetta di Milei è difficilmente applicabile perché, non solo per merito mio, è da un po’ di tempo che l’Italia sta in avanzo primario”
E insomma, magara! avrebbe commentato Carlo Mazzone. Le cose stanno all’opposto.
L’Italia è in forte disavanzo primario da quattro anni. Dovrebbe arrivare al pareggio, stando al Documento Programmatico di Bilancio 2025, quest’anno. “Ma – ha fatto notare su X il giornalista economico Luciano Capone – visto che la crescita sarà inferiore alle previsioni (il Governo la dava all’1%, ndr) potrebbe non succedere neppure nel 2024″.
Per gli appassionati, ma anche solo per chi vuole vederci chiaro, sui social è stata pubblicata la tabella esemplificativa
E quindi:
“È sorprendente che la premier non abbia la minima idea del quadro di finanza pubblica del Paese”
ha scritto ancora il giornalista del Foglio commentando lo status di Marattin e chiosando, ironicamente, in un altro post
Il popolo di Atreju applaudiva Milei come si fa con una rockstar straniera, perché piacciono lo stile e la musica, anche quando non si capiscono i testi.
— Luciano Capone (@lucianocapone) December 17, 2024
🇦🇷 ha Sturzenegger che liberalizza tutto,
🇮🇹 ha Urso che mette cartelli, bollini e tetti ai prezzi. https://t.co/W4j9gNhxjb
Milei, solo una suggestione
Milei, gueststar dell’edizione appena conclusasi di Atreju, quindi, è stata solo la suggestione di un fine settimana. La ricetta del loco, qui in Italia, “è inapplicabile”, ha specificato Giorgia Meloni. A meno che qualcuno non abbia voglia di cancellare, ad esempio, il ministero della Cultura con un bel tratto di penna e un bel Afuera!
In effetti, roba da marziani. O roba da Argentina, che poi è lo stesso perché Buenos Aires è davvero un altro mondo. Fortunatamente per i nostri stipendi e le nostre pensioni. Ma anche emblematicamente, perché Milei comunque è stata la bandiera sventolata dalla destra negli ultimi giorni. Ma era solo show.
Caivano oh oh
Come show, a detta dell’opposizione, è stata (ed è) tutta la politica che il Governo Meloni ha messo in campo a Caivano. Uno dei comuni-simbolo della camorra e del degrado più assoluto, è stato eletto da Palazzo Chigi a simbolo del riscatto. Con continue passerelle ministeriali, scontri epici (come dimenticare quello tra Meloni e De Luca?) ma anche operazioni di polizia, di riqualificazione urbana e sgomberi di alcuni appartamenti che erano stati occupati abusivamente da persone legate ai clan del napoletano.
Oggi, Giorgia Meloni tutto questo l’ha rivendicato in aula. Ma, mentre lo faceva, dall’opposizione si sono levati degli oh-oh che sono giunti al suo orecchio. Al che, lo show quotidiano ha toccato il suo apice, come testimonia il video dell’Agenzia Italia News
Come dire: per un Jovanotti che cantava il più grande spettacolo dopo il weekend, parafrasando un’altra nostra rockstar, Luciano Ligabue, la politica si ferma sempre a metà strada tra palco e realtà.