La proposta di istituire una giornata nazionale dedicata alle vittime di errori giudiziari continua ad animare il dibattito politico, soprattutto dopo che il Partito Democratico ha deciso di astenersi, durante il voto di ieri in Commissione Giustizia alla Camera, sul testo di legge frutto della convergenza di tre distinte proposte presentate da Italia Viva, Lega e Forza Italia.
A criticare duramente la scelta del Pd ("Fate pena!"), Gaia Tortora, vicedirettrice del Tg La7 ma soprattutto figlia di Enzo Tortora, celebre giornalista e presentatore televisivo, vittima del più clamoroso errore giudiziario della storia della Repubblica, al pari di quello che ha trattenuto in carcere, per oltre 33 anni, l’innocente Beniamino Zuncheddu.
Nel suo durissimo post sui social, Gaia Tortora ha ammonito la scelta del Pd di astenersi dal voto sulla proposta di legge per istituire una giornata dedicata alle vittime di errori giudiziari, sottolineando apertamente la coincidenza della posizione dem con quella espressa dal presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia, dicendosi pochi giorni fa contrario a una ricorrenza che, a suo giudizio, porterebbe solo discredito al lavoro delle toghe.
Disappunto per le parole usate dal presidente dell’Anm, è stato infine espresso anche dall’Unione Camere Penali Italiane (UCPI), per la quale ricordare che in Italia vi sono ingiuste detenzioni vuol dire essere consapevoli che bisogna migliorare il livello di attenzione nel privare della libertà i cittadini innocenti.
A ribadire questa posizione ai microfoni di Tag24.it, anche il presidente dell’UCPI, Francesco Petrelli, per il quale il tema delle conseguenze che gli errori della giustizia hanno sulla vita delle vittime meriterebbe diversa considerazione, specialmente da parte degli stessi magistrati:
«Le parole del presidente Santalucia ci hanno veramente sorpreso. Parificare la responsabilità dei magistrati a quella di ogni altra categoria professionale, rivendicando in qualche modo un’immunità a fronte di possibili sanzioni, appare davvero come uno sproposito.
L’errore giudiziario miete vittime in tutto il Paese, come conferma il numero di persone che, ogni anno, viene sottoposto a custodia cautelare ingiusta, con conseguenti gravi danni, anche in termini economici. Ogni anno, su 8.000 detenzioni, almeno 1.000 risultano ingiuste, così come rilevato dalla stessa relazione prodotta dal Parlamento».
Per tali ragioni, secondo Petrelli, il timore che una giornata dedicata alle vittime degli errori giudiziari possa accrescere il senso di sfiducia nella magistratura dei cittadini appare infondato. Il punto, secondo il presidente dell’UCPI, è invece comprendere come sia la sensazione di impunità per chi giudica a contribuire alla crescente diffidenza della società civile:
«Affermare che l’istituzione di una giornata dedicata alle vittime di errore giudiziario possa determinare una sfiducia nei confronti della magistratura è, a mio avviso, un tentativo di chiudere gli occhi di fronte a un fenomeno gravissimo.
Per di più, credo che sia proprio questo atteggiamento di totale chiusura da parte della magistratura - assieme all’insufficienza dei rimedi disciplinari e all’inaccessibilità a possibili metodi risarcitori - a determinare un sentimento di sfiducia nella collettività, la quale avverte la sensazione che i magistrati godano di una sorta di immunità, anche quando sbagliano».
Nell'analisi del presidente dell’UCPI, lungi da avere effetti negativi, la giornata nazionale dedicata alle vittime di errore giudiziario potrebbe offrire un’occasione ricorrente di riflessione e dibattito, utile a ribadire la centralità di alcuni principi costituzionali che, alle volte, sembrano dimenticati:
«In un momento storico quale quello attuale, dove sentimenti giustizialisti e populisti hanno il sopravvento, una giornata nazionale dedicata accenderebbe un faro su un fenomeno preoccupante, dando luce ai valori del giusto processo, della libertà della persona e delle garanzie del processo penale. Principi, questi, che oggi sembrano venire meno».
Commentando le dure parole di Gaia Tortora contro il Pd, Petrelli sottolinea infine come il dolore provocato da un errore giudiziario si ripercuota sulle vittime e i loro cari, anche a distanza di decenni. Fatto, questo, che testimonia la necessità di affrontare seriamente il tema:
«È indubbio che l’esperienza dell’errore giudiziario, vissuta sulla propria pelle o su quella di una persona prossima, produca sentimenti di impotenza che possono determinare reazioni molto forti. Anche i difensori vivono la portata di queste tragedie.
Allo stesso tempo, credo si debba riconoscere come le modalità con cui la politica ha da sempre – e trasversalmente – affrontato i problemi della giustizia, dimenticando i nessi profondi che esistono tra le garanzie del processo penale e la difesa della democrazia, abbiano contribuito a creare il problema. In questo senso, ancora tantissima strada deve essere fatta»