Israele ha annunciato il completamento della “missione a Khiam, nel Libano meridionale”. Tel Aviv ha avviato il primo ritiro dal territorio libanese due settimane dopo l’inizio del cessate il fuoco. Negli ultimi giorni, le parti coinvolte si erano scambiate accuse di violazione dei termini dell’accordo. Il ritiro delle truppe israeliane, quindi, è stato accolto positivamente dalla leadership libanese. In un contesto di incertezza in Medio Oriente, segnato dal conflitto tra Hezbollah e Israele, dalla guerra a Gaza e dalle tensioni tra Tel Aviv e Teheran, questa notizia rappresenta un segnale incoraggiante.

Israele si ritira dal Libano

In conformità con l’accordo di cessate il fuoco, l’esercito israeliano ha annunciato l’inizio del ritiro delle prime truppe dal Libano. L’annuncio, arrivato l’11 dicembre dal Comando centrale americano (Centcom), ha confermato che l’Idf ha abbandonato Khiam, una città situata a soli 4 chilometri dal confine con Israele.

L’accordo di tregua è stato firmato il 27 novembre. Successivamente, le accuse reciproche tra Israele e Hezbollah di ripetute violazioni dell’accordo sottoscritto avevano alimentato preoccupazioni per un possibile riacutizzarsi delle ostilità. Tuttavia, la notizia del ritiro israeliano rappresenta un significativo passo verso una situazione più stabile.

Nelle aree lasciate dalle forze di Tel Aviv è stato schierato l’esercito libanese, in base ai principi della risoluzione 1701 dell’ONU. La risoluzione 1701, adottata dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU nel 2006, mirava a porre fine al conflitto tra Hezbollah e Israele stabilendo una zona cuscinetto monitorata dai peacekeeper UNIFIL. Le forze armate libanesi opereranno nel sud del paese insieme alla missione UNIFIL.

Gli Usa monitorano il ritiro israeliano dal territorio libanese

La storia del Medio Oriente è segnata da conflitti e dispute territoriali. La stabilità e la cessazione delle ostilità nella regione rappresenteranno un passo significativo dopo oltre 14 mesi di escalation di violenza. L’ultima serie di attività militari ha provocato circa 4mila morti in Libano e causato lo sfollamento di 1,2 milioni di persone, secondo le stime del governo libanese. Tra questi, migliaia hanno attraversato il confine verso la Siria in cerca di rifugio.

Gli Stati Uniti e la Francia rivestono il ruolo di osservatori della tregua concordata di durata di 60 giorni. In base a questo, l’esercito israeliano completerà il ritiro entro tale periodo. Parallelamente, anche Hezbollah sarà tenuto a ritirare le proprie forze a nord del fiume Litani, situato a circa 30 chilometri dal confine, e a smantellare la sua infrastruttura militare nel Libano meridionale, come stabilito dall’accordo di tregua.

Cosa era accaduto?

Le ostilità tra Hezbollah e Israele sono iniziate nell’ottobre 2023. Gli scambi di attacchi si sono progressivamente intensificati. Un anno dopo, Tel Aviv ha lanciato un’incursione di terra nel sud del Libano, accompagnata da bombardamenti su diversi obiettivi del gruppo libanese sostenuto dall’Iran.

Nel 2024, a partire dal mese di luglio, gli attacchi dell’esercito israeliano hanno colpito diversi leader e comandanti di alto rango di Hezbollah, incluso Hassan Nasrallah. Questo ha provocato un significativo indebolimento del gruppo libanese, contribuendo a ridurre l’influenza iraniana nella regione e a mutare gli equilibri di potere. Questi sviluppi hanno infine preparato il terreno per un’azione contro il regime siriano, che ha portato alla caduta della dinastia Assad.

Il ritiro delle truppe israeliane da Khiam segna un momento cruciale in un conflitto che ha lasciato profonde cicatrici nella regione. Sebbene rappresenti un primo passo verso la stabilità, in Medio Oriente permangono le tensioni, dal conflitto a Gaza alle rivalità tra Iran e Israele. La vera sfida sarà mantenere il cessate il fuoco e tradurlo in una pace duratura, un obiettivo che richiederà anche il sostegno continuo della comunità internazionale. La prossima fase sarà decisiva per comprendere se questo ritiro segnerà l’inizio di una nuova era.