Cicciano, 1997. Silvestro delle Cave, un bambino di otto anni, viveva una vita apparentemente ordinaria. Come tanti suoi coetanei, divideva le sue giornate tra scuola, giochi e affetto familiare.
Banchi di scuola, partite di calcio, serate serene a casa con i suoi genitori: un’esistenza tranquilla, senza ombre.
Insieme ai suoi compagni di giochi, il ragazzino combinava anche delle marachelle, come suonare ai citofoni del rione popolare Gescal e scappare via, provando l’adrenalina e la tensione del momento.
Uno dei suoi vicini di casa, furioso per lo scherzo subito, scese in strada e inveendo contro il gruppetto.
Silvestro, impaurito dallo scatto d’ira dell’uomo, scoppiò a piangere fragorosamente. Per calmarlo, l’anziano lo invitò nella sua abitazione, che si trasformò, suo malgrado, in un luogo di abusi psicologici e sessuali fino al giorno della sua scomparsa.
L’ultimo avvistamento del bambino
L’8 novembre 1997, Silvestro, studente del circolo didattico di Cicciano, arrivò a scuola come di routine, intorno alle 8:20 del mattino, ma non entrò.
“Ho dimenticato la scatola dei colori a casa di mia zia, ritornerò tra poco” riferì a un amico, prima di sparire misteriosamente.
Da quel momento nessuno ebbe più notizie del bambino. I genitori, preoccupati ne denunciarono la scomparsa alle forze dell’ordine, dopo aver scoperto che Silvestro aveva marinato le lezioni.
Un elemento, però, contribuì ad aumentare il senso di preoccupazione: nessuno degli effetti personali del ragazzino era presente a casa della parente.
L’inizio delle ricerche
I giorni passarono e di Silvestro non vi era traccia. Nessuno aveva visto o sentito nulla: regnava un silenzio tombale tra Cicciano e Roccarainola.
Le indagini partirono tempestivamente. Non c’era tempo per ipotizzare un allontanamento volontario, né tanto meno una fuga per motivazioni futili: qualcosa di più oscuro e drammatico sembrava nascondersi dietro questa vicenda. Tutte le forze di polizia della zona furono allertate.
Le unità cinofile setacciarono la zona alla ricerca di indizi. Fiutarono il passaggio del bambino nei pressi di un portone vicino casa della zia.
Il mistero si infittì: come poté un bambino così piccolo a sparire nel nulla, come un fantasma? Si ipotizzò la pista del rapimento.
Il tragico epilogo: Silvestro fu ucciso
Il 18 novembre 1997, uno dei tre assassini di Silvestro confessò il delitto. Il bambino fu barbaramente ucciso da un anziano con la collaborazione dei due generi.
Il piccolo, stanco dei ripetuti abusi sessuali perpetuati dai suoi aguzzini, chiese loro una tregua.
Di risposta, venne assassinato senza pietà a colpi di pugni e bastonate, come riferito all’epoca dalla trasmissione televisiva “Chi l’ha visto?”.
Successivamente il cadavere del ragazzino fu rinchiuso in un sacco e portato in una zona vicina all’abitazione, cosparso di benzina e dato alle fiamme.
Il ritrovamento del cadavere
Sette anni dopo, il 12 aprile 2005, venne ritrovato il corpo privo di vita di Silvestro in un appartamento di Roccarainola.
Le ossa del bambino furono rinvenute all’interno di una valigia, rannicchiate in posizione fetale. All’interno si trovavano pezzi di abiti, un orologio, una collanina e le sue scarpette.
Dall’esame del DNA condotto dai RIS emerse una verità differente da quella raccontata dagli assassini: il piccolo non fu ucciso a bastonate, poiché le ossa non presentano alcun segno di rottura.
Tutti e tre gli assassini furono arrestati. L’anziano morì prima di essere giudicato, il secondo fu condannato all’ergastolo per omicidio e violenza sessuale e il terzo ricevette una pena per distruzione delle spoglie mortali pari a nove anni.
Un altro caso di bambini scomparsi, accaduto negli stessi anni è quello di Salvatore Colletta e Mariano Farina, spariti il 31 marzo del 1992 da Casteldaccia, in provincia di Palermo.
I genitori dei ragazzi non si sono mai arresi e, come per la madre di Delle Cave, confidando che un giorno emerga la verità sulla vicenda e di ottenere, a distanza di oltre trent’anni, finalmente giustizia.