La riforma della riscossione ha spinto molti contribuenti a chiedere la rateizzazione delle cartelle esattoriali per evitare pignoramenti, fermi amministrativi o semplicemente per gestire meglio i pagamenti con il fisco.

Tuttavia, questa soluzione apparentemente comoda nasconde un rischio che spesso non viene preso in considerazione: la richiesta di rateizzazione potrebbe bloccare il termine entro cui il debito può essere annullato per scadenza.

Così, mentre pensi di esserti protetto dal fisco, rischi di perdere la possibilità di vedere la cartella esattoriale scadere senza doverla pagare più.

Ma come funziona davvero la rateizzazione? E cosa significa interrompere la prescrizione? Rispondiamo a queste e ad altre domande, basandoci sulla normativa e sulle recenti sentenze.

Per approfondire questo argomento, ti invitiamo a guardare il video “Rateizzazione Agenzia Entrate & Prescrizione Cartelle Esattoriali. Quello che nessuno ti dice…”, pubblicato dall’Avv. Alberto Bindi. In questo video, l’esperto analizza nel dettaglio le implicazioni legali della rateizzazione, spiegando come può influire sulla prescrizione e quali sono i rischi nascosti che potresti non conoscere.

Cartelle esattoriali: cosa succede quando chiedo la rateizzazione?

Molti lettori ci chiedono:

Se chiedo di rateizzare il mio debito, quali sono le conseguenze legali?” “Posso contestare la notifica della cartella dopo aver chiesto la rateizzazione?” “Ho rateizzato delle cartelle esattoriali prescritte, cosa succede se non pago le rate?

La risposta è importante perché potrebbe aprire nuove prospettive, poiché dietro la decisione di rateizzare un debito con il fisco ci sono spesso sacrifici.

Rateizzare significa impegnarsi in un piano di pagamento a lungo termine che può incidere sul bilancio familiare.

In alcuni casi, la scelta di rateizzare un debito con il fisco può significare rinunciare alle spese importanti, come quelle mediche, per potersi permettere il pagamento delle cartelle.

Tuttavia, c’è un aspetto molto importante della rateizzazione: l’articolo 19 del DPR n. 602/73, che stabilisce che la richiesta di rateizzazione interrompe il termine di prescrizione.

In pratica, chiedere la rateizzazione può impedire che il debito scada, cioè che il fisco perda il diritto di esigere il pagamento dopo un certo periodo.

Come funziona la prescrizione del debito e cosa succede quando chiedo la rateizzazione?

Normalmente, un debito con il fisco può essere annullato dopo un determinato periodo (di solito 10 anni).

Tuttavia, se chiedi di rateizzare la cartella, il termine per la prescrizione viene “bloccato” e il debito non scadrà mai durante il periodo di rateizzazione.

In altre parole, mentre pensi di metterti al riparo dalle azioni del fisco, chiedere la rateizzazione fa partire di nuovo il conteggio del termine per il pagamento del debito, che riprenderà da zero.

Se la cartella esattoriale era in scadenza, con la rateizzazione perderai la possibilità che il debito venga annullato per prescrizione.

Inoltre, se una rata non viene pagata, il termine per la prescrizione ricomincerà a decorrere, allungando ulteriormente il periodo in cui sarai obbligato a pagare.

Posso contestare la notifica della cartella dopo aver chiesto la rateizzazione?

Secondo una sentenza della Corte di Cassazione (ordinanza n. 27504 del 23 ottobre 2024), se chiedi di rateizzare una cartella esattoriale, stai implicitamente riconoscendo il debito, anche se non hai ricevuto la notifica ufficiale della cartella.

In altre parole, la richiesta di rateizzazione non è compatibile con la contestazione della notifica. In altre parole, se chiedi di rateizzare, accetti che la cartella sia valida, anche se non l’hai ricevuta personalmente.

In base alle disposizioni normative contenute nellarticolo 2944 del Codice Civile: quando riconosci un debito, interrompi i termini di prescrizione, facendo ripartire da zero il periodo entro cui il fisco può chiedere il pagamento.

Cosa succede se non pago le rate?

Come riportato da fiscooggi.it, la richiesta di rateizzazione interrompe la prescrizione. Ciò significa che se non paghi le rate, la prescrizione è già stata interrotta e il debito non scadrà nel breve periodo.

Invece, il termine per il pagamento verrà prolungato e il debito dovrà essere saldato su un periodo più lungo (da 5 a 10 anni). Ogni volta che non paghi una rata, il termine per la prescrizione ricomincia da capo.

La Corte di Cassazione ha ribadito in diverse sentenze, come la n. 3414 del 6 febbraio 2024, che la rateizzazione “resetta” la prescrizione.

In altre parole, anche se la cartella esattoriale era prescritta o stava per esserlo, la rateizzazione la riporta in vita, e dovrai continuare a pagarla per molto più tempo.

La posizione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha chiarito che, quando richiedi di rateizzare una cartella esattoriale, stai implicitamente riconoscendo il debito, anche senza una dichiarazione esplicita.

In base all’articolo 2944 del Codice Civile, questo atto fa ripartire il termine di prescrizione, rendendo impossibile che il debito venga annullato per scadenza.

Per evitare che la rateizzazione blocchi la prescrizione della cartella esattoriale, è importante fare molta attenzione alle date di scadenza del debito.

Prima di chiedere il rateizzo, sarebbe utile consultare un esperto in diritto tributario per verificare se la cartella è ancora valida o se ci sono altre soluzioni per risolvere il problema.

In breve: i tre aspetti cruciali

  • Rischio di interruzione della prescrizione: richiedere la rateizzazione delle cartelle esattoriali può interrompere il termine di prescrizione del debito, prolungando così il periodo in cui il fisco può esigere il pagamento.
  • Contesto legale e riconoscimento del debito: quando si chiede la rateizzazione, il contribuente implicitamente riconosce il debito, anche se non ha ricevuto la notifica, e ciò fa ripartire il termine di prescrizione.
  • Conseguenze di un mancato pagamento delle rate: se una rata non viene pagata, il termine di prescrizione viene “reset” e il debito continua a essere esigibile per un periodo molto più lungo, evitando che la cartella esattoriale scada.