Tappo di feci è una locuzione popolarmente utilizzata per indicare una condizione medica nota come fecaloma (altri termini tecnici meno comuni sono coproma, scatoma o stercoma); si tratta essenzialmente di un ammasso di feci disidratate e dure che si forma nell’ultimo tratto intestinale e che non viene evacuato.

La formazione di un tappo di feci può verificarsi in soggetti di qualsiasi età ed è decisamente più comune nelle persone che soffrono di stitichezza cronica.

Seppur più raramente, il fecaloma può anche essere conseguente alla presenza di un tumore del colon. In alcuni casi la massa fecale è così dura che la sua consistenza è simile a quella di un sasso.

In rari casi, un fecaloma può causare complicanze quali volvolo intestinale od ostruzione rettale. 

La gestione di questa condizione può essere più o meno complessa a seconda della gravità del caso e richiede quindi un approccio personalizzato.

Tra gli interventi più comuni vi è il ricorso a un clistere evacuativo come per esempio Clisma Lax; i clisteri evacuativi sono soluzioni rettali che contengono lassativi che ammorbidiscono e lubrificano le feci facilitando la loro evacuazione.

Circostanze meno semplici possono rendere necessario il ricorso alla frantumazione manuale o a quella meccanica, mentre in casi particolarmente gravi e complessi l’extrema ratio è rappresentata dalla chirurgia.

Cambiamenti nelle feci, quando preoccuparsi? Di seguito un approfondimento sul fecaloma e sui vari rimedi.

Tappo di feci: quali sono i fattori predisponenti?

Il fecaloma è una condizione che si manifesta più comunemente nelle persone anziane, in particolar modo in quelle ospedalizzate in seguito a interventi chirurgici. Anche negli anziani affetti da disturbi psichiatrici e da demenza è più comune la formazione di un tappo di feci (trattengono le feci ignorando lo stimolo defecatorio).

Il problema nelle persone anziane deriva spesso dalla combinazione di più fattori, in particolar modo la mancanza di esercizio fisico, una scarsa idratazione e una dieta povera di fibre. Anche una dieta ricca di fibre associata a scarsa idratazione può causare l’effetto “tappo”.

Fattori aggravanti possono essere costituiti dall’assunzione cronica di determinati farmaci che hanno come effetto collaterale la stitichezza; tra questi si ricordano principalmente i diuretici, gli antidolorifici a base di oppiacei e gli antidepressivi.

Il tappo di feci può manifestarsi anche nelle donne in stato interessante a causa delle variazioni ormonali che caratterizzano questo particolare periodo.

Quali sono i sintomi e i segni di un tappo di feci?

Nelle sue fasi iniziali, il tappo di feci può essere asintomatico o paucisintomatico, ma con il passare del tempo si possono avere prima una sensazione di pesantezza addominale e poi in seguito distensione e dolori addominali, contrazioni dolorose dello sfintere anale, nausea, vomito e sensazione di malessere generale.

In alcuni casi può insorgere quella che è tecnicamente definita come “diarrea paradossa”: allorquando le feci liquide raggiungono il fecaloma si genera una forte peristalsi intestinale e una parte delle feci liquide riesce a transitare.

Come si giunge alla diagnosi di fecaloma?

La diagnosi di fecaloma può essere effettuata attraverso un’esplorazione digitale dell’ampolla rettale.

Non sempre però l’esplorazione è in grado di verificare la presenza della massa fecale (ciò si verifica se il fecaloma è in posizione più alta); in questo caso è necessario effettuare un esame strumentale noto come retto-sigmoidoscopia. Un’alternativa è l’esecuzione di una radiografia addominale.

Quali sono i rimedi per il tappo di feci

L’approccio terapeutico al tappo di feci varia a seconda della gravità del caso. Nei casi meno complessi è spesso sufficiente il ricorso a clisteri evacuativi ad azione osmotica oppure supposte a base di glicerina. L’obiettivo è quello di ammorbidire le feci per facilitarne la fuoriuscita. Il ricorso ai clisteri evacuativi o alle supposte di glicerina è di norma rapido e ben tollerato, anche se può causare un lieve disagio temporaneo.

Un’altra possibilità è quella della frantumazione manuale della massa fecale. In questo caso il medico inserisce due dita nel retto e con la dovuta delicatezza tenta di frantumare la massa fecale in frammenti più piccoli che potranno quindi essere più facilmente evacuati.

Un’altra possibilità è quella di ricorrere alla frantumazione meccanica tramite rettoscopio. Questa opzione prevede che il medico faccia avanzare una sonda che, tramite un’azione meccanica associata all’iniezione di piccole quantità di liquido nella massa fecale, ne ammorbidisca la consistenza.

Nei casi che non possono essere risolti con le metodiche sopra descritte è necessario ricorrere alla chirurgia, per l’esattezza all’intervento chirurgico di ricanalizzazione intestinale.

La prevenzione

Nelle persone in buone condizioni di salute generale, la formazione del tappo di feci può essere prevenuta seguendo un regime alimentare equilibrato che apporti il giusto quantitativo di fibre alimentari (25-35 g circa al giorno), praticando un’attività fisica regolare (possibilmente 4-5 volte per settimana) e idratandosi a sufficienza (circa 2,5 litri di acqua al giorno nel caso degli uomini e circa 2 litri nel caso delle donne).

Nelle persone non autosufficienti la prevenzione può essere più difficile; è il medico che deve stabilire quali sono gli interventi più adeguati per ridurre il rischio di formazione di un tappo di feci.