Lui ha ribadito di non aver intenzione di scendere in politica, né di assumere il ruolo di 'federatore' del centro cristiano e progressista, eppure le sue dichiarazioni nei confronti del Governo suonano come un manifesto politico-programmatico.
Le dimissioni di Enrico Maria Ruffini da direttore dell'Agenzia delle Entrate, ruolo ricoperto dal 2020 a oggi, stanno dividendo il panorama politico nazionale, ma soprattutto stanno creando scompiglio tra i partiti e non perché inattese, ma perché al momento nessuno ha ancora capito se auspicarsi una sua eventuale discesa in politica.
Siciliano, classe 1969 Ruffini ha spiazzato tutti sia nel centrodestra che nel centrosinistra.
Il perché delle dimissioni lo ha spiegato il diretto interessato in un intervista rilasciato oggi – venerdì 13 dicembre – al Corriere della Sera. Si è dimesso perché il clima è cambiato. A essere cambiato, secondo l'ex direttore delle Entrate, sarebbe stato soprattutto il clima attorno all'idea di Fisco e soprattutto intorno al valore della lotta all'evasione.
Ha dichiarato Ruffini e non è difficile cogliere nelle sue parole un'eco delle polemiche dei giorni scorsi da parte del Governo per l'invio di 700.000 lettere ai titolari di partita Iva per segnalare eventuali anomalie nelle loro dichiarazioni e ‘invitarli’ a valutare la possibilità di aderire concordato preventivo.
Lettere che sono state alla base di una vera e propria campagna contro l'Agenzia delle Entrate accusata di vessare il contribuenti.
Dietro le sue dimissioni, però, potrebbe esserci anche altro. La decisione arriva in seguito alle critiche ricevute per la sua partecipazione a convegni politici e culturali, che alcuni hanno interpretato come un segnale di un impegno politico nel centrosinistra, in particolare per un possibile ruolo di "federatore" di un nuovo progetto politico tra le forze cattoliche e progressiste.
A mettere fine alla ridda di voci ci ha pensato lo stesso Ruffini che ha rifiutato sia l'etichetta dell''esattore di pizzo di stato' sia quella di 'federatore' di una fantomatica Margherita 2.0 rivendicando la libertà di poter esprimere liberamente la propria opinione.
Le sue dimissioni sono state accolte con soddisfazione da una ampia parte del centrodestra. Proprio dal governo Meloni arrivano le principali accuse a Enrico Maria Ruffini.
Il senatore Maurizio Gasparri di Forza Italia, ad esempio, accusa:
Fratelli d'Italia, invece, ha una posizione meno netta. La ministra del Turismo Daniela Santanchè, intervista a margine della kermesse di Atreju al Circo Massimo a Roma, ha sottolineato che le dimissioni sono una scelta personale di Ruffini e che come tali vanno rispettate.
La ministra però ha anche evidenziato che le accuse al Governo, insite nelle parole dell'ex direttore delle entrate, sono infondate.
? #Santanchè sulle dimissioni di Ruffini: "È stata una scelta personale, avrà avuto le sue motivazioni. Non capisco come possa avere questo atteggiamento, visto che il #Governo sta facendo una grande battaglia sull'evasione fiscale." #Ruffini #agenziadelleentrate pic.twitter.com/csBCblCSz0
— Tag24 (@Tag24news) December 13, 2024
Molto più duro il commento della Lega di Matteo Salvini che in una nota stampa ha dichiarato:
Diversa la posizione, invece, di Maurizio Lupi l'anima centrista del centrodestra che difende il diritto di Ruffini di partecipare alla vita pubblica e esprimere le sue idee.
A difesa dell'ex direttore dell'Agenzia delle Entrate di Ruffini, è intervenuto il centrosinistra. Un centrosinistra che comunque resta cauto in attesa di capire se guardare con favore a un'eventuale discesa in campo dell'avvocato siciliano nel ruolo di eventuale federatore di tutte le forze democratiche e cattoliche vicine alla sinistra e al PD.
Un compito arduo vista la litigiosità del fronte progressista dove tutti aspirano ad essere leader.
ha scritto il senatore del Pd Antonio Misiani su X.
Non mi era mai capitato di vedere pubblici funzionari essere additati come estorsori di un pizzo di Stato. Le parole di un servitore dello Stato di grande levatura come Ernesto Maria Ruffini, direttore dimissionario dell’Agenzia delle Entrate, dovrebbero fare riflettere tutti.…
— Antonio Misiani (@antoniomisiani) December 13, 2024
Le dimissioni sono state già state consegnate al Ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti e nelle stanze del Mef e del Governo è già partito il toto-nomi per individuare il successore di Ruffini.
Tra i nomi che hanno già cominciato a circolare per la guida dell'Agenzia delle Entrate ci sarebbe quello di Vincenzo Carbone, attuale vice di Ruffini, quello di Roberto Alesse direttore dell'Agenzia delle dogane e quello di Renato Loiero, tra i consiglieri legislativi di Giorgia Meloni. In pole ci sarebbe anche una donna, la commissaria Consob Gabriella Alemanno che potrebbe essere una scelta di rottura in chiave di "innovazione" al vertice dell'Agenzia.
In ogni caso, la decisione del governo di Giorgia Meloni riguardo al futuro della direzione dell'Agenzia delle Entrate e alle prossime mosse in tema fiscale potrebbe avere un impatto significativo sul panorama politico e sulla gestione del fisco in Italia.
Enrico Maria Ruffini si è dimesso da direttore dell'Agenzia delle Entrate, citando il cambiamento del clima attorno alla lotta all'evasione fiscale e le pesanti critiche ricevute per l'operato dell'Agenzia.
Le sue dimissioni sono state influenzate anche dalle voci che lo accostavano alla politica, con alcuni che lo vedevano come un possibile "federatore" di forze progressiste e cattoliche. La decisione ha suscitato reazioni contrastanti: mentre il governo di Giorgia Meloni ha visto positivamente la sua uscita.
Il toto-nomi per il suo successore è già in corso, con figure come Vincenzo Carbone, Roberto Alesse, Renato Loiero e Gabriella Alemanno tra i possibili candidati.