Nessuno ha mai immaginato che la nuova votazione per le modifiche dello Statuto M5s avrebbe chiuso la velenosa diatriba tra Presidente e Garante. E nessuno ha mai creduto che il saluto di Grillo, versione Truman Show, fosse un addio. La battaglia, il giorno dopo le votazioni della Festa dell’ Immacolata (5-8 dicembre) è più aspra che mai e le armi ancora più affilate.
Gli iscritti hanno votato numerosi e hanno deciso di ‘cancellare’ dallo Statuto la figura del Garante, voltando le spalle al fondatore Beppe Grillo colpevole – secondo l’80% dei votanti – di avere per primo voltato le spalle alla sua creatura, minacciando addirittura di ‘estinguerla’.
Una vittoria per la linea di Giuseppe Conte che, però, sa bene che i troni diventano scomodi molto in fretta e che allora è meglio partire subito con la controffensiva. Giuseppe Conte, infatti, è consapevole che, seppur spuntate, Beppe Grillo e i suoi fedeli hanno ancora in mano armi molto pericolose, come la scissione e i ricorsi giudiziari.
Per questo, in una diretta social, aperta a tutti, ma praticamente destinata a un unico interlocutore, sceglie con attenzione le parole e gli argomenti.
Vediamo allora cosa ha detto il Presidente del Movimento 5 Stelle.
Conte avverte Grillo: “Chi rimesta nel torbido la pagherà”
Non si farà trascinare in un Vietnam giudiziario. Giuseppe Conte è chiaro, difenderà ‘con le unghie e con i denti la comunità M5s’.
Nel corso della diretta social di lunedì 9 dicembre, il leader pentastellato è tornato più volte sulla possibilità che Beppe Grillo possa ricorrere alle vie legali per riprendersi il simbolo del Movimento e soprattutto per far invalidare il risultato delle votazioni.
Il timore principale dei vertici pentastellati è rappresentato proprio dal rischio di dover affrontare una serie di lunghe e logoranti cause giudiziarie.
La vertenza per la proprietà del simbolo sembra certa, ma a preoccupare i contiani è l’ultimo spauracchio sventolato dalle truppe grilline (ovvero dai fedeli di Grillo): la validità delle due votazioni che hanno determinato la sconfitta della linea del Garante.
In entrambi i casi le procedure e i calcoli sono state gestite dalla società “Skyvote” una società certificata e indipendente a differenza di “Rosseau” come sottolinea Conte con una punta di malizia. Rousseau era la piattaforma di Davide Casaleggio utilizzata in precedenza dal Movimento per le consultazioni interne.
Una minaccia che ha irritato particolarmente l’ex presidente del Consiglio, solitamente pacato, che oggi, invece, ha deciso di passare anche lui alle minacce:
“Chi rimesta nel torbido, se si azzarda a continuare su questa linea, o a un’azione in giudizio, la pagherà caramente”.
Ha avvertito Conte che poi ha aggiunto:
“Siamo alle meschinità più bieche: si è parlato di opacità sul meccanismo di certificazione” del voto. “Queste denigrazioni sono infamanti: questa piattaforma non è come Rousseau. Sky vote ha tutte le certificazioni necessarie, è una società leader.
In diretta con voi: https://t.co/Kb5oXZbThW
— Giuseppe Conte (@GiuseppeConteIT) December 9, 2024
Scissione e il rischio della perdita di consensi
Altra nota dolente per il Movimento 5 Stelle è quella della scissione, una questione che Conte ha accuratamente approfondito. Il leader dei Cinquestelle ha sottolineato come non esistano ‘ragioni politiche’ per una scissione, derubricandola come improbabile.
“Non vedo le ragioni politiche che possano motivare una scissione. La si fa per realizzare un Movimento basato sull’autocrazia, respingendo la democrazia che trovate nei 5 stelle? Non rinneghiamo il passato, ma dobbiamo avere lo sguardo fisso sul futuro”.
Quanto in queste parole ci sia reale convinzione e quanto tatticismo difficile dirlo, mentre non si sbaglia se si afferma che la scissione rappresenterebbe un problema per il Movimento di Conte, non tanto per la perdita di rappresentanti quanto per le ripercussioni a livello elettorale.
La presenza durante le competizioni di eventuali di liste grilline concorrenti, infatti, rischierebbe di sottrarre voti alle liste del M5s acuendo l’attuale crisi di consensi. Questa almeno sembrerebbe essere l’intenzione dei dissidenti: lo stillicidio dei voti.
Questa minaccia, come quella dei ricorsi legali, si inserisce in una strategia di logoramento da cui Giuseppe Conte vuole tirarsi fuori a tutti i costi.
La resa dei conti con Grillo
Giuseppe Conte, infine, ha voluto regolare i conti con Beppe Grillo, sottolineando la svolta democratica del nuovo progetto politico, che non è più il Movimento delle ‘cacciate con un post scriptum’, ma piuttosto ‘la casa democratica’ di tutti gli iscritti.
Virando sul piano personale, Giuseppe Conte, racconta di essere rimasto molto sorpreso di “ricevere gli attacchi più velenosi del solito” dall’ormai ex Garante M5s, Beppe Grillo, “entrato a gamba tesa”. Il riferimento e alle settimane immediatamente successive ai deludenti risultati alle Elezioni Europee del giugno 2024, e ai commenti di Grillo sulla debacle grillina.
Di lì a poco, l’ex premier avrebbe lanciato l’iniziativa della Costituente M5s da cui tutto è iniziato.
Post voto M5s, la situazione in cinque punti
La situazione in casa M5s e lo scontro tra Grillo e Conte all’indomani della seconda votazione sullo Statuto in sintesi:
- Vittoria di Conte sulle modifiche dello Statuto: Gli iscritti al Movimento 5 Stelle hanno votato per eliminare la figura del Garante (Beppe Grillo), segnando una vittoria per la linea di Giuseppe Conte, che si è imposto contro la posizione di Grillo.
- Timori di un conflitto legale: Conte ha espresso preoccupazione per il rischio di cause legali da parte di Grillo, che potrebbe cercare di riprendersi il simbolo del Movimento o invalidare i risultati delle votazioni, facendo leva su una presunta opacità del processo.
- Difesa della piattaforma Skyvote: Conte ha difeso la piattaforma Skyvote utilizzata per le votazioni, sottolineando che è certificata e indipendente, in contrasto con la piattaforma Rousseau di Casaleggio, utilizzata in passato.
- Rischio di scissione: Nonostante Conte abbia minimizzato la possibilità di una scissione, esiste il timore che una divisione del Movimento potrebbe avere pesanti conseguenze elettorali, riducendo ulteriormente il consenso popolare già in crisi.
- Conflitto personale con Grillo: Conte ha criticato aspramente Grillo per gli attacchi personali ricevuti dopo le elezioni europee del 2024, segnando la rottura definitiva con il fondatore del Movimento e il suo rifiuto delle vecchie logiche autoritarie.