Una nuova misteriosa malattia, proveniente dal Congo, sta attirando l’attenzione della comunità internazionale.
Per questo l’Organizzazione mondiale della Sanità è già sul campo per capire cosa stia accadendo nella remota provincia di Kwago, area a 700 km Kinshasa, capitale del Paese dove, in poche settimane, si sono registrati 406 casi di infezioni anomale e il decesso di oltre 31 individui, per lo più giovanissimi.
Individuati i sintomi più frequenti, ancora non si conoscono le modalità di trasmissione né le cause di questa epidemia che sta mettendo a dura prova la vita delle comunità locali, già provate da grave insicurezza alimentare, bassa copertura vaccinale e limitato accesso a cure di qualità. Ma cosa sappiamo a oggi di questa malattia misteriosa? E di cosa dovremmo preoccuparci?
Malattia Congo, la spiegazione dell’infettivologo Bassetti
Anche se le informazioni sulla malattia misteriosa che sta colpendo il Congo sono ancora limitate, è possibile però provare a trarre qualche indicazione dai primi dati forniti dall’Organizzazione mondiale della Sanità, anche per scongiurare facili allarmismi. Ci ha aiutato, in questo, Matteo Bassetti, professore, ricercatore e primario di Malattie infettive all’ospedale San Martino di Genova, che ai nostri microfoni ha spiegato:
«Dal mese di ottobre si sono registrate, nell’area sud-est del Congo, circa 400 casi di una malattia che a oggi è misteriosa. Di essa conosciamo i sintomi: tra questi tosse, febbre – i quali farebbero pensare a una malattia respiratoria – e infine anemia.
Rispetto a questa ultima caratteristica dobbiamo fare una riflessione: in un Paese come il Congo e in un’area così remota, probabilmente molto povera e disorganizzata dal punto di vista sanitario, l’anemia potrebbe essere un segno di malnutrizione. In questo senso, nell’analisi dei sintomi, darei maggior rilievo alla tosse e alla febbre, dato che l’anemia è una condizione comune a moltissime malattie dell’ambito africano: basti pensare alla malaria.
Per questo, la malattia misteriosa potrebbe somigliare a una malattia respiratoria o a malattie già conosciute, come le febbri emorragiche».
Malattia Congo, Bassetti: l’OMS è già sul luogo
Le informazioni raccolte dall’OMS sulla malattia che sta colpendo l’area sud-est del Congo, al confine con l’Angola, non sono ancora sufficienti a stabilire se si sia di fronte a una nuova malattia o, diversamente, a una evoluzione o combinazione di più malattie preesistenti. Secondo il prof. Bassetti, tuttavia:
«Credo che difficilmente si tratti di un di un microrganismo già noto, altrimenti sarebbe stato identificato in un mese e mezzo. Probabilmente è possibile pensare a qualcosa di già conosciuto, magari soggetto a mutazione.
Dobbiamo considerare però che questa epidemia sta avvenendo in un’area del mondo dove i tempi, anche per l’analisi dei campioni, sono molto dilatati. Basti pensare che per raggiungere la provincia di Kwago gli operatori dell’OMS hanno impiegato circa 48 ore. Per questo non credo che avremo risposte certe a breve termine.
Quello che possiamo dire, però, è che l’OMS è già sul luogo ed è l’organizzazione internazionale migliore per far luce su queste situazioni».
Bassetti: malattia Congo diversa da Covid-19
Come evidenzia il professor Bassetti, peraltro, la presenza dell’OMS nella provincia di Kwago e nei distretti sanitari dove l’epidemia è più diffusa è una buona notizia, anche per un’altra ragione:
«Le squadre dell’OMS stanno lavorando per stabilire un cordone sanitario e fare in modo che l’infezione rimanga in quell’area. Per questo, ad oggi, il rischio che l’epidemia si propaghi a livello globale è definito come basso. L’unico problema è forse per l’Angola, Paese al confine con la provincia di Kwago.
Rispetto al timore che l’epidemia arrivi nel mondo occidentale, è bene ribadire ancora una volta come le infezioni corrono quanto corrono veloci i trasporti. L’area congolese colpita è davvero remota e, come si diceva, difficilissima da raggiungere. Una situazione dunque ben diversa da quella del Covid-19 che, da Wuhan, ha viaggiato quotidianamente verso il mondo occidentale».
L’appello del prof. Bassetti: no ad allarmismi
Nonostante le normali preoccupazioni, pertanto, è ragionevole per ora evitare allarmismi circa un possibile sviluppo dei contagi anche in Italia. Per questo la diffusione della notizia del paziente di Lucca, di ritorno dal Congo con sintomi simili a quelli che oggi stanno preoccupando il Paese africano, è stata per Bassetti incauta e, in questo momento, controproducente:
«Quanto è avvenuto ieri, con la diffusione della notizia del sospetto paziente a Lucca, è un qualcosa che non può accadere in un Paese evoluto come il nostro. È inaccettabile che si diffondano notizie simili prima che il caso sospetto venga attentamente analizzato in laboratorio e valutato.
Chi lavora nel mondo delle malattie infettive è abituato a ricevere pazienti che, di ritorno dall’Africa sub sahariana, presentano delle febbri di origine sconosciuta. Per capire le cause possibili, tuttavia, ci si rivolge all’interno del mondo scientifico, non alla stampa. Altrimenti si crea solo sfiducia».
Bassetti: Contro malattie infettive più attenzione all’Africa
Ma cosa possiamo fare oggi contro questa malattia misteriosa? La risposta del professor Bassetti è chiara:
«Oggi occorre collaborare strettamente con l’OMS, senza fare allarmismo. Quando c’è una malattia sconosciuta, priva di definizione, è chiaro ci sia paura. Soprattutto in questo caso, dato che l’infezione arriva da un Paese che è stato il vaso di Pandora per le malattie infettiva degli ultimi cinquant’anni: basti pensare ad Ebola.
Vedere un numero di decessi così altro tra i bambini, poi, è chiaramente doloroso. Tuttavia voglio ricordare come il Congo sia un Paese con una mortalità infantile molto alta a causa di denutrizione, assenza di strutture sanitarie e copertura vaccinale e tanti altri fattori.
Ecco perché mi sento di dire che dovremmo pensare di più a come aiutare queste persone, non preoccupandoci dell’Africa solo quando si presenta un problema. Il mondo occidentale oggi ha paura di essere colpito, ma in Africa i bambini muoiono tutti i giorni, non solo a causa di queste malattie misteriose. Dobbiamo essere tutti più attenti».
Malattia misteriosa in Congo: cosa sappiamo
- Emergenza sanitaria in Congo: Una misteriosa malattia sta colpendo la provincia di Kwago, nel sud-est del Congo, con 406 casi e oltre 31 morti, per lo più bambini. I sintomi includono tosse, febbre e anemia, ma non sono ancora chiare le cause o le modalità di trasmissione.
- Valutazione preliminare del rischio: Secondo Matteo Bassetti, infettivologo, è probabile che la malattia sia legata a patologie conosciute (es. febbri emorragiche) o che sia una loro variante. Tuttavia, il rischio di diffusione globale è basso, grazie alla posizione remota della regione e all’intervento dell’OMS.
- Intervento dell’OMS: L’Organizzazione Mondiale della Sanità sta operando sul campo per contenere l’epidemia e stabilire un cordone sanitario, riducendo il rischio di propagazione, specialmente verso paesi confinanti come l’Angola.
- Richiamo alla responsabilità e alla solidarietà: Bassetti invita a evitare allarmismi e a focalizzarsi sull’aiuto alla popolazione congolese, evidenziando che le difficoltà del Congo (es. malnutrizione, mancanza di cure) rendono necessaria una maggiore attenzione del mondo occidentale alla salute globale.