Questa volta niente precettazione. Il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini ha provato nuovamente a ridurre le ore di sciopero dopo il precedente del 29 novembre. Il Tar ha però accolto il ricorso dei sindacati contro la decisione del vicepremier quindi lo sciopero non durerà più quattro ore ma un’intera giornata. Il ministro, prendendo decisioni del Tribunale amministrativo, ha lanciato l’allarme per la giornata di oggi 13 dicembre 2024: “Per colpa di un giudice e della sua scelta ci sarà il caos“.
Lo sciopero generale è stato annunciato diversi giorni fa ed anticipa di un giorno un’altra protesta contro il governo Meloni, quella incentrata sul ddl Sicurezza. Lo sciopero di oggi è stato indetto da Unione Sindacati di Base e riguarda principalmente gli operatori del settore dei Trasporti assieme alla scuola e alla sanità: la protesta è iniziata ieri, 12 dicembre, alle 21 e terminerà oggi, 13 dicembre 2024, alle 20:59. Gli orari e le fasce di garanzia possono variare di città in città, non è garantito lo svolgimento delle attività scolastiche.
I lavoratori manifestano contro le decisioni prese all’interno della manovra di bilancio voluta dal governo Meloni e già contestata due settimane fa e le condizioni di lavoro. Al centro della protesta ci sono anche – e soprattutto – i rinnovi dei contratti a livello nazionale per il settore dei trasporti. Al centro anche i salari e la perdita di potere d’acquisto per i lavoratori.
Sciopero 13 dicembre 2024, niente precettazione: cosa succede
L’Italia si ferma ancora. A nulla è valsa la decisione del ministro Salvini di precettare anche lo sciopero di oggi 13 dicembre 2024: il Tribunale amministrativo regionale, nella giornata di ieri, ha dato ragione ai sindacati che oggi scenderanno in piazza contro il governo Meloni. Esultano i sindacati e i lavoratori del settore dei Trasporti che, a differenza dello scorso 29 novembre, potranno scioperare per l’intera giornata.
La sigla Usb si è detta soddisfatta della decisione del Tribunale:
“Domani lo sciopero è generale, regolare e legittimo e durerà 24 ore anche nei trasporti. Per una volta vincono i lavoratori e vince la democrazia. È quindi smentita l’arroganza del ministro Salvini. Domani sarà una bella giornata per la democrazia”
La protesta non riguarderà solo gli operatori del settore dei Trasporti, a lavoro modo divenuti protagonisti di questo autunno, ma anche il settore della scuola e della sanità. Le fasce orarie e le modalità variano di città in città eppure c’è un minimo comune denominatore che gli italiani hanno imparato a conoscere bene negli ultimi mesi, soprattutto di venerdì: i disagi diffusi. Sicuramente a rischio i treni ed i trasporti pubblici assieme alle lezioni nelle scuole e alle prestazioni sanitarie.
A Roma, la fascia di garanzia del trasporto pubblico va da inizio turno alle 8:00 e poi dalle 17 alle 20. A Milano la metro funziona dall’apertura alle 8:45 e, nel pomeriggio, dalle 15 alle 18. Fermo per ventiquattro ore il servizio ferroviario e previste fasce di garanzia per i treni regionali (6:00-9:00 e 18:00-21:00, le fasce di maggiore frequentazione). Stop anche al trasporto marittimo. Si fermano anche i taxi per l’intera giornata a eccezione delle prestazioni indispensabili e nel rispetto delle fasce di garanzia. Esonerato il settore del trasporto aereo.
L’allarme di Salvini: “Ora sarà il caos…”
È una furia il ministro dei Trasporti. Salvini si è limitato a commentare con dispiacere la sentenza del Tar dicendo che quello di oggi sarà l’ennesimo venerdì nero per gli italiani. Il vicepremier ha specificato già lo scorso 26 novembre che è dovuto ricorrere alla precettazione perché lo sciopero violava i diritti degli italiani ad usufruire dei trasporti pubblici.
Il vicepremier punta il dito contro il Tar:
Abbiamo fatto tutto il possibile per difendere il diritto alla mobilità degli italiani. Per l’ennesimo venerdì di caos e disagi, i cittadini potranno ringraziare un giudice del Tar del Lazio
Dal canto suo, il Tribunale ha spiegato che i disagi che derivano dallo sciopero appaiono riconducibili all’effetto fisiologico di tale forma di astensione dal lavoro. Non emergono le motivazioni in base alle quali i disagi eccederebbero tale carattere viste le fasce di garanzia, spiega il Tar commentando la sua decisione.
Il vicepremier non si ferma: “Domani sarò in ufficio”
Sono giorni difficili per Matteo Salvini. Il vicepremier è sotto attacco dallo scorso sciopero per via dell’utilizzo dello strumento della precettazione. L’Usb, dopo la manifestazione del 29 novembre, si è presentata sotto al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per far sentire la propria voce ed ha invitato il titolare del dicastero a non cercare di precettare la protesta di oggi. Il delegato di Usb Francesco Staccioli qualche giorno fa a Tag24 ha spiegato le cause dello sciopero e anticipato la manifestazione sotto la finestra del vicepremier.
Salvini ha raccontato al programma ‘4 di Sera’, su Mediaset, che nella giornata di oggi si sarebbe recato come fa sempre in ufficio e avrebbe continuato a svolgere il suo ruolo di ministro dei Trasporti. Non manca una nota di amarezza: “Sono stufo” dice nel corso del programma prima di chiedersi perché questi scioperi siano sempre di venerdì e di lunedì.
Lo sciopero di oggi 13 dicembre 2024 in tre punti
- Sciopero del 13 dicembre 2024: Unione Sindacati di Base ha indetto uno sciopero generale che coinvolge i settori dei trasporti, scuola e sanità, con durate e modalità variabili a seconda della città. Il ricorso dei sindacati contro la decisione del ministro Salvini di ridurre lo sciopero è stato accolto dal Tar, che ha consentito la protesta per l’intera giornata.
- Reazione del ministro Salvini: Il ministro dei Trasporti ha criticato la decisione del Tribunale, avvertendo che lo sciopero causerà disagi e “caos”. Salvini aveva tentato di limitare lo sciopero con una precettazione, ma il Tar ha ritenuto che i disagi fossero una conseguenza normale delle manifestazioni, sottolineando il rispetto delle fasce di garanzia.
- Motivazioni dello sciopero: I lavoratori protestano contro le decisioni del governo Meloni, in particolare riguardo la manovra di bilancio e i rinnovi dei contratti nel settore dei trasporti. L’Usb ha esultato per la sentenza del Tar, dichiarando che “per una volta vincono i lavoratori e la democrazia”.