Il ddl Sicurezza costituisce un pericolo per la democrazia. Questo è il commento in esclusiva a Tag24 dell’attore ed intellettuale Moni Ovadia che lancia un allarme per la tenuta democratica del Paese messa a rischio dal governo Meloni. Ovadia è stato uno dei primi a sottoscrivere l’appello contro il pacchetto di leggi. Lo scorso 16 novembre, all’università La Sapienza di Roma, si è tenuta un’assemblea per costruire un’opposizione al ddl Sicurezza ed è stata organizzata una manifestazione nella Capitale per il prossimo 14 dicembre.

Sono tante le preoccupazioni da parte dell’opposizione e dal mondo delle associazioni per il disegno di legge. Il ddl Sicurezza prevede infatti numerose restrizioni per quanto riguarda le manifestazioni e prevede norme restrittive per i detenuti e per chi compie occupazioni abusive. Il pacchetto di misure è stato già approvato dalla Camera dei deputati a settembre e manca solo l’approvazione da parte del Senato.

Lo scorso 28 novembre, a Palazzo Madama si è concluso l’esame degli emendamenti al ddl 1660. Dal mese di settembre sono stati lanciati diversi appelli da parte delle ong e dell’opposizione per fermare questo disegno di legge.

Moni Ovadia contro il ddl Sicurezza

Il ddl Sicurezza ha una storia molto lunga che parte dallo scorso anno. Solo a settembre la misura contestata ha passato l’esame alla Camera dei deputati compiendo un passo fondamentale per diventare legge. Ma cosa prevede questo pacchetto di norme? Si tratta di disposizioni sulla sicurezza pubblica, la tutela del personale in servizio e dell’ordinamento penitenziario secondo quanto suggerisce il titolo dell’Atto 1660. Il tutto si traduce con sanzioni più stringenti per le manifestazioni, per l’occupazione abusiva di immobili – proprio questa norma prende il nome di ‘anti-Salis’ -, strette su chi è non è provvisto di permesso di soggiorno e misure contro le rivolte in carcere.

Immigrazione, proteste e istituti penitenziari sono i principali destinatari di questo pacchetto leggi voluto dal governo Meloni. Le sanzioni diventano in tutti questi ambiti molto severe: basti pensare alla norma ‘anti-Gandhi’ che prevede un mese di carcere per i manifestanti che protestano occupando binari o strade. L’occupazione abusiva sarà punita con la reclusione da due a sette anni di carcere ed i migranti irregolari non potranno avere una sim. Il ddl Sicurezza prevede anche l’introduzione delle bodycam per le forze dell’ordine e la possibilità di utilizzare le armi da fuoco anche al di fuori dell’orario di servizio.

Questa ossessione per la sicurezza è una forma regressiva della democrazia che sta perdendo i suoi valori fondanti” commenta Moni Ovadia in esclusiva a Tag24 “io sono completamente contrario a questi provvedimenti e li considero destinati al fallimento, scateneranno reazioni contrarie“.

La democrazia a rischio?

In gioco c’è il futuro democratico dell’Italia, racconta Movi Ovadia a Tag24 esprimendo tutta la sua preoccupazione per il ddl 1660. “Il carattere fondamentale della democrazia, a mio parere, è quello di permettere a tutti di esprimersi in modo più compiuto possibile” spiega l’attivista.

Le richieste delle piazze vanno accontentate, anche trovando compromessi, ma non represse. Ovadia boccia l’atteggiamento di chi preferisce mettere a tacere le proteste: “Questo è tipico delle culture reazionarie ultraregressive ed è una vecchia storia…“. Non può mancare una nota di biasimo al governo Meloni da parte dell’attivista: “La destra non si smentisce mai, questo è molto deludente…“.

Poche ore dopo l’assemblea nazionale del movimento ‘No ddl Sicurezza’ del 16 novembre 2024, il portavoce di Amnesty International Italia, Riccardo Noury, ha parlato a Tag24 esprimendo i suoi timori per il futuro della democrazia in Italia. Preoccupazioni che sono condivise anche da Moni Ovadia: “Questi provvedimenti dipingono la democrazia come qualcosa di non sicuro e da reprimere” incalza l’attore “chi prende questi provvedimenti è contrario al concetto di democrazia, le dinamiche e le conflittualità fanno parte di essa“.

Il diritto allo sciopero e il corteo del 14 dicembre 2024

Gli scioperi e il diritto a manifestare sono al centro del dibattito sul ddl Sicurezza. Recentemente il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha precettato lo sciopero dei trasporti dello scorso 29 novembre provocando il dissenso dei sindacati. Moni Ovadia, a tal proposito, fa notare che chi scende in piazza non protesta per il lusso ma per una vita normale e per i propri diritti: “Non scioperano certo per macchine di lusso e pellicce di visone” spiega a Tag24 “protestano per migliorare le loro condizioni di vita e non per avere lussi, pensi alla vicenda Tavares…la disuguaglianza è un crimine e protestare per un’esistenza dignitosa è fondamentale“.

Per Moni Ovadia il diritto a protestare non può essere toccato anche perché ha giocato un ruolo fondamentale nella conquista dei diritti e per l’evoluzione della società: “Cosa sarebbe il mondo se non ci fossero stati grandi movimenti di protesta?” prosegue l’attivista “non si può pretendere di essere lasciati vivere se altri vivono in miseria“.

Infine Ovadia torna sul concetto di democrazia: “Con la repressione si arriva a una società chiusa ed antidemocratica, ci posso essere proteste e difficoltà provocate da queste ma anche questo fa parte della democrazia” conclude.

La prossima settimana, il 14 dicembre 2024, ci sarà la manifestazione contro il ddl Sicurezza organizzata dal comitato nazionale contro i provvedimenti voluti dal governo Meloni. La promessa degli organizzatori del corteo è che il ddl non diventi legge.

Le preoccupazioni per il ddl sicurezza in tre punti

  • Contenuti e Obiettivi del DDL Sicurezza: Il ddl Sicurezza, già approvato alla Camera e in attesa del voto al Senato, introduce misure restrittive contro manifestazioni, occupazioni abusive e immigrazione irregolare. Prevede sanzioni severe, come carcere per i manifestanti e reclusione per chi occupa immobili. Inoltre, introduce l’uso delle bodycam e amplia l’uso di armi da parte delle forze dell’ordine.
  • Critiche e Allarme Democratico: Intellettuali come Moni Ovadia e organizzazioni come Amnesty International denunciano il rischio di un’involuzione democratica. Le restrizioni, definite repressive, minano diritti fondamentali come il diritto di sciopero e di protesta, essenziali per l’equilibrio democratico e la lotta alle disuguaglianze sociali.
  • Mobilitazioni e Proteste: L’opposizione politica e sociale si è attivata contro il ddl, con assemblee pubbliche, appelli e una manifestazione nazionale prevista per il 14 dicembre 2024 a Roma, con l’obiettivo di bloccare l’approvazione del disegno di legge.