Presentato in anteprima mondiale alla scorsa edizione del Festival di Cannes, “L’Orchestra Stonata” è il nuovo film diretto dal regista, attore e sceneggiatore francese Emmanuel Courcol che vede protagonisti gli attori Benjamin Lavernhe e Pierre Lottin. Questa gradevole commedia drammatica, attraverso la musica, ci fa affezionare ai fratelli Thibaut e Jimmy, separati alla nascita, che si ritrovano in età adulta in occasione di un brutto male diagnosticato a uno dei due.

“L’Orchestra Stonata”, recensione

In un teatro di Parigi c’è una famosa orchestra che si sta preparando per un grande concerto di musica classica. A dirigere quel folto gruppo di abili musicisti c’è Thibaut Desormeaux (Benjamin Lavernhe), un direttore d’orchestra di fama mondiale. Thibaut è cresciuto a Parigi insieme a sua sorella, allevato da genitori facoltosi dai modi borghesi, ma comunque amorevoli. Sin da bambino ha mostrato istintivamente un attaccamento viscerale nei confronti della musica; da adolescente, grazie a sua madre e a suo padre, ha potuto studiare al conservatorio, sviluppando un enorme talento innato che la natura ha voluto donargli. Esercitandosi quindici ore al giorno, tutti i giorni, ha imparato a far scivolare rapidamente le dita sui tasti bianchi e neri del pianoforte, come una pattinatrice che con eleganza scivola sul ghiaccio danzando. E così, adesso che ha quarant’anni, passeggia quotidianamente lungo le righe degli spartiti sui quali si diverte, si commuove, si smarrisce e si ritrova. All’interno di qualunque sinfonia è come se trovasse un incastro sublime che lo fa innamorare perdutamente ogni volta, e dirigere tanti strumenti tutti insieme rappresenta per lui un amplesso perfetto. Quando agita abilmente quella bacchetta mentre lavora entusiasta pare quasi che compia una magia. Thibaut è sempre allegro, estremamente educato, dal sorriso accogliente e dallo sguardo gentile. Nonostante possegga un’abilità avvezza a pochi che gli ha consentito di farsi un nome noto, nei suoi modi non c’è mai un briciolo di arroganza.

Dunque la sua esistenza pare scorrere tranquilla e felice, retta e salda come una corda di violino. Ma all’improvviso un brutto malore lo coglie di sorpresa: dopo uno svenimento inaspettato, facendo degli accertamenti in ospedale, scoprirà di soffrire di leucemia. Ha bisogno di un trapianto urgente di midollo e chiede a sua sorella di fare delle analisi per accertare la loro compatibilità. Dramma nel dramma: verrà così a conoscenza che entrambi sono stati adottati da piccoli e che quindi lei non è compatibile. Nel tentativo in extremis di salvarsi la vita cercherà sua madre biologica, che però è morta, ma al suo posto troverà un fratello che non pensava di avere. Jimmy Lecocq (Pierre Lottin), un uomo poco più piccolo di lui, cresciuto in un contesto notevolmente meno abbiente, in un triste comune della provincia francese, che lavora come inserviente in una mensa. Quando Thibaut si recherà a casa sua per chiedergli una donazione di midollo e si ritroverà davanti un individuo dai modi un po’ rozzi, ma con due splendidi occhi azzurri come il mare, nessuno dei due sembrerà aspettarsi alcuna similitudine. Sono proprio diversi in tutto, dall’estetica al carattere. Eppure Jimmy nel garage di casa di sua madre adottiva, con la quale vive dopo un brutto divorzio, nasconde il suo piccolo angolo di paradiso: una stanza piena di vinili e un giradischi ai quali si aggrappa nei momenti di disperazione. Jimmy suona il trombone per una piccola banda sgangherata e, senza rendersene conto, ha l’orecchio assoluto. Tra i due fratelli, ora legati dallo stesso midollo, si svilupperà un inaspettato legame che potrebbe salvare per sempre le vite di entrambi.

“L’Orchestra Stonata”, critica

Ritorno al cinema per l’attore, sceneggiatore e regista francese Emmanuel Courcol che alla scorsa edizione del Festival di Cannes ha presentato in anteprima “L’Orchestra Stonata”, il suo terzo lungometraggio di finzione. Questa commedia drammatica ci fa osservare da vicino il commovente e delicato rapporto ritrovato in età adulta di due fratelli separati alla nascita. Nei ruoli principali troviamo un brillante e bravissimo Benjamin Lavernhe, che interpreta Thibaut Desormeaux, un talentuoso direttore d’orchestra parigino di fama internazionale, e Pierre Lottin, anche lui perfettamente calzante nella parte di Jimmy Lecocq, inserviente in una mensa locale, cresciuto in un paesino della provincia francese, con una notevole abilità musicale purtroppo mai veramente coltivata.

Bisogna ammetterlo: i francesi le commedie le sanno fare decisamente meglio di noi, che spesso scivoliamo nel grottesco e nei cinepanettoni anche a distanza dal periodo natalizio. Basti pensare a “La Cena dei Cretini”, “Giù al Nord”, “Quasi Amici” e molte altre pellicole che sono state ampiamente apprezzate, nonché riscritte e rigirate in tutto il mondo. Ma nessuna ha mai retto il confronto con le versioni originali. Se in altri generi, spesso, il cinema francese arriva emotivamente a metà, o ti lascia l’amaro in bocca con quei finali aperti senza conclusione, nelle commedie invece vien fuori il meglio. E anche qui, ne “L’Orchestra Stonata”, in appena un’ora e quarantaquattro minuti possiamo tuffarci con leggerezza in una storia splendida, che riscalda il cuore. Merito anche e soprattutto di Lavernhe che in questo film ci regala un’interpretazione di grande prestigio. Inoltre ottima la capacità di Courcol di mostrarci pienamente la rivalità e la gelosia un po’ infantile di un fratello minore, anche in età adulta, che infondo ha solo bisogno di un riscatto personale e di qualche dimostrazione d’affetto. Tre stelle virgola sette su cinque.