Una proposta di legge per istituire una giornata nazionale dedicata alle vittime di errori giudiziari è stata presentata da Italia viva, Lega e Forza Italia. La data individuata è altamente simbolica: il 17 giugno, giorno in cui fu arrestato, nel 1983, l’allora popolarissimo conduttore televisivo Enzo Tortora, dapprima condannato a dieci anni di carcere per traffico di stupefacenti e associazione a delinquere di stampo mafioso e poi prosciolto, tre anni dopo, per l’insussistenza dei fatti contestati.

L’idea non ha però incassato il favore dell’Associazione nazionale magistrati. A esprimere chiaramente il dubbio che una simile ricorrenza possa avere effetti negativi, il presidente dell’Anm, Giuseppe Santalucia, intervenuto alla Camera sull’argomento.

No dell’Anm a giornata per le vittime di errori giudiziari

Secondo il presidente dell’Anm, infatti, la proposta di dedicare una giornata alle vittime di errori giudiziari potrebbe “indurre sfiducia pubblica nel sistema giudiziario”, mandando un messaggio poco chiaro, anche per la difficoltà di “entrare nei meccanismi tecnici del processo e di cogliere il senso dell’errore giudiziario”.

Un’analisi, questa, non condivisa da Pietro Pittalis, deputato di Forza Italia e primo firmatario di una delle tre proposte di legge presentate sul tema:

“Non è accettabile liquidare tutto a un possibile discredito dell’ordine giudiziario, come ha fatto l’Associazione nazionale magistrati. Il tema posto da questa sono giornata sono le vite rovinate, le restrizioni alla libertà e le conseguenti sofferenze che, sul piano personale, relazionale e sociale, un errore giudiziario può causare“.

Pittalis: Paese rifletta sul tema degli errori giudiziari

La giornata nazionale del 17 giugno, secondo l’onorevole Pittalis, servirebbe pertanto per dare luce a un fenomeno che, negli anni, ha purtroppo mietuto diverse vittime: basti pensare al clamoroso caso di Beniamino Zuncheddu.

Secondo i dati raccolti dal portale Errorigiudiziari.com, in Italia dal 1991 a oggi ci sono stati 222 errori giudiziari, intesi come i casi di condanne definitive a imputati poi riconosciuti innocenti in un processo di revisione. Errori costati allo Stato oltre 86 milioni di euro di risarcimenti.

Per non dimenticare, inoltre, il numero di persone vittime di ingiusta detenzione: 31 mila casi in poco più di trent’anni, per un ammontare complessivo di risarcimenti versati dallo Stato che supera i 960 milioni di euro. Per questo, secondo Pittalis:

«L’istituzione di una giornata dedicata alle vittime di errori giudiziari e di ingiusta detenzione permetterebbe di rimettere al centro dell’agenda politica temi come la presunzione di innocenza e il diritto a un giusto processo. Parliamo di principi fondamentali, ancor più se guardiamo ai numeri, i quali confermano il ripetersi di errori che, di anno in anno, rovinano la vita a troppe persone».

Pittalis: Chi sbaglia deve pagare, anche magistrati

Per queste ragioni, secondo il vicepresidente della Commissione giustizia, l’opposizione della magistratura alla celebrazione di una giornata nazionale che ricordi le vittime di errori giudiziari muove da premesse sbagliate:

«Non riesco a comprendere quale sia il timore. Il presidente Santalucia, peraltro, ha fatto anche l’esempio del medico chirurgo che può sbagliare. Se il presupposto è vero – chiunque può sbagliare – la differenza è che il medico paga se commette errore. Nessun magistrato ha invece mai pagato per gli errori commessi.

Le questioni vanno affrontate con serietà: qui nessuno vuole mettere in discussione il lavoro della magistratura. L’invito, casomai, è a evitare il perpetrarsi di alcune storture».

Pittalis: Contro errori giudiziari serve collaborazione

Le storture a cui fa riferimento Pittalis, in particolare, non sono solo quelle relative alle possibilità di errore nei processi, ma soprattutto alla narrazione mediatica di alcune inchieste che, spesso, crea colpevoli ancor prima dei pronunciamenti dei Tribunali:

«Troppo spesso si avviano nel clamore mediatico inchieste che, alla fine, si concludono in un nulla di fatto, ma non prima che gli indagati siano condannati a mezzo stampa. Questo tipo di esposizione – che spesso finisce per rendere pubblici anche dettagli che non sono attinenti alle vicende processuali – sono già di per sé motivo di sofferenza e di pena».

Per questo, sottolinea il forzista, è necessario un grande lavoro culturale che può essere supportato dall’istituzione di una giornata nazionale dedicata alle vittime di errore giudiziario:

«Con questa giornata si potrebbe portare nel dibattito e nelle scuole un momento di riflessione sui principi costituzionali del giusto processo, della presunzione di innocenza e della necessità che l’esercizio della funzione giurisdizionale si svolga in conformità a essi. Per questo mi sarei aspettato dalla magistratura un maggior contribuito sul tema: in gioco ci sono i diritti fondamentali della persona».

Perché una giornata per le vittime di errori giudiziari

  • Istituzione di una giornata per le vittime di errori giudiziari: L’articolo discute l’unificazione di tre proposte di legge per creare una giornata commemorativa dedicata alle vittime di errori giudiziari e detenzioni ingiuste, con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica e mettere in evidenza il problema.
  • Prevenzione e principi fondamentali: Si sottolinea l’importanza di riflettere sui principi del giusto processo e della presunzione di innocenza, richiamando il rispetto della Costituzione italiana e dei principi stabiliti a livello europeo. La proposta mira anche a limitare gli effetti negativi delle inchieste mediatiche che ledono la dignità delle persone coinvolte.
  • Critiche al sistema giudiziario: L’articolo evidenzia la necessità di affrontare seriamente il problema degli errori giudiziari, criticando l’atteggiamento dell’Associazione Nazionale Magistrati. Si denuncia la mancanza di responsabilità dei magistrati per gli errori commessi e si propone un approccio più prudente ed equilibrato.
  • Impatto culturale ed educativo: La legge proposta include un lavoro culturale ed educativo da portare nelle scuole per insegnare i valori costituzionali, promuovendo una maggiore consapevolezza sull’importanza dei diritti fondamentali e del rispetto delle regole del giusto processo.