Lo sciopero indetto dall’Usb per dopodomani, venerdì 13 dicembre, potrebbe essere l’ultimo regolato dalla legge 146 del 1990 così come la conosciamo oggi. Il governo, per voce del vicepremier Matteo Salvini, ha confermato che vorrebbe riformarla.
Sarebbe un risultato storico, visto che il centrodestra già dai tempi di Berlusconi premier e Maurizio Sacconi ministro del lavoro aveva in mente di farlo. Non ci riuscì per la feroce opposizione del centrosinistra e dei sindacati, ma almeno un disegno di legge è rimasto nei cassetti di Palazzo Chigi al fine di superare una vera e propria anomalia del nostro Paese: quella segnalata dal Comitato di Garanzia secondo cui, nel 2023, sono stati proclamati ben 1649 scioperi, dei quali 1129 effettuati: in media, 3
Lo sciopero di venerdì 13 dicembre
Lo sciopero indetto dall’Usb in programma per dopodomani, 13 dicembre, è stato confermato per l’intera giornata. Al tavolo delle trattative, il governo non ha potuto che prenderne atto anche se, con il suo ministro alle infrastrutture, il vicepremier Matteo Salvini, si è affrettato a firmare la precettazione riducendo le ore di astensione dal lavoro a sole quattro.
Il braccio di ferro era nell’aria: dopo lo sciopero generale indetto nel venerdì del Black Friday dalla Cgil e dalla Uil con la conseguente precettazione, Palazzo Chigi non poteva arretrare su questo indetto nel penultimo weekend prima di Natale.
Il ministro Salvini, ai microfoni di Tag24.it, l’ha messa così
#Salvini sullo #sciopero del #13dicembre e l'annullamento delle #multeCovid ai #novax: "I sindacati mostrino più responsabilità verso il Paese. Le #multeannullate erano un ricordo di un passato doloroso, giusto superarle"#10dicembre pic.twitter.com/StkoLjqLwJ
— Tag24 (@Tag24news) December 10, 2024
Il tono riformista
Ma ciò che fa pensare che il Governo Meloni, tra i buoni propositi del 2025, abbia davvero inserito la riforma della legge che regolamenta lo sciopero è il tono con il quale il vicepremier l’ha annunciato, per nulla aggressivo o di scontro frontale come pure è nel suo stile.
Salvini ha rimarcato più volte che vuole riformare la legge:
“Bisogna ridare un senso agli scioperi, difendere il diritto dei lavoratori di astenersi dal lavoro ma anche quello degli utenti di avere servizi efficienti”
Ma che lo vuole fare
“Assieme, non contro i sindacati”
Per di più, a gennaio, ha dichiarato il leader della Lega, ha già fissato un nuovo incontro con le organizzazioni dei lavoratori con all’ordine del giorno una ulteriore stretta sulla sicurezza, dopo il grave incidente di Calenzano non poteva essere altrimenti nonostante l’avvio della patente a punti per le aziende, e gli aumenti degli stipendi, in modo da intercettare l’iniziativa che tiene assieme il centrosinistra: quella di imporre con una legge il salario minimo a 9 euro lordi l’ora.
L’agenda del 2025
Se son rose, insomma, fioriranno con l’anno nuovo. Resta il fatto che, per dirla con Sacconi, occorre coraggio ma anche consapevolezza perché la stragrande maggioranza degli italiani sarebbe tutt’altro che propensa alla “rivolta sociale” proclamata da Maurizio Landini e bolla come “politici” la maggior parte degli scioperi, soprattutto quelli del venerdì percepiti strumentali solo per allungare il weekend. E comunque: indetti più per dire la propria sul teatrino della politica che per incidere sui diritti dei lavoratori.
Fatto sta che se nel 2025 il Governo vorrà impostare la discussione sulla riforma della legge che regolamenta il diritto allo sciopero, (lo detta la Costituzione all’articolo 40: “Il diritto di sciopero si esercita nell’ambito delle leggi che lo regolano”) riprendendo la bozza-Sacconi andrà a colpire proprio le organizzazioni più piccole come le Usb.
Il numero sproporzionato di scioperi, secondo Sacconi, è dovuto principalmente a sigle poco rappresentative “che cercano spazio attraverso il conflitto. E questo stato di cose si sconta soprattutto nei servizi di pubblica utilità”.
La posizione del Pd (e l’ultima manifestazione cui ha aderito)
Sta di fatto che il centrosinistra ha già fatto sapere che non è disposto a contrattare le norme sulla rappresentanza sindacale.
Il Pd teme che la riforma annunciata da Salvini sia un tassello di una strategia più complessiva che vorrebbe reprimere il diritto al dissenso.
Tant’è che, paradosso della storia, proprio oggi, 11 dicembre, il partito di Elly Schlein ha annunciato di aderire a una manifestazione prevista sabato 14 contro il ddl Sicurezza, “un ddl che reprime il libero dissenso, affronta ogni problema con un nuovo reato e nuove aggravanti senza mettere un euro per rafforzare davvero politiche di sicurezza urbana e di coesione sociale”.
Chissà se quello di venerdì sarà uno degli ultimi scioperi pre-riforma, intanto c’è da incrociare le dita.
Lo sciopero di venerdì 13 dicembre in 4 punti
- L’Usb ha proclamato per venerdì 13 dicembre uno sciopero di 24 ore
- Il ministro Salvini ha firmato la precettazione riducendo le ore di astensione dal lavoro a 4
- Il vicepremier ha anche annunciato che il Governo, nel 2025, vuole riformare la legge che regolamenta il diritto allo sciopero in collaborazione con i sindacati: per fare questo, può ripartire dalla bozza dell’ex ministro del lavoro Maurizio Sacconi
- Il Partito Democratico già si è detto contrario e per sabato 14 ha annunciato l’adesione a una nuova manifestazione: questa volta contro il ddl Sicurezza