L’Oxford English Dictionary ha scelto “brainrot” come parola dell’anno 2024, termine che cattura perfettamente l’essenza dell’era digitale che stiamo vivendo. Secondo il prestigioso dizionario, questa parola è infatti emersa come simbolo del modo in cui utilizziamo il nostro tempo libero, soprattutto con l’avvento dei social media.

Subito dopo la sua scelta, il vocabolo è diventato virale e in molti si chiedono cosa significhi e perché se ne parli così tanto.

Il significato di “Brainrot”, la parola dell’anno

Il termine letteralmente significa “cervello marcio” e descrive il deterioramento mentale o intellettuale percepito a causa del consumo eccessivo di contenuti mediocri e poco impegnativi che sono facilmente reperibili online.

Insomma, si tratta dell’effetto diretto delle abbuffate che internet e i social provocano alla nostra mente e di cui siamo costantemente bombardati.

Per gli utenti della rete, però questo neologismo non è una vera e propria novità. Non a caso su TikTok e altri social, ci si imbatte da tempo nell’hashtag #brainrot utilizzato per definire video privi di senso, visualizzati magari da milioni di persone per il solo gusto di perdere tempo, ma senza una reale utilità o interesse specifico.

La vera novità, però, è la crescente preoccupazione intorno al consumo sempre maggiore di questo tipo di contenuti, che avrebbe effetti dannosi per il cervello e che per questo andrebbe contrastato.

Gli effetti del brainrot sulla mente

Quello che può sembrare un’innocente perdita di tempo in realtà provoca degli effetti ben precisi sulla nostra mente. Con la visione di contenuti di scarsa qualità che si possono trovare sia su internet ma anche in televisione o su altre piattaforme si rischiano dei severi danni che porterebbero a “marcire” il cervello.

Diversi studi, infatti, dimostrano da tempo come queste nuove modalità di interazione vadano ad appiattire il quoziente intellettivo, che infatti appare in diminuzione, specie nelle nuove generazioni e riducano anche la capacità cognitiva sociale molto importante per l’essere umano.

Passando il nostro tempo libero davanti ad uno schermo si riduce nettamente anche la capacità che ci permette di entrare in relazione con gli altri, di provare empatia e avere un giudizio sociale. Questa infatti è un’abilità che si sviluppa soltanto allenandola, ma dal momento che la fruizione tecnologica e le interazioni a distanza stanno aumentando, il rischio è che presto si possa perdere del tutto questa importante attitudine.

Un altro effetto del “brainrot”, da non sottovalutare, è una maggior difficoltà di concentrazione. Alcune ricerche condotte sugli studenti evidenziano infatti come risentano molto di un generale calo di attenzione, proprio a causa delle “abbuffate” di video, reels e short che ormai tappezzano i social.

Secondo un report di GlobalWebIndex, l’istituto che si occupa delle ricerche di mercato si trascorrerebbe in media almeno 1 ora e 46 minuti al giorno sulle piattaforme social. Il dato preoccupante risiede nel fatto che spesso scrollare video su internet è una delle prime azioni che si compiono al mattino, per proseguire in ogni momento libero della giornata, che sia alla fermata dell’autobus, in coda al semaforo o al supermercato fino ad arrivare alla sera prima di andare a dormire.

Usare la tecnologia in modo intelligente

Anche se la preoccupazione intorno a questo fenomeno cresce sempre di più, ciò non significa che non si debba usare la tecnologia. Come sappiamo, la tecnologia è spesso utile e in grado di facilitare la vita ma va in ogni caso, usata in maniera intelligente, senza esserne schiavi, sapendo dominarla per non correre il rischio di danneggiare il nostro cervello.

Il pericolo, altrimenti, è proprio quello di andare incontro a una ridotta capacità di attenzione, a difficoltà nel comprendere il contenuto di testi lunghi e complessi oppure di esprimersi con un linguaggio simile a quello dei social, dunque più limitato.

Per evitare tutte queste conseguenze pericolose per la salute e la quotidianità, sarebbe opportuno mantenere la capacità logica di ragionamento, sviluppare la propria intelligenza e intuito senza ricorrere a strumenti tecnologici, che consentono di avere a portata di mano la soluzione senza fare il minimo sforzo.

Scopri anche la parola dell’anno 2023.