Cinquanta anni fa nasceva il ministero dei Beni culturali, una creatura di Giovanni Spadolini, il fiorentino, “un italiano”, come amava definirsi e come è scritto sulla sua tomba. Cosimo Ceccuti, presidente della Fondazione che porta nome dello statista, ricorda che il 14 dicembre 1974 Aldo Moro istituiva per Decreto legge il Ministero per i Beni culturali e ambientali, affidandone la guida a Spadolini.
Nel libro “Beni culturali. Diario, interventi, leggi” (Vallecchi Editore), si trovano due pagine con le riflessioni di Spadolini scritte alla vigilia della nascita del ministero: “È venerdì, e 13. Ma non sono superstizioso: anzi considero il 13, per non poche esperienze della mia vita, come un segno di fortuna. È convocato il Consiglio dei ministri del bicolore Moro-La Malfa che deve varare lo schema di provvedimento di urgenza destinato a costituire, pleno jure e non con la finzione del senza portafoglio, il ministero per i Beni culturali e per l’ambiente”.
Fu un’intuizione di Giovanni Spadolini e firmata dal presidente del consiglio Aldo Moro
Per Spadolini è una “denominazione che riflette, allo stato degli atti, la fusione fra i due tronconi realizzata col passaggio dal quarto al quinto governo Rumor. In parecchi colloqui sia con Moro sia con La Malfa, è stata decisa la via del decreto legge: l’unica che ci ponga al riparo dai rischi, troppo gravi in questo tormentato settore, di nuovi insabbiamenti, di ulteriori rinvii”.
Sono passati cinquanta anni ed è giusto ricordare quei giorni e colui che ebbe la geniale intuizione. Nel 2025 è anche il centenario della nascita di Giovanni Spadolini ed è già in moto la macchina per organizzare celebrazioni degne dello statista che fu.