A distanza di poco più di tre anni dalla morte della direttrice della fotografia Halyna Hutchins sul set di ‘Rust’, l’attore Alec Baldwin, accusato e poi prosciolto per aver sparato il colpo mortale, torna a parlare del tragico episodio.
La terribile vicenda risale all’ottobre del 2021. La troupe è sul set per girare alcune scene del western. L’attore impugna l’arma da fuoco di scena, che sarebbe dovuta essere caricata con cartucce a salve. Qualcosa, però, non va come previsto e dalla pistola vengono esplosi proiettili veri, che feriscono il regista Joel Souza e uccidono Hutchins.
La notizia si diffonde rapidamente. Vengono accusati di omicidio colposo Alec Baldwin e l’armatrice Hannah Gutierrez-Reed, incaricata di sorvegliare e coordinare la sicurezza delle armi utilizzate sul set. A “scaricarle” la colpa proprio l’attore, allora 63enne.
Nonostante Alec Baldwin sia ufficialmente assolto da ogni accusa dal Tribunale di Santa Fe, in New Mexico, per lo sparo ad Halyna Hutchins, l’attore ha voluto dire la sua verità su come siano andate realmente le cose sul set di “Rust“.
Alec Baldwin accusato dello sparo sul set di “Rust”
Riuscire a stabilire con certezza quale sia stato l’innesco della terribile catena di eventi che ha portato alla morte di Halyna Hutchins è impossibile. Tuttavia, una donna di soli 42 anni ha perso la vita mentre svolgeva il suo lavoro, a causa di notevoli falle nella sicurezza del set.
Questo il triste epilogo di una vicenda che ha tenuto i media e il pubblico col fiato sospeso, sino alla sentenza definitiva del Tribunale di Santa Fe, lo scorso 26 ottobre 2024. Uno degli imputati, l’attore 66enne Alec Baldwin, è finalmente libero da ogni accusa.
Ma cosa è successo esattamente?
È giovedì. È il 21 ottobre 2021. La grande produzione per il film western “Rust” procede con alcune riprese del film nella chiesa allestita al Bonanza Creek Ranch, un set vicino a Santa Fe, nello Stato del New Mexico. La scena prevede che l’attore Alec Baldwin impugni una pistola.
Così, poco prima di cominciare a girare, a Baldwin viene consegnata una rivoltella dichiarata “scarica”. Perciò, l’attore punta l’arma in modo da ottenere l’inquadratura giusta, quando improvvisamente lascia andare il cane della pistola: è a questo punto che si verifica lo sparo. Vengono colpiti il regista Joel Souza e la direttrice della fotografia, che cade a terra.
Immediata la telefonata ai soccorsi, che trasportano i due all’ospedale di Albuquerque. Souza viene dimesso dopo qualche ora, mentre Hutchins, colpita al petto, muore. Il cast e il resto della troupe, intanto, vengono interrogati dalla polizia, ma nessuno è a conoscenza del decesso della collega.
L’interrogatorio di Alec Baldwin
Condotto in commissariato, Alec Baldwin collabora con gli inquirenti, facendosi interrogare spontaneamente per chiarire cosa sia potuto succedere. Nell’interrogatorio dice di non aver premuto il grilletto, ma solo di aver lasciato andare il cane, il meccanismo a molla che si aziona con il pollice, ma che entra in funzione solo quando si preme – appunto – il grilletto.
Dichiara, inoltre, di non essere a conoscenza che l’arma fosse carica, poiché quando gli è stata consegnata era stata definita con l’espressione “cold gun“, ovvero “pistola scarica“. Sono gli agenti a rivelare all’attore che la collega è deceduta in ospedale a seguito del colpo.
Cominciano così le indagini. Gli investigatori cercano di capire se Baldwin abbia davvero premuto il grilletto oppure no e cercano di fare chiarezza anche sulle altre persone potenzialmente coinvolte nello sparo. Tra gli indiziati anche David Halls, assistente alla regia e responsabile di aver segnalato l’arma come scarica, senza le dovute verifiche, e Hannah Gutierrez-Reed, responsabile della coordinazione e della sorveglianza delle armi utilizzate sul set.
Entrambi risultano immediatamente colpevoli di alcune negligenze. Gutierrez-Reed, 24enne nel 2021, era piuttosto inesperta e l’incarico per “Rust” era solamente la sua seconda esperienza lavorativa. Su Halls, invece, pendevano già diversi richiami per il mancato rispetto dei controlli di sicurezza ed era stato coinvolto in un altro incidente simile pochi giorni prima di quello di Baldwin.
Nel caso precedente, la controfigura di Baldwin avrebbe dovuto girare una scena in cui sparava due colpi: in realtà, la pistola dichiarata scarica era carica. L’episodio aveva sconvolto diversi dipendenti, che oltre a presentare reclamo, si erano pure licenziati.
Il processo
Nonostante tutte le informazioni raccolte e la testimonianza di tre ex membri del cast, gli inquirenti conducono le indagini senza formalmente accusare nessuno per la morte di Hutchins. La famiglia della donna, però, intenta una causa civile contro la produzione di “Rust” e contro Alec Baldwin per lo sparo. Nell’ottobre del 2022 si raggiunge un accordo extragiudiziale fra le parti, tuttavia, i procedimenti proseguono.
Il 2023 segna l’anno della svolta. Nuovi dettagli portano gli agenti a incriminare l’attore con l’accusa di omicidio colposo. Il film viene bloccato. Il caso finisce sulla scrivania della procuratrice Mary Carmack-Altwies, che cerca di sfruttare un’aggravante sull’uso di armi da fuoco che prevede il carcere fino a cinque anni per accusare Alec Baldwin, “colpevole” solo per aver tenuto in mano l’arma del delitto.
La difesa dell’attore si appella contro l’aggravante, rivista dopo l’omicidio di Hutchins. Questo porta la procuratrice a dover ritirare le accuse e a doversi dimettere per il lampante errore. A questo, poi, si aggiunge il conflitto di interessi della Carmack-Altwies e Andrea Reeb, chiamata a lavorare sul caso, ma contemporaneamente candidata repubblicana alla Camera dei Rappresentanti del New Mexico.
Gli avvocati di Baldwin, inoltre, portano avanti l’idea che la rivoltella fosse difettosa e chiedono nuovi test. Nel frattempo, Halls viene condannato a sei mesi di libertà vigilata. A gennaio 2024 l’attore viene ancora una volta incriminato insieme a Gutierrez-Reed. L’armatrice viene condannata a 18 mesi di carcere per il mancato controllo di sicurezza.
Per lo sparo sul set di “Rust“, la giudice Mary Marlowe Sommer respinge tutte le accuse a carico di Alec Baldwin e archivia il caso, dopo la scoperta che la polizia e i procuratori hanno nascosto prove alla difesa sulla morte della Hutchins.
Alec Baldwin: “La mia verità sullo sparo di Rust“
Sebbene il caso sia stato definitivamente archiviato da poco meno di un mese, Alec Baldwin ha deciso di non voler più tacere su quanto accaduto quel giorno e in questi anni. Una piccola anticipazione direttamente dalla bocca dell’attore è arrivata lo scorso 16 dicembre 2024, durante una puntata del podcast “Fail Better” di David Duchovny.
L’enigmatica frase “La verità su ciò che è accaduto non è mai stata raccontata“, detta dall’attore fa riaccendere i riflettori, appena spenti, sulla triste vicenda. Tuttavia, Baldwin è chiaro: “C’è altro da venire, ma il più da venire è ora il mio sforzo, e sarà innegabilmente uno sforzo di successo, di sollevare e di esporre ciò che è realmente accaduto. Stavo contrattaccando. Ero sulla difensiva. Venivo accusato. Mi stavano incriminando“.
Come riportato da Variety, Alec Baldwin è convinto che i media hanno “soppresso ogni storia utile alle sue possibilità di essere scagionato e amplificato, invece, ogni storia che contribuiva a infangare la sua immagine nei tre anni successivi alla tragica morte del direttore della fotografia di “Rust” Halyna Hutchins”.
In particolare infatti, riguardo lo sparo sul set di “Rust“, Alec Baldwin non ha ancora concluso la sua battaglia. L’attore spiega che altri procedimenti legali prenderanno avvio nel prossimo futuro e che, anzi, dettagli inediti saranno svelati:
In questi ultimi tre anni, la gente ha semplicemente cenato fuori. Perché in questo Paese, quando la gente ti odia a quel livello, vuole tre cose. Vogliono che tu muoia. Dopo l’incidente, alcuni non si sono fermati davanti a nulla per escludermi dal settore. Era come essere morto, perché vaghi sulla terra e sei invisibile
E aggiunge:
Credo che, in base alle comunicazioni che ho avuto ultimamente, le cose stiano tornando a funzionare per me. Sono felice di questo perché ho sette figli. Ma ho anche apprezzato il fatto che non si sa molto di questo caso perché non c’è stato un processo completo
Le accuse a Hannah Gutierrez-Reed
Dal processo archiviato a metà ad avere la peggio è stata la giovane armatrice, Hannah Gutierrez-Reed. All’epoca dell’incidente, la ragazza aveva 24 anni e ben poca esperienza lavorativa. Tuttavia, è figlia dell’armaiolo veterano Thell Reed.
Quello sul set di “Rust” era il suo secondo lavoro, dopo aver da poco completato il suo ruolo di capo armaiolo per il film “The Old Way”, con Clint Howard e Nicolas Cage. Medesima posizione anche nella produzione di Souza con Baldwin. Eppure, quello che ha portato alla morte della 42enne Hutchins, non è stata la sua unica negligenza.
Al Los Angeles Times, infatti, alcuni testimoni hanno dichiarato che, alcune ore prima del fatale incidente, almeno sei dipendenti avevano lasciato la troupe, proprio per le scarse condizioni di sicurezza del set.
Operatori di ripresa e assistenti hanno dato le dimissioni a causa dell’eccessivo risparmio della produzione, che aveva costretto a lunghe ore di lavoro e lunghi spostamenti sena ricevere in maniera puntuale lo stipendio. A ciò, poi, si sarebbero aggiunte le ripetute segnalazioni per il mancato rispetto dei protocolli standard di sicurezza:
Non c’erano riunioni di sicurezza. Non c’era alcuna garanzia che non sarebbe successo di nuovo. Tutto quello che volevano fare era correre, correre, correre
Dopo la sentenza a 18 mesi di carcere, Gutierrez-Reed ha rilasciato alcune dichiarazioni: “La giuria ha ritenuto che io sia parzialmente responsabile di questa terribile tragedia, ma questo non significa che io sia un mostro“, mentre il suo avvocato, Jason Bowles, ha continuato: “La mia cliente è stata usata come capro espiatorio da una produzione che ha trascurato la sicurezza per motivi finanziari. Lei non aveva idea che sul set ci fossero munizioni reali“.
La procuratrice Kari Morrissey, d’altro canto, ha affermato che la ragazza non solo non ha mai mostrato alcun segno di pentimento per quanto avvenuto, ma ha persino definito “idioti” i giudici nel corso del processo. Ha spiegato:
Non si è trattato di un errore grave ma isolato, come può essere caricare accidentalmente una pistola con munizioni reali, ma di una lunga catena di errori e violazioni delle regole di sicurezza, che hanno causato la morte di un essere umano e il ferimento di un altro. Gutierrez-Reed è responsabile di aver portato sul set munizioni reali e di non aver effettuato i controlli necessari per garantire che quelle introdotte nelle pistole fossero a salve
In conclusione
Lo sparo sul set di “Rust” e la morte di Halyna Hutchins hanno sconvolto l’opinione pubblica. Nuova linfa, quindi, ha rianimato l’annosa polemica sulle garanzie di sicurezza dei lavoratori nel mondo cinematografico. La tragedia ha sottolineato nuovamente i rischi connessi a film prodotti a basso budget.
L’episodio, secondo quanto affermato da Baldwin, cela ancora numerose verità. Prove che non sono saltate fuori nel corso degli ultimi anni e che, anzi, i particolari a suo sfavore sono state gonfiati dalla stampa. Per l’attore il motivo risiederebbe nel fatto di essersi inimicato alcune persone, anche legate alla sfera politica, come lo stesso Donald Trump.
Baldwin, infatti, ha partecipato spesso al programma “Saturday Night Life” proprio con imitazioni comico-satiriche sull’ex presidente degli Stati Uniti. E, sebbene il caso si sia concluso a metà con il suo proscioglimento da ogni accusa, l’attore spiega che ci sia ancora molto da dire.
Alec Baldwin non ha ancora voluto svelare cosa sia emerso dal prosieguo di procedimenti legali portati avanti da lui e dai suoi avvocati, tuttavia, pare si tratti di qualcosa in grado di “ristabilire” la sua immagine. Lo sparo di “Rust“, infatti, ha fatto perdere ad Alec Baldwin diversi ruoli e possibilità di lavoro nel corso di questi tre anni, danneggiando la sua carriera. “Nessuno voleva più lavorare con me” ha dichiarato l’attore in una intervista.