Nel febbraio 2025, all’età di 70 anni, Friedrich Merz avrà finalmente l’opportunità di competere per il ruolo che ha sempre desiderato nella sua carriera politica: la cancelleria federale della Germania. Sarà proprio lui, un tempo rivale interno alla CDU dell’iconica Angela Merkel, a guidare l’Unione Cristiano-Democratica e il partito alleato bavarese, l’Unione Cristiano-Sociale, alle elezioni anticipate indette a seguito del crollo del governo di Olaf Scholz.

Friedrich Merz guida un’Unione Cristiano-Democratica (CDU) e un’Unione Cristiano-Sociale (CSU) orientate decisamente più a destra rispetto all’era di Angela Merkel. Sotto la sua leadership, i due partiti hanno adottato posizioni conservatrici in ambito sociale, un approccio rigido sul piano fiscale e una visione liberale in economia, con una forte opposizione all’immigrazione illegale.

Ora, Merz punta alla cancelleria federale affrontando una duplice sfida: da un lato, competere con l’estrema destra di Alternativa per la Germania (AfD) su temi come la lotta al crimine e alla corruzione; dall’altro, sfidare il cancelliere Olaf Scholz, o il suo possibile successore socialdemocratico, come Boris Pistorius, su questioni centrali come la leadership nazionale, il ruolo della Germania in Europa e la gestione delle principali crisi.

Friedrich Merz: la vita privata e il passato da dirigente

Merz si presenta come il candidato del “ritorno alle origini” della CDU, incarnando i valori conservatori tradizionali. La sua figura contrasta nettamente con quella dell’ex cancelliera Angela Merkel: mentre lei era una donna protestante, nata nella Germania dell’Est e senza figli, Merz è un cattolico sposato da oltre 40 anni, padre e nonno, residente nella sua città natale, Brilon. Anche i loro percorsi politici sono stati differenti: Merkel ha guidato la CDU a una lunga serie di successi elettorali, mentre Merz ha affrontato periodi di scarsa popolarità all’interno del partito, fino a rischiare l’espulsione.

Dopo essere stato escluso da Merkel nei primi anni 2000, Merz si è ritirato dalla politica per intraprendere una carriera di successo nella finanza, accumulando ricchezza come presidente del consiglio di sorveglianza di BlackRock Germania. È tornato in politica solo dopo il ritiro di Merkel, presentandosi come il salvatore del partito.

Tuttavia, il suo passato da dirigente finanziario e la sua immagine di uomo privilegiato hanno sollevato scetticismo tra i membri della CDU. Ha faticato a guadagnarsi il ruolo di leader del partito, riuscendoci solo al terzo tentativo nel gennaio 2022. Da allora, ha consolidato la sua posizione come principale oppositore di Scholz, sfruttando le difficoltà della coalizione di governo.

Il populismo e le dichiarazioni controverse sull’immigrazione

Definire la sua immagine agli occhi degli elettori sarà cruciale per Merz. Sebbene si descriva come laborioso e diretto, i suoi detrattori lo accusano di essere arrogante e permaloso. Celebre è la sua proposta, risalente ai primi anni 2000, di semplificare il sistema fiscale tedesco fino a farlo entrare sul retro di un sottobicchiere da birra, un gesto che gli ha valso accuse di populismo.

Merz è finito al centro delle polemiche per alcune dichiarazioni controverse: ha definito i richiedenti asilo respinti come “turisti sociali” che arriverebbero in Germania per “farsi curare i denti” e ha utilizzato l’espressione “piccoli pascià” riferendosi ai bambini migranti. Dopo le critiche, si è scusato per la prima affermazione, mentre per la seconda ha spiegato di aver riportato le parole ascoltate dai suoi elettori. Tuttavia, i suoi commenti hanno già fatto il giro del web, suscitando un acceso dibattito.

Per questi episodi, uniti al suo stile e al suo utilizzo di un jet privato, è stato più volte definito il “Trump tedesco”.

Il sostegno all’Ucraina

In ambito europeo, Merz è un sostenitore del ritorno a politiche fiscali rigorose. Sul fronte della guerra in Ucraina, si distingue come un forte sostenitore di Kiev, criticando aspramente il governo per la mancata fornitura dei missili Taurus richiesti da Zelensky.

Merz si è dichiarato fermamente impegnato a rispettare le regole sul debito pubblico, nonostante le difficoltà della coalizione uscente su questo tema.

Un’altra sfida significativa è rappresentata dall’AfD, il partito di estrema destra, che continua a crescere nei sondaggi. Sebbene Merz abbia escluso ogni collaborazione con loro, alcuni membri della CDU spingono per una posizione più conciliante. In risposta, Merz si è dichiarato patriota, distinguendo il suo approccio dal nazionalismo.

Resta da vedere se questa strategia basterà a convincere gli elettori e portarlo alla guida della Germania, dopo il voto del 23 febbraio.