Piaccia o no, il 2024 che sta per concludersi è stato l’anno dell’intelligenza artificiale e della sua affermazione nella nostra vita quotidiana, in forme e modalità variabili. Un fenomeno le cui conseguenze future non sono ancora del tutto visibili, con la consueta divisione tra favorevoli e contrari. Una divisione particolarmente accesa nel cinema, arte tecnologica per definizione, che esplode ora intorno all’uso smisurato dell’intelligenza artificiale nel film “Here, che riunisce Tom Hanks e Robert Zemeckis dopo il successo di “Forrest Gump“, fortemente criticato da Lisa Kudrow.

L’attrice, che tutti ricordano per il ruolo di Phoebe Buffay nella sitcom “Friends“, attacca in particolare il ringiovanimento digitale degli interpreti ottenuto nella pellicola proprio grazie all’IA, intravedendo in un simile eccesso il rischio per i giovani attori di oggi e di domani di venire tagliati fuori dal mercato del lavoro.

Parole che non avranno fatto molto piacere a Zemeckis e al suo protagonista Tom Hanks. Entrambi, infatti, nelle ultime settimane si sono spesi in grandi elogi del risultato ottenuto grazie all’intelligenza artificiale.

Lisa Kudrow contro l’uso dell’intelligenza artificiale in “Here”

Un endorsement per l’intelligenza artificiale“.

Lisa Kudrow definisce senza mezze misure il film “Here” diretto da Robert Zemeckis, intervenendo al podcast “Armchair expert”. Un attacco che, però, non vuole essere una critica a ciò che si vede sullo schermo. Quella dell’attrice è una riflessione più a carattere sindacale, quasi, che trova le sue origini nello sciopero indetto da sceneggiatori e attori nel 2023 a Hollywood. I manifestanti reclamavano, infatti, la necessità di introdurre limiti all’uso dell’IA e le accuse della Kudrow al film di Zemeckis vanno proprio in questa direzione.

Nel prodigioso ringiovanimento digitale dei due interpreti principali, Tom Hanks e Robin Wright, Kudrow vede, infatti, un pericolo spaventoso per chi voglia intraprendere il mestiere d’attore.

“Hanno girato la scena e poi hanno potuto guardare la riproduzione di loro da giovani. E tutto quello che ho capito è che questo è un endorsement per l’IA. Non sto dicendo che rovinerà il cinema ma cosa resterà? Cosa ne sarà degli attori emergenti? Si limiteranno a concedere licenze e a riciclare sempre gli stessi volti“.

Il problema, per l’attrice, non è dunque la tecnologia in sé ma l’uso improprio che rischia di farne un’industria che, in nome del profitto, potrebbe calpestare i diritti di lavoratrici e lavoratori. Kudrow immagina cosa succederebbe se gli attori famosi di oggi decidessero di concedere i diritti per sfruttare digitalmente le loro sembianze, consentendo agli Studios di farne l’uso che preferiscono.

Una simile decisione in futuro potrebbe costare il posto a numerosi giovani attori perché, inutile negarlo, uno Studio considererà sempre più redditizio un film con una grande star, ringiovanita o invecchiata a seconda delle esigenze, anziché uno con un giovane attore poco noto.

Tom Hanks e Robert Zemeckis difendono l’intelligenza artificiale in “Here”

I dubbi della Kudrow possono apparire, forse, eccessivi. Tuttavia, il suo è un grido d’allarme che merita di essere ascoltato, soprattutto in un contesto come quello di Hollywood in cui arte e diritti possono essere sacrificati sull’altare del successo economico.

Bisogna dire che “Here” sembra il progetto perfetto per mettere alla prova le potenzialità tecnologiche della Settima Arte. La macchina da presa riprende, fissa, un punto specifico del pianeta nel corso della sua evoluzione, dai dinosauri fino alla costruzione di una casa nella quale vivranno le loro vite i personaggi interpretati da Tom Hanks e Robin Wright.

Il trailer italiano di “Here”.

Un esperimento che trova il commento estasiato del protagonista Tom Hanks, carico di un entusiasmo davvero smisurato verso le potenzialità dello sviluppo tecnologico fornito dall’intelligenza artificiale.

L’attore, che nel 2025 sarà anche il narratore del documentario “The Americas sulle bellezze del pianeta Terra, dichiara senza esitazioni al podcast di Adam Buxton che potrebbe proporre a un produttore il progetto di “una serie di sette film” nella quale avrebbe “32 anni da adesso fino alla fine dei tempi.

Un elogio dell’IA che non sembra minimamente tenere conto delle criticità che questa tecnologia porta con sé. Perché, facendo proprie le riflessioni di Lisa Kudrow, questo progetto immaginario finirebbe col togliere spazio, magari, a qualche meritevole attore sulla trentina che, però, non si chiama Tom Hanks.

E non appare molto diversa la posizione di Robert Zemeckis sebbene, nel suo caso, non si possa parlare di una novità.

Il regista di “Ritorno al futuro” è da sempre, infatti, un fervente sostenitore del progresso tecnologico applicato al cinema. Atteggiamento confermato in pellicole come “Chi ha incastrato Roger Rabbit” (1988), primo convincente esperimento di fusione tra riprese in live action e animazione, o “A Christmas carol” (2009), rilettura in 3D, con l’ausilio della performance capture, del classico di Charles Dickens.

In un’intervista rilasciata al New York Times, Zemeckis spiega che “questo film non si sarebbe potuto fare tre anni fa. Un modo per sottolineare trionfalmente i passi in avanti compiuti dalla tecnologia negli ultimi tempi.

Poi, quasi a voler rassicurare i vari reparti di un set cinematografico, dagli attori ai professionisti di trucco e acconciature, il regista ci tiene a rimarcare che questo procedimento non ha eliminato nessun reparto ma, anzi, ha portato a una maggiore collaborazione tra parrucchieri, truccatori e gli esperti del digitale che “lavorano tutti insieme“.

“Here”, cosa dice la critica sul film di Zemeckis?

Polemiche e interrogativi che accompagnano il giudizio con cui la stampa statunitense ha accolto la pellicola di Zemeckis, arrivata nei cinema USA lo scorso 1 novembre (in Italia l’uscita è fissata per il 9 gennaio 2025).

Molto duro, ad esempio, Rex Reed dell’Observer, che definisce il film “un esperimento odioso, oltre che particolarmente noioso, “che dimostra che la nostalgia e i trucchi tecnologici non possono salvare una storia che non sa dove andare“.

Dal canto suo, David Rooney di The Hollywood Reporter accusa direttamente il film e il suo regista di avere più a cuore la propria sperimentazione tecnologica che non lo sviluppo di una storia degna di questo nome. Inoltre, nella recensione del giornalista riecheggiano le preoccupazioni di Lisa Kudrow sull’impatto che questo tipo di progresso avrà sul cinema e sul concetto di recitazione che, secondo Rooney, starebbe “percorrendo una strada digitale sempre più disumanizzante“.

Per la sua analisi critica, David Fear di Rolling Stone sceglie, infine, la strada del confronto tra il film e la sua origine a fumetti. Il giornalista sottolinea, infatti, come la limitazione del singolo punto di vista che racchiude dentro di sé migliaia di momenti diversi della storia umana fosse rivoluzionaria nella graphic novel di McGuire mentre risulta “poco più di un bieco espediente” tecnico nella versione firmata da Zemeckis.

Conclusioni

  • Lisa Kudrow contro l’uso dell’IA in “Here: Lisa Kudrow ha criticato l’uso dell’intelligenza artificiale per il ringiovanimento digitale degli attori Tom Hanks e Robin Wright nel film “Here” di Robert Zemeckis. L’attrice ha espresso preoccupazioni sul rischio che tale tecnologia possa ridurre le opportunità per giovani attori, favorendo l’utilizzo potenzialmente infinito delle stesse star di Hollywood attraverso l’IA, senza offrire spazio a nuovi talenti;
  • Difesa dell’IA da Hanks e Zemeckis: Tom Hanks e Robert Zemeckis hanno, invece, difeso l’uso dell’IA nel cinema, esaltandone le potenzialità. Hanks ha elogiato la tecnologia, mentre Zemeckis ha sottolineato che “Here” sarebbe stato impossibile senza i progressi tecnologici degli ultimi anni, pur insistendo sul fatto che il progresso tecnologico non è stato portato avanti sacrificando o eliminando reparti fondamentali come truccatori e parrucchieri;
  • Critiche alla pellicola: il film ha ricevuto critiche per la sua eccessiva focalizzazione sulla sperimentazione tecnologica a discapito della trama. Recensori come Rex Reed e David Rooney (rispettivamente dell’Observer e del The Hollywood reporter) hanno definito “Here” noioso e privo di una narrazione solida, con alcune recensioni che evidenziano le preoccupazioni di Kudrow sull’uso della tecnologia per sostituire l’aspetto umano nella recitazione.