Romania e Bulgaria entrano a far parte ufficialmente dell’area Schengen, dopo 13 anni di trattative e veti incrociati arriva il semaforo verde di Bruxelles.
Bucarest e Sofia fanno effettivamente parte dell’Unione Europea dal primo gennaio del 2007, avevano già raggiunto e completato i requisiti tecnici previsti per l’ingresso nell’area Schengen nel 2011 ma sono andati incontri a un veto che ha complicato notevolmente le trattative: quello dell’Austria.
Il veto austriaco teneva conto delle difficoltà per Romania e Bulgaria di controllare i confini esterni: soprattutto quello con la Turchia, dove il flusso migratorio poteva significare l’ingresso fuori controllo di migranti che poi si sarebbero spostati nel resto dell’Europa. La gestione dei flussi migratori per l’Europa è già un nodo complicato rispetto alle rotte dirette come quella mediterranea e balcanica, gli occhi erano inevitabilmente puntati sulla Turchia.
Stop ai controlli anche alle frontiere terrestri
Un accordo parziale era stato infatti raggiunto nel Marzo del 2023. I controlli sarebbero stati sospesi soltanto sui passaggi marittimi e aerei, ma non su quelli terrestri. Con la rimozione del veto austriaco invece, dal primo Gennaio 2025 tutti i cittadini europei potranno viaggiare in Romania e in Bulgaria senza passaporto anche scegliendo la via terrestre.
La decisione arriva nell’ambito della riunione del Consiglio di giustizia e affari interni dell’Unione Europea, andata in scena ieri. Vienna ha riconosciuto gli sforzi incrociati di Bucarest e Sofia per intensificare i controlli alle frontiere, in base ad un accordo presentato a Novembre. Ci saranno, per un periodo iniziale di sei mesi, “controlli temporanei” utili a “ridurre al minimo potenziali cambiamenti nelle rotte migratorie”, come scritto nella nota congiunta di Bucarest e Sofia.
Un percorso politico e burocratico burrascoso che trova il suo lieto fine, i due paesi si impegneranno a garantire un controllo più rigoroso alle loro frontiere: la Romania con Moldavia e Ucraina, la Bulgaria con la Turchia ma fanno a tutti gli effetti parte dell’area Schengen.
Cos’è l’area Schengen e cosa significa libera circolazione?
Il 14 Giugno 1985 è stata istituita la zona di libera circolazione che prende il nome di area Schengen, dalla città del Lussemburgo in cui è stato sottoscritto l’accordo. La volontà è quella di rafforzare le libertà di spostamento dei cittadini europei che non vengono più sottoposti a controlli nelle frontiere interne: contemporaneamente è garantita la salvaguardia di questi spostamenti grazie a controlli più severi sulle frontiere esterne.
L’accordo principale è stato firmato da Lussemburgo, Belgio, Francia, Paesi Bassi e Germania. Una convenzione che entra nel 1997, con il trattato di Amsterdam, nel quadro giuridico dell’Unione Europea. Nel 1990 l’accordo viene ulteriormente definito e perfezionato, nello stesso anno lo sottoscrive anche l’Italia. Dal 1995 il numero dei paesi firmatari ha iniziato progressivamente ad aumentare fino ad arrivare ad oggi, con Romania e Bulgaria che entrano nell’area Schengen, a contare 25 stati membri dell’Ue su 27, che ne fanno ufficialmente parte. Ci sono anche quattro paesi associati: Islanda, Norvegia, Svizzera e Liechtenstein. Irlanda e Cipro hanno esercitato l’opzione opt-out e non partecipano.
Dopo il precedente creatosi con la pandemia da Covid-19, la Commissione Europea ha avviato una fase di revisione del funzionamento di Schengen: un approccio uniforme sulle restrizioni da adottare in caso di viaggi se sussistono rischi sanitari ed evitare la strumentalizzazione dei flussi migratori sono i nuovi strumenti in fase di discussione.