Due sconfitte che rischiano di compromettere la stagione. Fino a questo momento il cammino di Lazio e Fiorentina è stato quasi perfetto ma entrambe le squadre hanno subito una battuta d’arresto nell’ultimo turno di campionato. Nonostante il livello delle avversarie fosse quanto mai diverso, i ko sembrano molto simili. La sconfitta di Roma, così come quella di Bologna, potrebbe avere risvolti pesanti sia in casa biancoceleste che in quella viola.
In pochi si aspettavano un avvio così entusiasmante da parte delle due compagini. Lazio e Fiorentina si sono candidate a essere le sorprese della stagione, insidiando da vicino le prime posizioni della classifica. Alla vigilia della 16esima giornata entrambe le formazioni erano attese da una sfida cruciale che avrebbe potuto consacrarle tra le grandi. I rispettivi ko hanno frenato l’entusiasmo ma non le ambizioni, che restano le stesse di pochi giorni fa.
Lazio e Fiorentina, l’attacco tradisce Baroni e Palladino
A Firenze c’era grande entusiasmo per la trasferta di Bologna. Il 7-0 contro il LASK in Conference League aveva dato importanti conferme sulle potenzialità della squadra di Palladino. Le cose, però, non sono andate secondo i piani anche a causa dell’imprecisione degli attaccanti. Cinque tiri in porta ma zero gol: Kean e compagni hanno sprecato troppo, pagando a caro prezzo chance fallite dalle parti di Skorupski.
Modalità differenti ma stesso risultato in casa Lazio. Gli attaccanti di Baroni hanno avuto pochissime occasioni in zona calda, dato inaspettato viste le recenti prestazioni dei biancocelesti. Appena un tiro in porta per una formazione capace di segnare 7 gol nelle ultime 3 partite. Il mister è stato tradito anche dai suoi giocatori offensivi, anche se a risaltare è stata la pessima prova della retroguardia.
Incidente di percorso o segnale d’allarme?
All’indomani del turno di campionato le sconfitte di Lazio e Fiorentina possono essere lette in due modi differenti. C’è chi allude a un semplice incidente di percorso e chi pensa che possa essere un segnale d’allarme in vista dei prossimi impegni. Dare una risposta è quasi impossibile anche se, analizzando le prestazioni di biancocelesti e viola, è più logico propendere per la prima ipotesi.
Fino ad ora Baroni e Palladino hanno dimostrato di tenere in pugno la propria squadra. Le rotazioni e i cambi di modulo non hanno influito sui risultati, a dimostrazione del grande lavoro svolto dai due tecnici. Attualmente Lazio e Fiorentina hanno sicurezze che non possono essere scalfite da una semplice sconfitta. Ci sarà da attendere la reazione sul campo, fondamentale nel caso della Lazio dopo il 6-0 rimediato contro l’Inter.
Tra campionato e coppe europee
Molte delle certezze costruite da Lazio e Fiorentina sono arrivate in campo internazionale. I biancocelesti guidano la classifica di Europa League, mentre i toscani sono terzi a 3 punti dalla vetta. Un risultato straordinario che in pochi avrebbero potuto pronosticare alla vigilia del sorteggio. Le vittorie in Europa hanno facilitato la crescita delle due squadre, aiutandole anche in campionato. Ora c’è solo da dare continuità alle prestazioni, una delle sfide più complicate per allenatore e giocatori.
I ko di Lazio e Fiorentina
- Scarso rendimento offensivo: Lazio e Fiorentina hanno deluso sul piano offensivo nell’ultimo turno di campionato. I viola, dopo l’entusiasmo per il 7-0 contro il LASK, hanno sprecato diverse occasioni contro il Bologna, mentre la Lazio ha prodotto solo un tiro in porta, segnando un calo rispetto alle recenti buone prestazioni.
- Possibile incidente di percorso: Le due sconfitte hanno sollevato dubbi sull’attuale condizione di Lazio e Fiorentina ma i segnali non sembrano allarmanti. Entrambe le squadre hanno mostrato solidità e organizzazione sia in campionato che in Europa. I due risultati negativi sembrano episodi isolati piuttosto che segnali d’allarme.
- Il cammino in Europa: Le certezze di Lazio e Fiorentina sono state costruite anche grazie agli ottimi risultati ottenuti nelle competizioni europee. Ora la sfida per entrambe le formazioni sarà mantenere la continuità, una delle prove più difficili per allenatori e giocatori nel lungo termine.