Hayat Tahrir al-Sham (HTS) prosegue la sua avanzata per conquistare l’intero territorio siriano. Il paese, guidato da Bashar al-Assad per 20 anni, aveva iniziato a frammentarsi con lo scoppio della guerra nel 2011. L’alleanza jihadista, ora al governo, ha annunciato di aver preso il pieno controllo di Deir ez-Zor, nella Siria orientale, continuando a espandersi verso est.
Siria, i ribelli conquistano Deir ez-Zor dai curdi
I ribelli di Hayat Tahrir al-Sham, insieme a forze come l’Esercito nazionale siriano sostenuto dalla Turchia, hanno lanciato un’offensiva il 27 novembre. In appena undici giorni hanno conquistato Damasco, segnando la fine della dinastia Assad. L’ex presidente Bashar al-Assad ha lasciato il paese, mentre l’ex primo ministro ha assicurato una transizione pacifica del potere.
Con lo scoppio della guerra nel 2011, il regime di Assad ha perso il controllo di diverse aree, senza mai riuscire a riconquistarle del tutto. Negli ultimi anni, i jihadisti hanno dominato il nordovest, mentre il nord e il nordest sono rimasti sotto il controllo delle forze curde. Le truppe statunitensi, invece, mantengono una presenza nella base di al-Tanf, situata a sudest al confine con l’Iraq.
Mentre i jihadisti continuavano ad avanzare verso Damasco, le forze curde sostenute dagli Stati Uniti avevano conquistato la città di Deir ez-Zor nell’est del paese. Questa ulteriore perdita di controllo è stata un eventuale colpo al regime. I jihadisti, che hanno rovesciato il regime, hanno annunciato l’11 dicembre di aver conquistato Deir ez-Zor levandola dal controllo curdo. La cattura della città è l’ultima di una serie di vittorie militari dell’HTS.
L’impatto della conquista di Deir ez-Zor
La città, assediata dallo Stato Islamico dal 2014 al 2017, è passata brevemente sotto il controllo dei curdi per poi essere riconquistata dall’esercito del regime.
La conquista di Deir ez-Zor non segna solo un passo verso il controllo completo del territorio siriano da parte del nuovo governo, ma ha anche un valore strategico ed economico. La città, infatti, è il cuore dell’industria petrolifera del paese, nota per i suoi giacimenti di petrolio e depositi di gas.
Controllo territoriale in evoluzione
Mentre la Siria celebra la caduta del regime di Assad, il futuro del paese resta incerto sullo status delle forze straniere presenti sul territorio. Il 10 dicembre, le forze filo-turche hanno preso il controllo di Manbij, nel nord della Siria, precedentemente sotto il dominio delle forze curde sostenute dagli Stati Uniti.
La città riveste un’importanza strategica per Ankara, che la considera cruciale per la propria sicurezza nazionale. Sebbene Washington abbia riconosciuto le “legittime preoccupazioni della Turchia riguardo alla lotta al terrorismo”, ha ribadito il proprio sostegno alle forze curde, sottolineando l’importanza del loro contributo nella lotta contro l’ISIS.
Durante i momenti più intensi della guerra civile, Manbij era sotto l’assedio dell’ISIS ed è stata liberata grazie al ruolo determinante delle Forze democratiche siriane. L’Esercito nazionale siriano, sostenuto dalla Turchia, continua ora la sua avanzata verso Kobane, attraversando Jarabulus e altre località di confine.
Israele, vicina al nord della Siria, ha dichiarato di aver assunto temporaneamente il controllo della zona cuscinetto sulle alture del Golan. Contestualmente, le forze israeliane hanno colpito strutture militari siriane, sostenendo che l’operazione mira a prevenire che le armi finiscano “nelle mani degli estremisti”.
Gli Stati Uniti hanno annunciato l’intenzione di mantenere la propria presenza militare, ormai consolidata da circa un decennio. Resta incerto come la nuova leadership siriana reagirà a questa permanenza sul territorio.
La conquista di Deir ez-Zor e l’espansione dei ribelli filo-turchi a Manbij rappresentano un cambio radicale nella geografia del potere in Siria. Tuttavia, il paese resta un mosaico di interessi contrapposti, dove le dinamiche interne si intrecciano con le pressioni geopolitiche di attori internazionali. La stabilità sembra ancora lontana, lasciando milioni di siriani in balia di un futuro incerto.