Dal 14 dicembre è entrato ufficialmente in vigore il nuovo Codice della Strada fortemente voluto dal ministro dei Trasporti Matteo Salvini. Tra le principali novità, la sospensione immediata della patente per chi utilizza il cellulare alla guida e l’applicazione di pene e sanzioni più severe per chi si mette al volante dopo aver assunto alcol o sostanze stupefacenti.
Proprio in relazione all’uso di sostanze, le nuove norme stabiliscono che basterà risultare positivi ai test antidroga per vedersi revocare la patente per ben tre anni, indipendentemente dal reale stato di alterazione al momento del controllo. Un approccio, ispirato alla linea della “tolleranza zero”, al centro del dibattito pubblico degli ultimi giorni, soprattutto a seguito del botta e risposta tra Vasco Rossi e il ministro Salvini.
Nuovo codice della strada, critiche le associazioni
Nonostante l’introduzione di pene e sanzioni più rigide, il nuovo Codice della Strada ha sollevato diverse critiche.
Le associazioni che si occupano di mobilità sicura e sostenibile e i familiari delle vittime della strada accusano infatti la riforma di privilegiare un approccio repressivo su uno preventivo ed educativo, definendo non a caso il testo come “Codice della strage”, data la scarsa incisività nell’affrontare le vere cause dell’insicurezza stradale.
A esprimere questa posizione anche Marco Scarponi, segretario generale della Fondazione Michele Scarponi, nata in memoria del ciclista vittima della strada per contribuire al rafforzamento di una corretta cultura del comportamento stradale.
Codice della Strada, il parere della Fondazione Scarponi
Scarponi, raggiunto da Tag24, ha spiegato i motivi per cui le nuove regole non riusciranno davvero nell’intento di aumentare la sicurezza, così come nelle intenzioni del ministro Salvini:
«In questo nuovo Codice della strada non vediamo grandi novità: si pone infatti l’accento sull’aumento delle pene per reati già esistenti nel vecchio impianto. Ciò che continua a mancare sono le soluzioni e l’attenzione per gli utenti fragili, come pedoni e ciclisti. I temi affrontati sono gli stessi di sempre: non a caso, in questi giorni si parla solo di cannabis e ritiro della patente.
La riforma del Codice della Strada dovrebbe rappresentare un’importante occasione di cambiamento per la società, promuovendo una nuova cultura della mobilità. L’obiettivo dovrebbe essere trasformare la strada in uno spazio condiviso, non più esclusivamente dedicato alle auto, ma pensato per tutte le persone. Una visione innovativa, dunque, che oggi è assente».
Fondazione Scarponi: ignorati bisogni dei giovani
Una visione che, secondo Scarponi, la rete associazionistica ha provato a portare al tavolo del ministro Salvini, seppur senza risultati:
«Insieme a tante associazioni abbiamo provato a partecipare, portando le nostre proposte al tavolo del Ministero dei Trasporti. Purtroppo non siamo stati ascoltati.
A essere stati dimenticati, inoltre, sono stati i giovani, ovvero la società futura. Lavorando nelle scuole, abbiamo riscontrato che solo una percentuale irrisoria di giovani, intorno al 3%, sta frequentando il corso per il patentino. Questo ci dice che i ragazzi oggi hanno maggior interesse per le nuove alternative sostenibili rispetto al motorino o alla macchinetta».
Fondazione Scarponi: nuovo Codice non fa prevenzione
Tra gli aspetti più carenti del nuovo Codice della strada, per Scarponi, vi sono poi l’assenza di prevenzione e di misure tese all’educazione degli utenti stradali:
«Quando lo Stato non investe su questi aspetti si ottengono pochi risultati. Anche perché c’è il tema dei controlli: se non ci sono, cosa ne facciamo delle pene? Ecco perché, a nostro giudizio, il nuovo Codice della strada è un’occasione persa: continuiamo a parlare di chi guida con il telefono, o sotto effetto di alcol e droghe, ma si ignorano i danni causati dalla velocità.
Certamente non intendo sminuire quanto siano pericolose queste condotte. Tuttavia la sensazione è che si vogliano usare questi temi per non scandalizzare chi usa l’auto in maniera sbagliata, anche da sobrio».
Fondazione Scarponi: Codice tutela abitudini sbagliate
Anche la norma del nuovo Codice della strada relativa agli autovelox – per la quale si potrà pagare una sola sanzione, anche nel caso si prendano, in meno di un’ora, più multe nello stesso tratto – testimonia per Scarponi l’assenza di una volontà realmente innovatrice in tema di sicurezza stradale:
«Questa norma dimostra la tendenza a voler in qualche modo tutelare alcune abitudini sbagliate. Il ministro Salvini, d’altronde, ha appoggiato piuttosto apertamente le attività di distruzione degli autovelox del cosiddetto Fleximan.
La verità è che, quando si parla di velocità, gli italiani storpiano il naso. Ecco perché parlavo di cultura: oggi si pensa Salvini sia impopolare perché ha deciso di arrestare e levare la patente a chi guida sotto effetto di alcol e droga. La vera misura impopolare, tuttavia, sarebbe stata quella di limitare la velocità.
Quando Bologna è diventata Città30, tutti – anche il ministro – hanno puntato il dito contro il sindaco Lepore. Eppure è questa la via per una vera rivoluzione nella sicurezza stradale».
Nuovo Codice della Strada, le critiche alla riforma Salvini
- Entrata in vigore del Nuovo Codice della Strada. Il 14 dicembre è entrato in vigore il nuovo Codice della Strada, voluto dal ministro Matteo Salvini. Tra le principali novità, ci sono la sospensione della patente per chi usa il cellulare alla guida e pene più severe per chi guida sotto l’effetto di alcol o sostanze stupefacenti, con una revoca della patente di tre anni in caso di positività ai test antidroga.
- Critiche dalle associazioni e dalla Fondazione Michele Scarponi. Nonostante le nuove norme, le associazioni di mobilità sicura e i familiari delle vittime della strada criticano la riforma, accusandola di essere troppo repressiva e di non affrontare le cause reali dell’insicurezza stradale. La Fondazione Michele Scarponi, in particolare, critica l’assenza di prevenzione e di misure educative.
- Parere di Marco Scarponi. Marco Scarponi, segretario generale della Fondazione Michele Scarponi, sostiene che il nuovo Codice non introduca vere novità, ma si concentri sull’aumento delle pene per reati già esistenti. Manca l’attenzione per utenti fragili come pedoni e ciclisti e si continua a parlare di tematiche come l’uso di cannabis e il ritiro della patente, ma senza affrontare le vere problematiche della sicurezza stradale.
- Critiche alla visione del Codice e alle proposte non ascoltate. La Fondazione Scarponi e altre associazioni hanno cercato di proporre modifiche al Ministero dei Trasporti, ma affermano di non essere state ascoltate. Lamentano anche la poca attenzione verso i giovani, evidenziando che solo una piccola percentuale frequenta il corso per il patentino e che i ragazzi sono più interessati a soluzioni di mobilità sostenibile.
- Sicurezza stradale e velocità. La Fondazione Michele Scarponi sottolinea che il Codice non affronta il problema della velocità, che è una delle principali cause di incidenti. Criticano anche la norma sugli autovelox, che permette di pagare una sola sanzione per più multe in breve tempo. Infine, criticano l’atteggiamento del ministro Salvini verso le politiche di limite di velocità, ritenendo che la vera misura impopolare sarebbe stata quella di ridurre la velocità per garantire una maggiore sicurezza stradale.