La cronaca continua a riportare notizie di aggressioni nonostante l’applicazione del braccialetto elettronico. Allora ci si continua a chiedere se questi strumenti siano davvero efficaci nell’importantissimo ruolo che sono chiamati a svolgere.
Può capitare che abbiamo problemi, soprattutto per quanto riguarda la loro funzionalità nel controllo dei reati.
Si tratta di una situazione molto complessa che sta diventando sempre più emotiva, per via delle tragiche notizie di cronaca.
Allora è bene sapere come funziona il braccialetto elettronico, non solo nella tecnica, ma anche dal punto di vista legale.
Cos’è il braccialetto elettronico
Il braccialetto elettronico è un dispositivo che consente di monitorare da remoto i soggetti agli arresti domiciliari, in detenzione domiciliare o in misura cautelare. Infatti, è un dispositivo che viene applicato a una persona destinataria di una misura di sicurezza o di una pena.
Si tratta di un sistema introdotto dall’articolo 275-bis c1 del Codice di Procedura Penale. Anche se esiste da molti anni, solo nel 2019, il congegno è stato implementato da un sensore GPS, in modo tale da essere applicato anche ai casi di Codice rosso.
Viene applicato alla caviglia del soggetto: se si allontana dalla zona di copertura oppure cerca di manomettere il dispositivo, scatta direttamente il segnale nella Sala Operativa delle forze dell’ordine dove il congegno è direttamente collegato.
Il dispositivo non può essere rimosso per tutta la durata della misura e può essere tolto solo dall’autorità di pubblica sicurezza.
Come funziona il braccialetto elettronico
Il braccialetto elettronico viene indossato come una cavigliera. Così, il soggetto interessato può mantenere una certa riservatezza.
Si tratta di un dispositivo molto leggero, con un peso che si attesta attorno ai 200 grammi. È strutturato in modo tale da evitare fastidi e prevenire escoriazioni. Ovviamente, se la persona cerca di toglierlo da sola, scatta l’allarme.
Come funziona? Il dispositivo rileva ogni infrazione con un allarme e invia subito una notifica all’autorità giudiziaria.
Come già detto, il dispositivo è dotato di un sistema GPS che permette di determinare con precisione la posizione del soggetto. Il centro di controllo viene gestito dalle autorità competenti che monitorano costantemente le posizioni dell’individuo e che possono intervenire in caso di violazione.
Il suo utilizzo è disciplinato da un apposito regolamento ministeriale, che definisce le modalità tecniche per l’utilizzo del dispositivo e le norme relative alla gestione dei dati personali raccolti. Molto spesso, il braccialetto elettronico è finito sotto accusa e, infatti, i casi di cronaca ne sono testimoni.
Quando viene applicato
Il dispositivo viene applicato soprattutto per alcuni reati come, per esempio:
- Furti;
- Truffa;
- Reati legati alla violenza domestica;
- Reati legati alla violenza sulle donne;
- Reati legati alla violenza di genere.
Sono solo alcuni esempi e, di seguito, ti spiegherò come viene applicato in alcuni casi. Questo dispositivo di controllo elettronico da remoto viene applicato in caso di arresto domiciliare: l’obbligo viene determinato dal giudice a seconda delle esigenze cautelari. Va sottolineato che il braccialetto si applica su autorizzazione del destinatario, la cui dichiarazione garantisce la serietà dell’impegno assunto. In caso di mancata accettazione, il giudice può disporre la custodia in carcere (sempre se opportuno).
Invece, nei casi di stalking o violenza di genere, il braccialetto può essere imposto per verificare il rispetto del divieto di avvicinamento alla vittima.
In particolare, nel caso di divieto di avvicinamento, il soggetto offeso, da parte sua, deve fornire il consenso all’utilizzo di un dispositivo dotato di GPS, da cui potrà inviare un SOS in caso di pericolo.
Se, soprattutto nel caso di stalking e violenza di genere si sono verificati i casi più problematici legati all’apparecchio, nel caso dell’arresto domiciliare dovrebbe svolgere un meccanismo di controllo più efficace.
Per riassumere
Il braccialetto elettronico è un dispositivo utilizzato per monitorare da remoto persone in arresto domiciliare o con misure cautelari, dotato di GPS per rilevare infrazioni e inviare allarmi alle forze dell’ordine.
Viene applicato in casi di reati come furti, truffe, violenza domestica e stalking. Il suo utilizzo è regolato da normative legali specifiche, garantendo il rispetto delle misure cautelari.