Oggi potrebbe essere ricordato come il giorno in cui l’asse Pd-M5s si è definitivamente rotto e a dargli il colpo di grazia potrebbe essere stato Giuseppe Conte, ironia della sorte, proprio dal palco di Atreju 2024, luogo simbolo della destra di Governo.

Poche ore prima, la segretaria del PD Elly Schlein, leader del centrosinistra italiano, aveva deciso di rispondere alle provocazioni degli alleati pentastellati. E lo aveva fatto da un altro palco di rilievo, quello dell’Assemblea nazionale del Pd.

Dopo mesi di trattative, avvicinamenti e allontanamenti, il travagliato rapporto tra Giuseppe Conte e Elly Schlein potrebbe essere arrivato al capolinea.

Il condizionale è d’obbligo, poiché in politica le cose cambiano velocemente e le ‘capriole’, che il leader M5s ha evocato riferendosi a Giorgia Meloni, sono state quasi una costante nel complicato percorso di costruzione del campo largo, progressista.

Cosa ha detto Giuseppe Conte ad Atreju 2024

Forse è stato un caso. O forse Giuseppe Conte ha scelto di proposito il palco di Atreju 2024, ‘casa’ dell’avversaria comune Giorgia Meloni, per chiudere la stagione dell’alleanza strutturale con la sinistra. Un’alleanza che al Movimento 5 Stelle è sempre stata stretta, in cui si è sempre sentito subalterno al Pd, ruolo che Giuseppe Conte, uscito rafforzato dall’Assemblea Costituente, non è più disposto a interpretare.

“Non saremo mai il cespuglio e il junior partner di nessuna forza politica. Anche prima della Costituente l’ho sempre detto noi non siamo per un’alleanza strutturale e organica ad esempio con il Pd o con altre forze perché questo snaturerebbe le nostre battaglie.”

Ha detto nel corso del suo intervento, segnando il distacco dalla sinistra e dal Partito Democratico.

Il leader pentastellato poi ha cercato di ammorbidire la posizione puntualizzando che a tempo debito si valuterà l’esistenza dei “presupposti per costruire un’alternativa di governo seria, credibile e solida”.

Insomma, nulla che Conte non avesse già dichiarato negli ultimi giorni. L’affondo vero è proprio è arrivato poco dopo, quando ha accusato gli alleati di non avere un altro programma se non quello di sconfiggere la destra:

“Se essere di sinistra significa combattere il governo attuale solo nel nome dell’antifascismo non ci sto, se essere di sinistra significa accogliere indiscriminatamente non ci sto, se essere di sinistra significa occuparsi solo delle zone bene e della ztl non ci sto.”

Un manifesto politico e un messaggio chiaro al Pd a cui ha ribadito la natura ‘progressista indipendente’ del Movimento 5 Stelle.

Caso Ruffini? L’accusa di Conte: “Operazione a tavolino del Pd”

Ce ne sarebbe già abbastanza così, ma Conte ha voluto segnare un altro passo importante nella rottura dell’alleanza Pd-M5s riferendosi al caso Ruffini, ovvero le dimissioni del Direttore dell’Agenzia delle Entrate in contrasto con il Governo – come l’ennesima operazione al tavolino del Partito Democratico.

“Io conosco Ruffini come tecnico, bravo fiscalista e tributarista. Se domani mattina nasce qualcosa e prendono i voti, è la legge della competizione. Diciamo che la sensazione è che sia una di quelle operazioni nate a tavolino dal Pd, che pensa di avere tante forze intorno per poter costruire il senso di una coralità con tanti corollari intorno”.

Più chiaro di così, Giuseppe Conte non avrebbe potuto esserlo nel suo tentativo di prendere le distanze dall’antica alleata e rivendicare l’indipendenza del suo partito.

La risposta di Elly Schlein

Qualche ora prima era toccato a Elly Schlein togliersi qualche sassolino dalla scarpa durante il suo intervento all’Assemblea nazionale del Pd all’Auditorium Antonianum a Roma, dove la parola d’ordine è stata ‘unità‘.

“Unità è una parola bellissima e impegnativa non solo per il nome delle nostre feste ma evoca storie di lotte e speranze e soprattutto un programma e un metodo”.

Ha sottolineato Elly Schlein che poi ha aggiunto:

“Sta a noi trasformare questo spirito unitario nella nostra bussola e non in una parola vuota”.

Nel suo intervento, ha risposto anche alle dichiarazioni degli esponenti del M5s dei giorni scorsi:

“Non perdiamo tempo nelle polemiche con gli altri anche quando ci chiamano in causa. La parola ‘unità’ è difficile da praticare ma quando perdiamo energia in polemiche sottraiamo spazio alle grandi battaglie che stiamo facendo per la vita delle persone”.

Un affondo chirurgico quello della segretaria Pd che, poi, chiarisce anche a chi spetti la leadership della coalizione.

“Siamo un grande partito popolare, mettiamoci al lavoro per costruire con la società l’alternativa a questo governo, ci siamo, ce la faremo. Torneremo alla guida del Paese”.

In conclusione

Ecco una sintesi in cinque punti dello scontro a distanza tra Conte e Schlein:

  1. Rottura dell’alleanza Pd-M5s: Il 14 dicembre 2024 segna probabilmente la fine dell’alleanza tra il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle, con Giuseppe Conte che, dal palco di Atreju 2024, annuncia la sua intenzione di non essere più il “junior partner” del Pd. L’intervento segna un distacco definitivo dalla sinistra, con il M5s che rivendica la propria indipendenza.
  2. Conte contro il Pd: Conte critica aspramente il Pd, accusandolo di mancare di un programma coerente se non quello di sconfiggere la destra. Inoltre, si oppone all’idea di un’alleanza strutturale, rifiutando l’approccio del Pd di combattere il governo solo in nome dell’antifascismo e sottolineando le differenze politiche tra i due partiti.
  3. Caso Ruffini: Un altro segnale di rottura arriva dalle parole di Conte sul caso Ruffini, le cui dimissioni dalla direzione dell’Agenzia delle Entrate sono interpretate come un’operazione del Pd. Conte esprime dubbi sul fatto che si tratti di una manovra politica pianificata dal Partito Democratico, cercando di prendere le distanze dall’alleato.
  4. Risposta di Elly Schlein: La segretaria del Pd, Elly Schlein, risponde agli attacchi e alle polemiche durante l’Assemblea nazionale del suo partito, ribadendo la necessità di unità all’interno del centrosinistra. Sottolinea che l’unità deve essere praticata e non solo una parola vuota e si concentra sulla costruzione di un’alternativa credibile al governo Meloni.
  5. Leadership della coalizione: Schlein chiarisce che la leadership della coalizione spetta al Pd, indicando che il partito deve lavorare per costruire un’alternativa al governo di destra e ribadendo l’obiettivo di tornare a guidare il Paese, senza farsi distrarre dalle polemiche interne o esterne.