Mettiamo da parte la diatriba se “Die hard – Trappola di cristallo” con Bruce Willis sia o meno un film natalizio (e, comunque, lo è!), perché di “duro a morire” c’è solo il cinepanettone sui grandi schermi italiani nel periodo delle feste. In questo 2024 è la volta di “Cortina express“, che riporta Christian De Sica tra le nevi della località sciistica dove era ambientato il primo film del genere, l’indimenticato “Vacanze di Natale” dei fratelli Carlo ed Enrico Vanzina.

Fin dalle sue premesse, la pellicola svela la propria natura di tentativo di abbellimento e restauro di un genere che, ormai da molti anni, gli italiani hanno dimostrato di non amare più come un tempo. La comicità meno volgare, grazie alla partecipazione di attori quali Lillo Petrolo e Paolo Calabresi, e la ricerca di una trama meno ripetitiva e pretestuosa, sono i segnali più evidenti.

Ma basta questo per riportare questo sottogenere della commedia ai fasti di un tempo? E poi, erano davvero così gloriosi i bei tempi andati del cinepanettone? O erano, forse, il frutto di un’oculata strategia che gli spettatori subivano, finché non è crollata miseramente?

Christian De Sica ci riprova con Cortina express

Prima di rispondere a queste domande, torniamo a Christian De Sica, volto del cinepanettone fin dal suo esordio nel lontanissimo 1983, che si ripresenta sul luogo del delitto.

Una Cortina, quella di questo nuovo film, che come nell’originale fa da sfondo alle esistenze di una serie di personaggi divisi tra il comico e il tragico. C’è lo zio cialtrone (De Sica) che cerca di salvare il nipote da un matrimonio che potrebbe essere una trappola per estorcergli soldi; c’è l’ex cantante di successo (Lillo) che, per non fare brutta figura agli occhi della figlia, ostenta una ricchezza e una popolarità inesistenti; c’è, infine, una discografica femme fatale (Ferrari) disposta a tutto pur di salvare la propria etichetta sull’orlo del fallimento.

Il trailer di “Cortina express”.

Altra conferma della ricerca di un tono diverso rispetto a quello becero del passato è la scelta di Eros Puglielli alla regia. Nome, purtroppo, sconosciuto ai più, di un regista che aveva fatto vedere doti non comuni (con film come “Tutta la conoscenza del mondo” del 2001 e “Occhi di cristallo” del 2004) purtroppo nella stagione peggiore del cinema italiano, tra i nefasti anni ’90 e i primi anni Duemila. Un’epoca priva di soldi, coraggio e figure produttive degne di questo nome.

A questo si deve aggiungere che De Sica non fa che ripetere a più riprese che “Cortina express” è un film molto diverso dai cinepanettoni. Quasi un “excusatio non petita” o un classico mettere le mani avanti che fa un po’ sorridere, visto che a pronunciarlo è lo stesso attore che per anni ha voluto convincere il pubblico proprio della dignità dei cinepanettoni.

Torna a farlo anche in occasione della conferenza stampa della pellicola, nella quale ci tiene a sottolineare la riduzione del numero di parolacce presenti nel film. Secondo lui merito (o colpa?) del solito politically correct, perché “oggi, sei fai certe battute, ti carcerano“.

“Vacanze di Natale” e gli altri, le ragioni del successo dei cinepanettoni

Una rispettabilità che De Sica, ma anche Massimo Boldi, Neri Parenti e Aurelio De Laurentiis, in passato attribuivano alle loro pellicole in virtù del successo di pubblico di cui godevano.

A questo proposito, è opportuno spezzare la proverbiale lancia in favore dei cinepanettoni, anche a testimonianza della buona fede di chi scrive. Che queste pellicole siano state, infatti, un fenomeno nazionalpopolare importantissimo nella storia del cinema italiano è innegabile. A partire dal primo, “Vacanze di Natale” del 1983, capace di restituire come pochi altri film del periodo il senso di un’epoca, gli anni ’80 che oggi alimentano un diffuso sentimento di nostalgia.

Claudio Amendola in una scena del film “Vacanze di Natale” (1983).

In un periodo storico particolarmente lungo (almeno un paio di decenni), in cui gli spettatori dello Stivale guardavano al panorama avvilente del cinema italiano con giustificato sospetto (erano gli anni ’90 e parte dei primi Duemila, non a caso quelli che tarparono le ali ad autori promettenti come Puglielli o, per citare il caso più eclatante, Claudio Caligari), quei film riuscirono a riportare nelle sale cinematografiche un numero eccezionale di persone. Contribuendo, inoltre, a rilanciare il genere commedia, favorendo la crescita di registi destinati a essere amati dal pubblico (un nome su tutti: Leonardo Pieraccioni).

Il genere aggiunse un nuovo rituale a un clima natalizio che, specialmente in Italia, già si nutre di abitudini sempre uguali a se stesse, dalla tombola in famiglia all’estenuante attesa della mezzanotte per scartare i regali. Ritrovare sullo schermo la coppia Boldi e De Sica dava quel confortevole senso di sicurezza di cui tutti abbiamo bisogno, sbalestrati dalla frenesia della vita quotidiana.

Massimo Boldi e Christian De Sica in una scena del film “Natale sul Nilo” (2002).

In un Paese dove la cultura dell’esperienza cinematografica si è persa nel tempo, sostituita dal più comodo salotto televisivo, questo è un merito incontestabile. Cui si affianca quello di aver dato sicurezza lavorativa a centinaia di professionisti, tecnici e maestranze che, ogni anno, avevano la certezza di portare uno stipendio a casa. E quanto questo faccia la differenza si capisce meglio oggi, con il settore bloccato e i suoi lavoratori in ginocchio per colpa dei ministri della Cultura dell’attuale governo.

Come si vede, però, tutto ciò non ha nulla a che vedere con la qualità di quei film che, salvo le dichiarazioni di facciata di De Sica & co, non è mai stata l’obiettivo principale di quelle produzioni. A questo, poi, si devono aggiungere alcune ragioni di cui giustamente il pubblico è ignaro ma che aiutano a gettare nuova luce sul successo dei cinepanettoni.

Ad esempio, gli spettatori non sanno che, negli anni di massimo splendore del genere, ai giornalisti era impedito di vedere i film in anteprima. La casa di produzione organizzava una conferenza stampa nella quale attori, regista e produttore si esibivano in uno show in cui del film (che nessuno dei cronisti presenti aveva visto) si parlava poco o nulla. Una strategia che, ovviamente, serviva a evitare la possibile se non probabile pioggia di stroncature sui giornali che avrebbero fatto rumore anche con un ruolo della critica fortemente ridimensionato come negli ultimi anni.

Cinepanettoni, la concorrenza sleale fino a “Sherlock Holmes”

Ma la protezione di cui questi film godevano andava ben oltre simili espedienti e coinvolgeva l’intero sistema del cinema italiano in quella che si potrebbe definire una “concorrenza sleale” a tutti gli effetti. Perché un’opinione ricorrente in merito al successo di questi film sosteneva che, se il pubblico avesse voluto vedere altro, lo avrebbe fatto. Peccato che, in quegli anni, non ci fosse altro da vedere!

Quasi tutte le sale cinematografiche presenti sul territorio nazionale proiettavano, infatti, i cinepanettoni, costringendo i possibili concorrenti d’oltreoceano a rimandare il loro arrivo in Italia. Gli esempi sono numerosi ma quelli più eclatanti riguardano senza dubbio la trilogia de “Il Signore degli Anelli“, i cui capitoli uscirono in pieno periodo natalizio in tutto il mondo tranne che nel nostro Paese dove furono rimandati a gennaio, e “Avatar” che subì la medesima sorte.

Senza offesa per nessuno, ma è quantomeno avventato affermare che, posti di fronte alla scelta tra i film di Jackson e Cameron e la coppia Boldi-De Sica, gli spettatori italiani avrebbero favorito questi ultimi senza alcuna esitazione.

La conferma, non a caso, arrivò quando il box office smise di sorridere ai cinepanettoni, con incassi che faticavano a raggiungere i 20 milioni di euro (salvo qualche eccezione sporadica). Cifre pur sempre notevoli, ma decisamente inferiori ai numeri roboanti del passato, in una curva discendente che diede coraggio ai competitor.

Fu così che, nel 2009, la Warner Bros. fece arrivare nei cinema lo “Sherlock Holmes” interpretato da Robert Downey Jr., destinato a diventare il divo del 21° secolo. La pellicola di Guy Ritchie conquistò il pubblico cinematografico del Natale italiano e, con i suoi 19 milioni di euro al box office, si lasciò alle spalle la commedia di Leonardo Pieraccioni “Io e Marilyn” (13,2 milioni), arrivando quasi a pari merito con “Natale a Beverly Hills” (21 milioni).

Robert Downey Jr. e Jude Law in una scena del film “Sherlock Holmes” (2009).

Fu una vera e propria svolta per il cinema italiano delle feste, le cui ripercussioni positive si avvertono anche in questo Natale 2024. A parte il rivale “in casa” rappresentato dalla commedia di Alessandro Siani con Leonardo Pieraccioni “Io e te dobbiamo parlare“, “Cortina express” dovrà vedersela, infatti, sia con un film per famiglie di prima grandezza come “Mufasa – Il Re leone“, prequel del classico Disney amato in tutto il mondo, che con un dramma in odore di Oscar come “Conclave“.

In questi casi si dice: “Che vinca il migliore“. Tuttavia, alla fine di questa storia, a uscirne vincitori sono sicuramente l’industria del cinema italiano e il suo pubblico.

Conclusioni

  • Evoluzione e difficoltà del cinepanettone: il cinepanettone, simbolo della commedia natalizia italiana, ha perso popolarità nel tempo. “Cortina express“, con protagonista Christian De Sica, cerca di rinnovare il genere con una comicità meno volgare e una trama più originale. Nonostante ciò, resta il dubbio se questo tentativo riuscirà a riportare il cinepanettone e la commedia natalizia in generale ai fasti passati, o se quei successi erano dovuti a una strategia mirata, piuttosto che a una reale qualità artistica;
  • Successo e criticità del fenomeno: i cinepanettoni sono stati un fenomeno di grande successo, in particolare negli anni ’90 e 2000, quando hanno portato un pubblico molto numeroso nelle sale cinematografiche. Tuttavia, la loro fortuna è stata favorita anche da una sorta di “concorrenza sleale”, poiché le sale proiettavano principalmente questi film, costringendo le possibili alternative internazionali (come “Il Signore degli Anelli” e “Avatar“) a rimandare la loro uscita a dopo il Natale;
  • Declino e cambiamenti del mercato: con il tempo, l’interesse per i cinepanettoni è diminuito, come dimostrato dai loro incassi in calo. Il 2009 ha segnato una svolta con l’arrivo di “Sherlock Holmes“, che ha battuto le commedie italiane al box office natalizio, segnando l’inizio di un cambiamento nel panorama cinematografico delle feste, ora più competitivo con titoli internazionali e ambiziosi.