Non sembra placarsi il terremoto che ha colpito il mondo della musica e, più in generale, dello show business statunitense. Dopo Puff Daddy (nome d’arte del rapper e produttore Sean Combs), oggi, 9 dicembre 2024, tocca a Jay-Z (all’anagrafe Shawn Carter) finire sulla graticola per un’accusa di violenza sessuale.

Secondo le accuse, il rapper, marito della cantante Beyoncé, avrebbe abusato di una bambina di appena 13 anni insieme allo stesso ‘Diddy’. I fatti risalirebbero al 2000 ma sono stati subito smentiti da Jay-Z in una nota in cui definisce “idiote” le accuse a suo carico, parlando di un tentativo di “ricatto” ai suoi danni.

Sta di fatto che gli scandali collegati alle attività di Puff Daddy continuano a moltiplicarsi. Tutto questo mentre lui resta in carcere, vedendo continuamente respinte le richieste di rilascio su cauzione e con nuovi testimoni che continuano a farsi avanti per denunciare i suoi comportamenti tenuti in passato. Un vaso di Pandora che non sembra conoscere fine.

Jay-Z e Puff Daddy accusati di una violenza sessuale commessa nel 2000

Le accuse contro Carter sono state presentate nella giornata di domenica 8 dicembre 2024, da parte dei legali di una donna che ha preferito restare anonima. La causa, in realtà, era iniziata lo scorso ottobre ma all’epoca era rivolta al solo Sean Combs.

La donna accusa i due di averla stuprata nel 2000, quando lei aveva appena 13 anni. I due rapper l’avrebbero portata con loro a un party dopo un’edizione degli MTV Music Video Awards per poi violentarla a turno dopo, si legge nelle accuse, averle dato un drink che l’avrebbe “stordita“.

Se confermati, i fatti sarebbero terribili al pari di quanto emerso sugli ormai famigerati ‘White party‘ organizzati da Diddy già accusato, tra le altre cose, di aver drogato e stuprato un bambino di 10 anni.

Non deve sorprendere, dunque, la fretta con cui Jay-Z ha presentato, sempre nella giornata di domenica, la sua decisa replica alle accuse che gli sono rivolte. Il produttore discografico passa all’attacco dei suoi accusatori, sostenendo che l’accusa a suo carico è solo una frode” e un tentativo di ricatto tentato dall’avvocato Tony Buzbee per estorcergli un accordo extragiudiziale. Per questo, il rapper accusa il legale di aver sfruttato la vicenda per il proprio “tornaconto personale“.

“Solo la vostra rete di teorici della cospirazione crederà alle affermazioni idiote che avete fatto contro di me che, se non fosse per la gravità del danno ai bambini, sarebbero ridicole”.

Agli attacchi di Jay-Z, però, ha subito risposto lo stesso Buzbee sui social media, rimarcando come la donna non abbia “mai chiesto un centesimo a lui” ma solo “una mediazione riservata attraverso il suo studio, e accusando Carter di aver “cercato di intimidire e molestare me e questa querelante“. La nota si chiude promettendo battaglia in tribunale.

Jay-Z prende le distanze da Puff Daddy

Per Jay-Z si prospettano, dunque, tempi difficili. Come per tutti coloro che, in passato, hanno incrociato il proprio destino con Sean ‘Diddy’ Combs.

Non è un caso se il discografico abbia voluto puntualizzare nuovamente, nella nota di risposta alle accuse, la sua distanza da Puff Daddy e da tutto quello che continua a emergere nei suoi confronti. Il rapper chiarisce, infatti, che è stato “un terribile errore di valutazione” da parte di Buzbee ritenere “che tutte le celebrità siano uguali“.

“Noi non facciamo questo tipo di giochi. Abbiamo codici molto severi e onore. Noi proteggiamo i bambini, voi invece sembrate sfruttare le persone”.

Non è la prima volta e, probabilmente, rischia di non essere nemmeno l’ultima, che Jay-Z viene tirato in ballo per esser stato complice dei reati di cui è accusato Puff Daddy.

Il rapper e sua moglie Beyoncé vennero, infatti, chiamati in causa direttamente dalla cantante Jaguar Wright, poco tempo dopo l’arresto di Diddy, in una puntata dello show ‘Uncensored’, condotto dal giornalista Piers Morgan, trasmesso su YouTube e da Fox News negli Stati Uniti.

Wright aveva definito Combs e Carter “mostri“, aggiungendo che anche Beyoncé era coinvolta nei tentativi di copertura per i crimini commessi da Puff Daddy. Accuse che la coppia respinse seccamente, costringendo Morgan a delle scuse pubbliche.

Puff Daddy resta in carcere e rischia l’ergastolo

I guai per Puff Daddy, intanto, non sembrano finire mai.

Recentemente, infatti, una nuova accusa di comportamenti abusivi e violenze si è andata ad aggiungere a quelle già pendenti sulla sua testa. A sporgerla, una sua ex collaboratrice, Bryana Bongolan, che lo accusa di averla aggredita nel 2016 a casa della ex fidanzata di Combs, Cassie Ventura, arrivando a tenerla sospesa dal balcone dopo averla colpita e molestata.

In un quadro nel quale sembra evidente che la rete di silenzio creata dal potere di Diddy sia crollata come un castello di carte, svelando una serie di presunti illeciti che non sembra avere fini, non sorprende che, per la terza volta, al rapper sia stata negata la libertà su cauzione.

Dopo la decisione in tal senso, nei mesi scorsi, di due giudici che temevano che l’imputato potesse influenzare i testimoni una volta rilasciato, è arrivata anche quella del giudice Arun Subramanian di New York, per il quale non ci sono le condizioni per “garantire la sicurezza della comunità“, se gli fosse concessa la cauzione.

Salvo nuovi tentativi futuri, Puff Daddy resterà presumibilmente in carcere fino alla data del processo, fissata a maggio del 2025, nel quale dovrà rispondere delle pesanti accuse di associazione a delinquere finalizzata al racket e traffico sessuale per alimentare un giro di prostituzione.

Conclusioni

  • Accuse gravi contro Jay-Z e Puff Daddy: entrambi i rapper sono stati accusati di violenza sessuale ai danni di una minorenne. Jay-Z ha categoricamente negato le accuse, definendole un tentativo di ricatto ai suoi danni;
  • Un vaso di Pandora che si apre: le accuse contro Puff Daddy si moltiplicano, rivelando un presunto sistema di abusi e violenze che coinvolgerebbe diverse persone. La caduta del suo potere sta portando alla luce una serie di presunti reati. Anche Jay-Z è stato trascinato in questo scandalo, negando più volte il proprio coinvolgimento e prendendo le distanze dai presunti illeciti commessi dal collega;
  • Puff Daddy rischia l’ergastolo: Sean ‘Diddy’ Combs, intanto, resta in carcere, dopo aver presentato per ben tre volte richieste di scarcerazione su cauzione, tutte respinte. Il rapper e produttore discografico rischia l’ergastolo nel processo che avrà luogo nel maggio 2025.