Al momento è solo una proposta ma, in tempo di austerity e di ‘sacrifici’ anche solo pronunciare insieme le parole stipendio e ministri è sufficiente per far esplodere la polemica. Se poi si aggiunge anche la parola aumento, allora la bagarre è assicurata.

Ed è quanto sta accadendo in questo ore in Parlamento e nello specifico nelle stanze della Commissione Bilancio di Montecitorio dove è in corso la discussione sugli emendamenti della Manovra 2025, attesa in aula lunedì 16 dicembre per il primo via libera.

Tra un emendamento e l’altro, infatti, ne è spuntato anche uno della maggioranza – depositato venerdì 13 dicembre – che si propone di porre fine al diverso trattamento economico tra ministri parlamentari, cioè eletti in Parlamento, e ministri non eletti.

Un emendamento che ha fatto saltare sulle sedie le opposizioni che hanno immediatamente gridato allo scandalo. In tempi di ‘coperte corte’, di rigore dei conti pubblici e con le pensioni minime degli anziani aumentate di appena tre euro al mese, la sola proposta di aumentare di migliaia di euro gli stipendi dei ministri e dei membri dell’esecutivo non avrebbe potuto passare inosservata.

Quanto guadagneranno i ministri non parlamentari?

Sono otto i ministri dell’attuale Governo Meloni che quest’anno a Natale potrebbero ricevere un regalo inaspettato, ovvero, un sostanzioso aumento in busta paga. Si tratta degli otto ministri non eletti dell’esecutivo Meloni che ricevono un’indennità inferiore rispetto ai colleghi parlamentari, ovvero, quelli che sono stati eletti anche in Parlamento.

Attualmente i ministri non parlamentari ricevono (in base alle disposizioni del Mef) una indennità mensile lorda di 9.200 euro, a differenza dei ministri che siedono anche in Parlamento che, invece, hanno uno ‘stipendio’ di circa 10.435 euro lordi, ma che godono anche di entrate ulteriori come diaria e rimborsi spesa.

Una disparità che la maggioranza vuole cancellare tramite l’inserimento in manovra di un emendamento che di fatto prevede che a tutti i ministri venga corrisposto lo stesso trattamento economico, compresi diaria e rimborsi per esercizio del mandato che ammontano rispettivamente a 3.503,11 euro nel primo caso e 3.690 euro nel secondo, per un totale di 7.193,11 euro al mese in più.

L’impegno di spesa totale per le casse dello stato sarebbe di circa 1,3 milioni di euro.

I membri del Governo che riceveranno l’aumento

I ministri che beneficeranno dell’aumento di stipendio – qualora l’emendamento venisse approvato in Commissione Bilancio di Montecitorio – sono otto:

  • Marina Calderone (Ministra del Lavoro)
  • Guido Crosetto (Ministro della Difesa)
  • Orazio Schillaci (Ministro della Salute)
  • Alessandro Giuli (Ministro della Cultura)
  • Andrea Abodi (Ministro dello Sport)
  • Alessandra Locatelli (Ministra della Disabilità)
  • Matteo Piantedosi (Ministro dell’Interno)
  • Giuseppe Valditara (Ministro dell’Istruzione)

Agli otto ministri, si aggiungono anche nove fra viceministri e sottosegretari che godono dello stesso trattamento economico dei titolari dei ministeri.

La sinistra: “Aumentato stipendio ministri, ma non a italiani”

La proposta del Governo Meloni di aumentare gli stipendi dei suoi ministri ha naturalmente generato immediati attacchi da parte delle opposizioni che hanno avuto gioco facile a evidenziare le differenze tra l’aumento delle indennità dei ministri e quello deciso per le pensioni minime (di appena tre euro), nonché i tagli operati nella sanità e nel welfare.

“La Meloni aumenta gli stipendi ai membri del suo governo. Ai pensionati 1,80 € al mese. Ai ministri e sottosegretari 7.200€ al mese. La destra vicina al popolo”.

Scrive sul suo profilo X la deputata del Pd Alessia Morani.

Il Governo ha ‘gettato la maschera’ secondo il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte che sui social accusa la maggioranza di aver bocciato l’emendamento a sua prima firma che prevedeva un aumento di 100 euro per le pensioni minime, oltre a quello sul salario minimo legale.

“Oggi però hanno gettato la maschera. Pensate: hanno presentato un emendamento per aumentare lo stipendio di ministri, viceministri e sottosegretari. Ma come fanno a non vergognarsi? Ma in che mondo vivono?”

attacca il leader M5s.

Il gruppo dei deputati del Pd accusa il Governo di aumentare lo stipendio dei ministri ma non quello degli italiani.

Il caso aumento stipendi ministri in breve

La casta si aumenta lo stipendio. La proposta del Governo Meloni per alzare l’indennità dei ministri non eletti in quattro punti:

Ecco una sintesi in 5 punti dell’articolo:

  1. Proposta di aumento stipendio per i ministri non parlamentari: Il governo Meloni ha proposto un emendamento alla Manovra di Bilancio 2025 che mira a equiparare lo stipendio dei ministri non eletti (che attualmente guadagnano meno) a quello dei ministri parlamentari, includendo anche diaria e rimborsi. Questo potrebbe comportare un aumento significativo per otto ministri non parlamentari.
  2. Disparità tra ministri parlamentari e non: Attualmente, i ministri che non sono eletti in Parlamento guadagnano un’indennità inferiore (9.200 euro lordi al mese) rispetto ai colleghi parlamentari (10.435 euro lordi al mese), che godono anche di ulteriori benefici come diaria e rimborsi. L’emendamento prevede di rimuovere questa disparità, con un impegno di spesa di circa 1,3 milioni di euro per le casse dello Stato.
  3. Chi beneficerà dell’aumento: Gli otto ministri non parlamentari che potrebbero ricevere l’aumento includono Marina Calderone (Lavoro), Guido Crosetto (Difesa), Orazio Schillaci (Salute), Alessandro Giuli (Cultura), Andrea Abodi (Sport), Alessandra Locatelli (Disabilità), Matteo Piantedosi (Interno) e Giuseppe Valditara (Istruzione), oltre a nove viceministri e sottosegretari.
  4. Le polemiche politiche: La proposta ha sollevato forti critiche da parte delle opposizioni, che accusano il governo di aumentare gli stipendi dei membri dell’esecutivo mentre il resto degli italiani, come i pensionati, vedono aumenti irrisori (ad esempio, 3 euro al mese per le pensioni minime). I deputati del PD e Giuseppe Conte del Movimento 5 Stelle hanno definito l’iniziativa una “vergogna”, criticando la discrepanza tra l’aumento per i ministri e i sacrifici imposti alla popolazione.