Un sospiro di sollievo nell’immediato e un’ombra – l’ennesima – che si allunga sul futuro dell’automotive italiano: si può riassumere così il risultato che ha prodotto l’incontro avvenuto ieri 10 dicembre 2024 a Roma fra il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, rappresentanti di Stellantis e dell’azienda Trasnova, destinatari di diverse lettere di licenziamento da parte della multinazionale automobilistica.
Nell’immediato i 249 licenziamenti annunciati sono stati ritirati grazie al rinnovo di una commessa ad hoc, fra il sollievo degli operai direttamente coinvolti e di forze politiche come Movimento 5Stelle e AVS che da tempo spingevano in vista di questa situazione. Soddisfatto anche Urso, che da titolare del Mimit si augura che Stellantis riconosca l’importanza di investimenti nel settore automobilistico italiano.
La tempistica di questi commenti si è però intrecciata con un altro annuncio, giunto dalla stessa azienda: l’apertura di una gigafactory per la produzione di batterie elettriche in Spagna insieme al gruppo cinese Catl. Disimpegno da parte di Stellantis nei confronti dell’Italia?
I dipendenti Trasnova salvi: nessun licenziamento da Stellantis
Il 17 dicembre si avvicina e ci sono tanti elementi che concorrono a dare all’incontro fra i rappresentanti di Stellantis ed il Mimit un carattere davvero importante e forse decisivo.
Quel giorno, infatti, il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso aveva promesso un tavolo anche con sindacati e associazioni di categoria per mettere un punto definitivo alla crisi del settore automobilistico italiano, che ha portato a licenziamenti o a casse integrazioni di moltissimi dipendenti.
Prima di questo incontro di metà dicembre, però, è stata la volta di un altro tavolo che riguardava – per tempistiche e modalità di esecuzione – una situazione davvero urgente: le lettere di licenziamento che Trasnova aveva inviato a 249 suoi dipendenti, a causa dell’eliminazione della commessa ricevuta da Stellantis.
In una nota del gruppo automobilistico, questo annuncia che non ci sarà alcun licenziamento e che per un altro anno i lavoratori e le lavoratrici di Trasnova riceveranno un regolare stipendio e potranno tornare nei siti di Melfi, Cassino, Mirafiori e Pomigliano, dopo giorni di mobilitazione e di proteste:
L’accordo siglato al MIMIT, che prevede l’estensione del contratto con Trasnova per un ulteriore anno, nasce nel solco del senso di responsabilità di Stellantis che, nei giorni scorsi, aveva dato la propria disponibilità a supportare Trasnova per risolvere questa delicata situazione. È stata infatti la stessa Stellantis, che ha proposto questo tipo di soluzione che permetterà a Trasnova, nell’arco dei prossimi 12 mesi, di poter intervenire per realizzare una soluzione complessiva e definitiva nei confronti dei lavoratori coinvolti con gli appositi strumenti che regolano le situazioni di crisi.
La soddisfazione è però parzialmente mitigata dal fatto che Stellantis abbia innanzitutto ricordato come l’accordo di ieri 10 dicembre sia stato realizzato in funzione specifica di quell’azienda e che quindi non possa estendersi ad altre situazioni critiche. Dinanzi alla sede del Mimit, infatti, erano presenti anche lavoratori e lavoratrici della Beko, azienda di elettrodomestici che aveva previsto per il 2025 un piano industriale con la chiusura di due siti in Italia ed il ridimensionamento di un altro.
In più, l’incontro di ieri ha prodotto una promessa da parte del colosso automobilistico, che si è impegnato nel prossimo futuro di trovare altri possibili business di sviluppo per Trasnova.
AVS: “Proroga merito dei lavoratori”
Un risultato di questo genere è stato naturalmente salutato con particolare soddisfazione dai sindacati e da quelle forze politiche che avevano da tempo preso a cuore le sorti degli operai che lavorano nei diversi stabilimenti automobilistici.
Iniziano il giro di dichiarazioni in una nota Nicola Ricci, segretario generale Cgil Napoli e Campania, ed il segretario Cgil Raffaele Paudice, che oltre a congratularsi con tutti i lavoratori e le lavoratrici per la capacità di aggregazione dimostrata in queste settimane chiede anche che in Campania si inizi a ragionare su come salvare l’occupazione nella fabbrica di Pomigliano:
Occorrerà già con l’incontro con il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca incalzare il governo e il ministro Urso affinché si lavori a una soluzione complessiva della vertenza. Non ci lasciamo prendere dal facile ottimismo: ora è tempo di programmare il futuro di tutta l’automotive nel nostro Paese e nella nostra regione.
Marco Grimaldi, vicepresidente di AVS alla Camera, chiede da par suo un intervento decisivo da parte del governo. Non è più auspicabile farsi trascinare dalle difficoltà di una singola azienda o vagheggiare l’ingresso di altri player (come le industrie cinesi) senza che concretamente si capisca come evitare casi come quelli della Beko:
E’ una notizia che salutiamo con soddisfazione, il ritiro dei licenziamenti e la proroga di 12 mesi della commessa da parte di Stellantis ridà futuro ad una comunità. Ma il rilancio dell’automotive è ancora lontano e non è governato, come mostrano l’annuncio dell’investimento in Spagna da parte della multinazionale mentre è ferma la gigafactory a Termoli. Il Governo rimetta i fondi automotive e Stellantis mostri al Paese il suo piano industriale e i nuovi modelli per l’Italia.
La deputata Carmela Auriemma del M5S, insieme a Giuseppe Conte, mostra tutta la soddisfazione del partito che è stato uno dei primi ad intestarsi la lotta della Trasnova, riportando quindi la questione delle fabbriche e dell’indotto automobilistico al centro dell’agenda politica.
Questo sarà sicuramente un successo da spendere nei rapporti con gli altri partiti del “campo largo”, anche se come ha fatto notare il leader di Azione Carlo Calenda ancora manca un documento programmatico unitario sul come risollevare l’industria automobilistica italiana:
Siamo qui non solo per manifestare la nostra umana vicinanza a questi lavoratori, che con il Natale alle porte sono stati licenziati a causa del mancato rinnovo delle commesse da parte di Stellantis, ma anche per chiedere al Governo di agire tempestivamente per salvaguardare l’attività lavorativa e, dunque, i livelli occupazionali.
Anche dal Partito Democratico sono giunte dichiarazioni simili, ma resta netta l’impressione che i dem siano arrivati molto dopo su una tematica che sta molto a cuore a tante persone in Italia: la difesa della propria occupazione e del proprio potere d’acquisto nei confronti dell’inflazione e delle pressioni dettate dagli eventi esterni.
Stellantis e Catl aprono una gigafactory in Spagna
La soddisfazione all’interno del Mimit è palpabile e sembra sottolineare ancora una volta la bontà della concertazione o dei tavoli fra sindacati, enti locali e aziende.
Non soltanto Stellantis era infatti sull’agenda di ieri: Urso ha anche parlato con i rappresentanti della Beko Europe, con i presidenti dell’Abruzzo Marco Marsilio, dell’Emilia-Romagna Michele de Pascale, della Basilicata Vito Bardi, del Lazio Francesco Rocca, del Molise Francesco Roberti, del Piemonte Alberto Cirio e dell’Umbria Stefania Proietti. Sono tutte regioni in cui alcuni casi di crisi industriale minaccia la sicurezza lavorativa di molte persone.
Il ministro delle imprese e del Made in Italy Urso ha ricordato come sarà l’incontro del 17 dicembre a non dover presentare elementi sgradevoli o inaspettati sulla strategia industriale, a breve e lungo termine, di Stellantis.
Il successo riguardo Transnova assumerebbe tutt’altro significato se si rivelasse soltanto un fuoco fatuo e non portasse alla risoluzione anche di casi simili:
Abbiamo il tavolo del 17 dicembre in cui abbiamo chiesto all’azienda un piano Italia che riporti centrale gli stabilimenti produttivi del nostro Paese all’interno del piano di sviluppo di questa multinazionale. Il responsabile del gruppo in Europa ha già anticipato alcuni elementi che noi riteniamo importanti altri dovranno emergere nel corso del tavolo affinché siano garantiti investimenti significativi sugli stabilimenti italiani con modelli produttivi capaci di mantenere tutti gli stabilimenti ed evitare ogni forma di licenziamento.
Le reiterate richieste di investimenti in Italia sembrano però cozzare con un annuncio arrivato sempre nella giornata di ieri da parte di Stellantis: facendo seguito ad un Memorandum of Understanding (MoU) non vincolante per la fornitura locale di celle e moduli di batterie Lfp firmato nel novembre 2023, l’azienda guidata da John Elkann e la cinese Catl hanno indicato che entro la fine del 2026 sarà aperto un impianto europeo di batterie al litio ferro fosfato su larga scala a Saragozza, in Spagna.
L’impegno delle due aziende è perseguire così la transizione ecologica nel settore automobilistico europeo, portando in più l’esperienza e le capacità delle aziende cinesi. Una gigafactory simile, con apertura a Termoli, è in discussione da molto tempo e la joint venture tra Stellantis, Mercedes-Benz e TotalEnergies è ancora alla ricerca dei modi migliori per mettere a pieno regime questo nuovo complesso industriale.
Un annuncio che forse alla lunga non farà piacere a chi, come Calenda o Matteo Renzi, vorrebbero un governo meno in balìa degli eventi esterni e persegui con decisione un’attività industriale soddisfacente.
I tre punti salienti dell’articolo
- Ritiro dei licenziamenti e rinnovo della commessa per Trasnova: grazie all’incontro tra il ministro Urso, Stellantis e Trasnova, sono stati ritirati i 249 licenziamenti annunciati. Stellantis ha rinnovato per un anno la commessa per Trasnova, garantendo la continuità occupazionale per i lavoratori coinvolti. Tuttavia, la soluzione riguarda solo questa specifica situazione, senza estendersi ad altri casi di crisi industriale.
- L’annuncio della gigafactory in Spagna: Stellantis ha annunciato la costruzione di una gigafactory per la produzione di batterie elettriche in Spagna in collaborazione con la cinese Catl. Questo investimento solleva preoccupazioni per il futuro dell’industria automobilistica italiana, poiché non è ancora chiaro se sarà confermato un simile investimento in Italia, in particolare per la gigafactory a Termoli, ancora in discussione.
- Richieste di investimenti in Italia e rilancio dell’automotive: nonostante l’accordo su Trasnova, i sindacati e le forze politiche chiedono al governo e a Stellantis di mettere in atto un piano industriale chiaro per rilanciare l’automotive italiano, con investimenti nei siti produttivi e lo sviluppo di nuovi modelli. La preoccupazione è che la crisi del settore continui senza un piano complessivo per il futuro.