Si apre una settimana cruciale per il leader della Lega Matteo Salvini. È fissata per venerdì 20 dicembre la sentenza del Tribunale di Palermo sulla vicenda Open Arms per cui il leader della Lega rischia fino a sei anni di carcere.

Una sentenza che, in caso di assoluzione metterebbe fine ad una vicenda durata cinque anni, in caso di condanna, invece, potrebbe aprire nuove tensioni politiche e sociali.

Un verdetto negativo rappresenterebbe un colpo durissimo per il vicepremier, non solo da un punto di vista personale, ma anche politico.

Ieri, domenica 15 dicembre, al congresso della Lega Lombarda e in un video-messaggio inviato ad Atreju – la kermesse politica di Fratelli d’Italia a Roma – Salvini ha ribadito di non avere intenzione di dimettersi in caso di condanna.

Eppure un eventuale verdetto negativo metterebbe la premier Giorgia Meloni in una posizione scomoda.

Processo Open Arms, la settimana del verdetto

È attesa per venerdì 20 dicembre la sentenza di primo grado per il processo Open Arms che vede imputato il vicepremier italiano Matteo Salvini, accusato di aver bloccato lo sbarco di 147 migranti, salvati in mare dalla nave dell’Ong spagnola.

I fatti risalgono ad agosto del 2019 durante il primo Governo Conte, quando il leader leghista era Ministro dell’Interno. Venti giorni di braccio di ferro tra Viminale e giudici che si concluse con lo sbarco dei migranti su disposizione della Procura di Agrigento.

Per quella vicenda oggi Matteo Salvini è a processo e rischia una condanna a sei anni di carcere, come richiesto dal pubblico ministero.

Matteo Salvini: “Condanna? Non mi dimetto”

Del processo e delle possibili conseguenze ha parlato ieri il diretto interessato, a margine del Congresso della Lega Lombarda, rispondendo alle domande dei giornalisti che gli chiedevano se stesse valutando la possibilità di dimettersi in caso di verdetto negativo.

“Assolutamente no, ci mancherebbe, no, per quale motivo?”,

ha risposto il vicepremier che poi ha aggiunto:

“Al processo di venerdì ho tre giudici che decidono, che spero non siano militanti di nessun partito e che decidano in base alla norma. Ci sono in ballo 6 anni di carcere e un milione di euro di risarcimento danno a mio carico e soprattutto il futuro dell’Italia.”

Per Salvini in gioco non c’è solo la sua posizione, ma la salvaguardia della sovranità nazionale.

“Io penso che la sentenza di venerdì più che per Salvini, che preferisce essere assolto che condannato a sei anni di galera, sia uno spartiacque per l’Italia. Una condanna anche a solo un mese significherebbe una condanna per l’Italia”.

Ha spiegato Salvini in relazione a una possibile condanna che – ricordiamo – non sarebbe definitiva, poiché il procedimento penale è ancora nella fase di primo grado e, in caso di eventuale verdetto negativo, il vicepremier potrà fare ricorso in Appello ed eventualmente in Cassazione.

Il rischio di ripercussioni sul Governo

Ieri mattina, in collegamento video con Atreju 2024, il leader della Lega ha affermato che venerdì prossimo, nell’aula del Tribunale di Palermo, rappresenterà non solo se stesso ma tutto il centrodestra

“Venerdì sarò anche a nome vostro al processo a Palermo. Sarà il giorno della sentenza vado in Tribunale a testa alta, con orgoglio. Difendere le leggi finché campo per me non potrà mai essere un reato”.

Ad ascoltarlo alla festa di FdI c’erano tutti gli alleati di Governo, Giorgia Meloni, Antonio Tajani e Maurizio Lupi.

“Ringrazio Giorgia, e gli alleati del centrodestra, lei non mi ha mai fatto mancare la solidarietà per la vicenda politica che si conclude a Palermo il 20 dicembre”.

Appoggio a parte, un’eventuale condanna di Matteo Salvini da parte dei giudici potrebbe avere gravi ripercussioni sul suo futuro nel Governo e lo renderebbe bersaglio delle opposizioni che, in passato, hanno più volte invocato le dimissioni del vicepremier.

Salvini ha ribadito che non si dimetterà in nessun caso, ma nel Governo si guarda con apprensione a venerdì prossimo e a quello che sarà la decisione dei giudici.

In un momento di grave tensione in maggioranza, una sentenza di condanna potrebbe comportare due conseguenze: compromettere ulteriormente l’unità tra gli alleati o al contrario rinsaldarla a sostegno del vicepremier della Lega.

Al momento però è difficile prevedere come potrebbe evolvere la situazione all’interno della maggioranza.

In conclusione

Settimana cruciale per Matteo Salvini, leader della Lega, in vista della sentenza del Tribunale di Palermo sul caso Open Arms, prevista per venerdì 20 dicembre.

Salvini è a processo per aver bloccato lo sbarco di 147 migranti salvati dalla nave dell’ONG spagnola Open Arms nel 2019, quando era ministro dell’Interno nel governo Conte I. Una condanna potrebbe avere pesanti ripercussioni anche sul piano politico.

Salvini ha ribadito che non si dimetterà, anche in caso di condanna. Nel frattempo, ha dichiarato che andrà al processo a Palermo a testa alta, sostenendo che difendere le leggi non può essere considerato un reato.